Ma un Feed Reader decente esiste?
Per i non addetti ai lavori, o per quel quelli che magari lo usano senza sapere come si chiama, definiamo Feed Reader. Avete presente quelle iconcine, spesso arancioni (tipo quella qui a sinistra nella foto), che si trovano su tutti i blog e su molti altri siti web? Ecco quelli sono i contenuti del blog/sito stesso, distribuiti via feed. Qualcuno li chiama RSS, qualcun altro Atom, ma il nome generico e’ Feed.
Su questo blog lo trovate sul lato destro, nella sezione che si chiama, appunto, RSS. Cliccandoci su, molto probabilmente il vostro browser vi offrira’ diverse opzioni per accedere al Feed. Ecco, quelle diverse opzioni li’, si chiamano Feed Reader. Un Feed Reader e’ un software, o meglio un’applicazione, che e’ in grado di leggere i vari formati in cui i feed vengono proposti, quindi si memorizza il link e riceve automaticamente gli aggiornamenti. Come tutte le applicazioni, ognuna e’ fatta a modo suo. C’e’ quella bellissima esteticamente ma che diventa una bestia feroce quando si tratta di farla funzionare. C’e’ quell’altra che, invece, e’ talmente semplice da usare che ti disarma, e ti accorgi che non puoi farci quasi nulla perche’ ha zero funzioni (ecco perche’ e’ facile da usare!).
Tutto cio’ per dirvi che io non ho provate molte, alcune solo per pochi minuti, visto che me ne sono schifato subito. Dividiamole in due categorie principali: i client e le versioni on line.
I client che funzionano da Feed Reader sono programmi che bisogna scaricare, installare e configurare localmente (sul computer). Solitamente sono ricchi di funzioni e presentano le informazioni in modo evoluto, ma hanno l’enorme limite di essere, come ho detto, locali. Il che significa che ogni volta che cambiate computer dovete riscaricarvi l’applicazione ed esportare/importare tutti i vostri Feed. Se siete a casa dell’amico oppure nel Cyber Cafe’, scordatevi di leggere i vostri Feed, perche’ il vostro Feed Reader l’avete lasciato a casa.
L’altra categoria e’ quella on line. Si tratta di servizi messi a disposizione da portali vari, dove ci si registra, ci si crea il proprio profilo e ci si mette su la propria lista di Feed (oppure si importa). Il vantaggio e’ palese: ovunque tu vada ti basta una connessione ad Internet ed un browser e puoi continuare a seguire i tuoi blog preferiti senza problemi. Lo svantaggio e’ che sono poco flessibili, piuttosto bruttini e spesso rallentati da pubblicita’ e banner vari. E infine ho anche il sospetto che chiunque gestisca il servizio possa facilmente farsi i cavoli miei, venendo a curiosare nei siti che seguo, dove clicco, ecc…
Quali ho provato? Per un buon annetto e mezzo ho usato Bloglines, semplice da usare, on line e decente da vedere. Poi, pero’, quando ho scoperto che nell’ultimissima versione di Microsoft Outlook c’e’ anche il Feed Reader, ho pensato che sarebbe stato bello avere Email e Feed tutti nello stesso posto! E cosi’ ho importanto i Feed, configurato il Reader e poi non ho fatto altro che lamentarmi per 6 mesi! Non solo l’aggiornamento via Outlook e’ lento come un’ostrega, ma molto spesso il client pasticcia con la cache. Il che comporta che, senza motivo e senza preavviso, mi ritrovo enormi liste di Feed anche avevo gia’ letto (forse) e cancellato (sicuramente), tutte li’, come se niente fosse accaduto. E giu’ a cancellare di nuovo che mi viene l’itterizia!
Allora dopo 6 mesi mi sono detto: “beh, ho una casella di posta su Gmail, Google ha il suo Reader on line, approfittiamone!”. Sono tre settimane adesso, e sto gia’ piangendo lacrime amare. A parte il fatto che il Google Reader non si puo’ vedere tanto che e’ brutto, ma poi solo per rifarmi tutte le categorie ho dovuto lavorare ore. Poi s’inceppa la barra verticale, poi a volte mi marca “come letti” solo alcuni e altri no. Insomma, non mi piace per niente. Mi sa che torno a Bloglines… eh si, torno a Bloglines!
NOI!
Un bellissimo ritratto della nostra generazione, quella nata negli anni ’70 e che si e’ goduta i mitici anni ’80 nell’eta’ migliore 😀
Non c’e’ niente da fare… La figa va sempre per la maggiore!
Ma come, direte voi! Un blog che parla di CERN, di astronomia, di fisica, di aerei e motori, e anche un po’ di politica ed economia e, gia’ che ci troviamo anche di questo e di quello… e poi ci fai un POST con un titolo del genere?
Aho! Che volete, nonostante tutto l’impegno che ci metto, le statistiche di WordPress mi dicono che i POST piu’ attivi sono questo e questo e poi, solo terzo, questo sugli aerei.
Non e’ mica colpa mia, io sono quello che scrive, ma i lettori siete voi. Non e’ che posso fare un POST sui voli interstellari e poi ci sparo dentro qualche “figa”, “culo” o che so altro?
Non so, qualcosa tipo: “le stelle super giganti rosse si chiamano cosi’ perche’ hanno una patonza enorme e un po’ infiammata, quindi brillano di luce propria di un colore rosso acceso”. Non starebbe bene, e poi mi fareste ricoverare senza passare dal via.
Forse posso provare il contrario: fare un POST su una gnoccona qualsiasi, con tanto di foto conturbant-eccitant-onanistic-allupat-arrapantissime e, nel contempo, provare ad erudirvi un po’, cari miei sporcaccioni che non siete altro! 😀
Vuol dire che al prossimo giro, mentre vi metto due tette in primo piano, vi infilo di soppiatto un riassuntino sulla teoria della relativita’.
Ma quale motore unico!
La Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) e’ impazzita. Dopo la gomma unica (Bridgestone) e la centralina unica (McLaren), ora vuole introdurre niente di meno che il motore unico. Io capisco che Max Mosley e’ anzianotto e da quando va con i nazi-trans, evidentemente, quale rotella gli e’ saltata, ma questa mi sembra l’idea piu’ stupida che si possa avere nella vita. Dicono che vogliono ridurre i costi… e ti pare che possa essere una giustificazione sufficiente? Che vogliamo farne di questa Formula 1, lo sport dei poveri, cosi’ domani ci ritroviamo anche la Tata e la Mahindra (costruttori indiani)?
Da sempre la Formula 1 e’ basata sul concetto di “pacchetto”: macchina + pilota + team. Dopo aver tolto le gomme slick (completamente lisce), a favore delle scanalate, dopo aver messo la centralina unica, cosi’ nessuno puo’ far valere sulla concorrenza le sue migliori conoscenze di elettronica e di informatica (in effetti in Italia noi c’avremmo una certa Magneti Marelli…), adesso vogliamo l’ennesimo appiattimento? Ha detto bene il Presidente Montezemolo: “motore unico? E noi lasciamo la Formula 1!”.
Questa e’ una competizione costosa, si sa, tanto e’ vero che, da anni, la leadership e’ in mano ai grandi costruttori: Ferrari (FIAT), McLaren (Mercedes), BMW e Renault. Ci sono anche Toyota e Honda che per ora faticano, ma prima o poi si faranno sentire.
E ci sono gli altri, pochi altri, che ormai possono solo sperare di agguantare qualche punticino grazie agli errori altrui. Parlo di RedBull & ToroRosso (che comunque montano motori Renault e Ferrari), di Williams (scuderia storica, ma a secco da circa un secolo), della Force India che, oltre al motore Ferrari e a Giancarlo Fisichella, non puo’ vantare nient’altro di buono, e infine la Super Aguri che, per quel che mi riguarda, potrebbe anche tornarsene a casa domani, visto che non serve a nulla, neppure a buttare fuori qualcun altro di tanto in tanto come la Force India di Sutil.
In effetti, una competizione motoristica appiattita esiste gia’, si chiama A1. Ogni macchina e’ la stessa: telaio, sospensioni, motore, cambio. Le uniche differenze sono piloti e setup. Avete mai visto una gara? Due palle che nemmeno il Capitale di Marx! E’ come i campionati monomarca, ma almeno quelli costano davvero pochissimo, non vanno in giro per il Mondo spendendo una fortuna e, soprattutto, si danno delle sportellate memorabili, cosi’ lo spettatore si diverte!
Ma quale motore unico? La Formula 1 non deve essere economica, cosi’ non serve a niente. Bisogna lavorare sullo spettacolo, anche a costo di spendere di piu’!
Trasferiamo questo concetto in un altro settore tecnologico, tipo l’elettronica di massa. In questo ambito ci sono colossi come Sony, Philips, Samsung, Panasonic, ecc… Indubbiamente ognuna di queste aziende avra’ studiato e attuato delle politiche di controllo dei costi, in modo da restare competitiva. Domani arriva uno, tipo la Federazione Internazionale dell’Elettronica e dice: “ragazzi, qua si spende troppo! Da domani userete tutti lo stesso chip audio/video, tie’ arrangiatevi!”. Io, da consumatore, non voglio una serie di prodotti con marchio diverso ma che, sotto la pelle, sono tutti uguali. Come le sinergie FIAT degli anni 90: ti compravi la Fiat Marea, l’Alfa Romeo 156 oppure la Lancia Lybra e ti ritrovavi in mano la stessa schifezza. Io voglio scegliere, in base alle esigenze del momento, anche a costo di spendere di piu’. Voglio un TV LCD che si veda bene e abbia un prezzo ragionevole? Compro un Samsung. Pero’ so bene che se voglio fare il figo con gli amici e voglio vivere un’esperienza audio-visiva diversa, devo comprarmi un Sony Bravia, punto e basta.
Stessa cosa per la Formula 1. Voglio assistere ad uno spettacolo dove la differenza in pista possa essere determinata anche e soprattutto dalla performance del propulsore: piu’ veloce? vinci! Piu’ veloce ma meno affidabile? Beh, se si scassa sono cazzi tuoi, cosi’ impari a fare male i test!
E, in ultimo, da italiano, vuoi mettere la gioia di vincere con un motore Ferrari sotto al cofano di una Ferrari? Io non me la sento di guardarmi un Gran Premio dove c’e’ una storica macchina rossa che gira con un motore tedesco o giapponese, proprio non me la sento!
Incontro ravvicinato del terzo tipo (mancato)
Come vi ho promesso ieri, eccovi il resoconto della mia avventura “aliena”. Parliamo del 1990 o giu’ di li’, un giorno se ne viene Raf che ci racconta di essersi trovato, la sera prima in autostrada, ad osservare un fenomeno curioso. Ci dice, infatti, di aver visto una luce rossa in cielo, posizionarsi sopra una collina sul lato dell’autostrada. Attratto dal fenomeno insolito, Raf si era fermato sulla corsia di emergenza ed era sceso dall’auto per avere una visuale migliore. Nel suo racconto la luce rossa era pulsante e, quasi subito, si era abbassata verso la cima della collina, fino a sparire tra gli alberi. Raf concluse dicendo: “secondo me era un UFO”. Tutto li’. Io, Dino e Nello rimanemmo molto colpiti, ma non tanto dal racconto in se’, ma piuttosto dal fatto che fosse proprio Raf a riportarlo.
Noi lo conoscevamo molto bene: lui non beveva (mai!), non fumava niente di strano a parte delle normalissime sigarette e, soprattutto, era uno scettico. Anzi, di solito, aveva la tendenza a prendere beatamente per i fondelli chiunque se ne venisse con presunti avvistamenti di oggetti volanti non identificati e robe simili. Insomma, secondo noi Raf era una fonte affidabile proprio perche’ era uno che non ci credeva per niente. Il semplice fatto che avesse affermato “secondo me era un UFO”, sovvertiva le leggi della sua natura, e ci lasciava increduli dinanzi ad un evento impossibile e, quindi, del tutto inatteso.
E allora, che facemmo noi, gli Indiana Jones dei poveri? Prendemmo una cartina della zona, individuammo il punto e c’andammo in auto. Non fu difficile, anche perche’ nei pressi del luogo dove Raf pensava si fosse posato l’oggetto, c’era un traliccio dell’alta tensione, bello, grosso e assai visibile. Per cui, trovata una specie di strada sterrata la percorremmo con la Lancia Prima bianca di Dino, fin dove potemmo. l’Ultimo chilometro lo coprimmo a piedi, giungendo sulla cima della collina dove, in effetti, c’erano un sacco di alberi dove l’UFO poteva essersi posato. Prendemmo un piccolo sentierino di terra battuta e ci avventurammo dentro per una decina di minuti. Niente! Nessun rumore, nessun odore, nessun segno, nulla insomma che lasciasse sospettare che il giorno prima li’ ci potesse essere stata una navicella spaziale.
L’unica cosa che trovammo fu una mucca morta. Un particolare ci colpi’: era coricata sul fianco sinistro, e aveva la pelle della pancia rivoltata all’infuori, come quando si rivolta il lenzuolo del letto prima di coricarsi. Non che ne sapessimo molto di come morissero le mucche, quindi pensammo che fosse del tutto normale. Uno di noi disse che poteva anche essere stata la vendetta di un contadino nei confronti di qualche pastore che portava le sue bestie a pascolare dove non doveva. Comunque, niente di emozionante. Restammo li’ ancora un’oretta a scrutare il bosco e il sottobosco, spostandoci di qua e di la’, poi girammo i tacchi e ce ne tornammo a casa, piuttosto delusi devo dire.
Per anni mi dimenticai completamente dell’episodio, fino a quando, per puro caso, capitai su uno di quei siti web che parlano di UFO. Muovendomi tra le varie sezioni del sito, mi ritrovai a leggere di storie di esperimenti su animali e, con mia somma sorpresa, appresi che le mucche erano, apparentemente un soggetto prediletto.
Quando poi finii nella sezione fotografica, scoprii con orrore che, laddove di presumeva fossero atterrati degli UFO per fare esperimenti, venivano spesso ritrovate alcune mucche in condizioni analoghe alla “nostra”. Morte (ovviamente), riverse sul lato e con la pelle della pancia rivoltata all’infuori. L’articolo diceva anche che il taglio era talmente preciso e netto da non essere praticabile con tecnologie note all’Uomo. Ora io non ricordo come fosse il taglio di quella mucca li’, ne’ tantomeno mi passo’ per la testa di fare un’analisi in stile CSI, ma le attinenze tra il mio caso e quelli descritti nel sito erano piuttosto rilevanti.
Non seppi cosa pensare e non saprei nemmeno ora, difficile formulare in giudizio. Ricordo solo che, leggendo quel sito, mi tremarono le gambe per un po’, non sono sicuro se fosse paura o emozione. Paura di aver corso un rischio incredibile, pur non volendo ancora oggi credere a questa possibilita’, oppure emozione di aver sfiorato qualcosa di incredibile e di essermelo perso per poco.
Per ora l’unico fatto attendibile e’ che nella vita succedono cose strane.