TuttoQua?

L'umanita' sta regredendo

Adesso io non vorrei dire…

… ma poi dicono che uno non si deve accanire. Proprio ieri avevo scritto della totale incapacita’ degli indiani di rispettare orari e impegni presi. E, tra l’altro, avevo fatto riferimento proprio al fatto che si dovrebbe cercare di essere puntuali anche quando si va a trovare un amico, perche’ amicizia o no, e’ una questione di rispetto.

Oggi, verso l’ora di pranzo, mi chiama un mio ex-collega indiano. Siamo in buoni rapporti, e’ un ragazzo perbene e, qualche mese fa, andammo anche al suo matrimonio. Da uno cosi’, persona intelligente e gentile, che tra l’altro si e’ sposato per amore (cosa rarissima in questo paese), uno si aspetterebbe un comportamento, come dire, un po’ meno da indiano.

Niente… c’e’ qualcosa nei loro geni che gli impedisce di afferrare alcuni concetti elementari!

Mi chiama e mi dice che e’ un po’ che non ci vediamo, che faccio stasera, insomma si auto invita per le 18:00, massimo 18:30. Nessun problema, casa mia sai dove trovarla, le birre sono in frigo, serve poco altro. Mi metto qui alle 18:00 in punto e aspetto… 18:15 niente… 18:30 niente… 18:45 niente… 19:00 niente… 19:10 squilla il mio cellulare, e’ lui. “Sto uscendo ora dall’ufficio, arrivo fra 10 minuti, e’ un problema?”. Figurati… sto qua ad aspettare te, rispondo, mentre TuttoQua Girl mi fulmina con lo sguardo. In effetti e’ ora di iniziare a preparare la cena, e se questo arriva adesso ceniamo a mezzanotte.

Alla fine arriva, alle 19:45, con, diciamo, un’oretta e mezza di ritardo, e il suo ufficio e’ veramente a 10 minuti da casa mia. Non che mi aspettassi che dicesse qualcosa tipo, scusa il ritardo, e infatti ciccia.

Ci sediamo, due parole e poi io… birra? “No, grazie, in questi giorni si festeggia il &^@&#*$%$ (ndr: salcazzo), quindi non bevo e non mangio cibo non vegetariano, ma continuo a fumare”. Beh, almeno un vizio te lo sei tenuto, allora fumiamo (le mie sigarette).

Come va? “Tutto bene, il lavoro va bene, sono stato di qui, sono stato di li’, e trick e track e cip e ciap…e il lavoro di qua, e l’India di la’… certo integrarsi in India non e’ facile… io pero’ che ho viaggiato all’estero capisco… Ora pero’ devo andare, mia moglie non si sente bene”.

Aho’, bella visita, vieni quando vuoi neh!

31 marzo 2009 Posted by | L'India non puo' farcela! | , , , , , , , | 9 commenti

Pianificare in India

La pianificazione, cioe’ quell’azione che equivale a costruire e definire un piano d’azione, in India e’ una chimera. Gli indiani, di per se’, non conoscono il concetto di tempo oppure, quantomeno, non ne afferrano mai i confini.

In tante culture, se ci si fissa un appuntamento alla tale ora, s’intende alla tale ora. Poi c’e’ il quarto d’ora accademico, ci sono i ritardatari cronici (che giustizierei sul posto ogni volta che ne trovo uno!), e ci sono anche gli stronzi che amano farsi aspettare, soprattutto se si ritengono persone importanti. Ma, almeno per quel che riguarda me e tantissima altra gente che conosco, so che se diciamo ad un cliente “ci vediamo alle 16:00”, facciamo di tutto per arrivare 5 minuti prima piuttosto che 5 minuti dopo. E lo stesso vale per una birra con un amico: il fatto che non sia un cliente, ma uno che, volendo, puo’ anche sorvolare sul nostro ritardo, non giustifica. Anzi, amplifica, secondo me, il senso di rispetto che e’ dovuto alla propria controparte. E’ un dovere morale! Infatti, se arrivo puntuale significa che ti rispetto, se ritardo (a meno che non si tratti di cause di forza maggiore), significa che ho poca considerazione di te. E ti diro’ che, se t’incazzi e me lo fai notare, beh hai pure ragione guarda un po’…

In India, evidentemente, la considerazione che gli individui hanno per gli altri individui e’ uguale a zero. Non solo gli indiani sono assolutamente incapaci di rispettare gli appuntamenti presi (cosi’ come gli impegni presi), ma sono capaci di cambiare anche il giorno, con una scelta assolutamente randomica. “Sir, vengo lunedi alle 12:00″, e poi magari arriva giovedi alle 18:00! In altre parole, per usare una matafora, fanno le cose come e quando cazzo gli pare a loro! Di solito questo comportamento spazia su un range ben preciso: ad un estremo si trova il non fare niente, all’altro il fare qualcosa giusto per far vedere, ma con calma e con molta superficialita’.

Il tutto, naturalmente, avviene sempre senza che abbiano il buon gusto di avvisare. L’indiano assume per definizione che il Mondo sia li’, a sua completa disposizione, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Ti e’ finito il gas e ti serve la bombola per cucinarti la cena, altrimenti muori di fame? Ti fotti, la bombola l’indiano te la porta quando dice lui, mica quando dici tu! Si e’ rotto il generatore? Cazzi tuoi, stai al buio finche’ l’indiano non decide di venirtelo a riparare, se e quando sara’ in grado di riparartelo!

Quando chiamo il mio autista, il quale mi dice “arrivo tra mezz’ora”, so benissimo che la mezz’ora esiste solo nella sua testa bacata. Il fatto accertato e’ che assai raramente gli indiani hanno qualcosa di sensato da dire e, siccome non amano starsene a bocca tappata, sparano la prima cazzata che gli passa per la mente. E vi posso assicurare che e’ come gestire il cartellone alla tombola: infili la mano nel sacchetto e trovi subito un numero! La testa degli indiani  deborda di cazzate, anzi che dico deborda, straripa! E sono cazzate di ogni genere, natura e forma, e quando attingono al perverso serbatoio, hanno solo l’imbarazzo della scelta. Sospetto perfino che quando dormono (il che accade molto spesso, anche stando in piedi e anche a occhi aperti), i loro cervelli elaborino una riserva di cazzate da archiviare e tenere li’, in attesa che venga il momento di spararle. La loro testolina e’ come un mobiletto settimanale, solo che di cassettini invece di averne sette ne ha svariate migliaia. Quando devono darti una risposta, mettono in moto i 2 neuroni e poi cercano: questa no, questa nemmeno, questa.. ah no, questa l’ho gia’ usata ieri… questa! BOOM, e parte la balla.

Sono certo poi che, nei secoli, abbiamo sviluppato una attitudine alla bugia strutturata e continua, un’arma che viene utilizzata senza licenza e senza ritegno! E’ impressionante, a volte, assistere alle loro performance, soprattutto sul posto di lavoro, dove c’e’ gente che attacca a parlare e, quando finisce dopo mezz’ora, non solo non ha detto nulla di rilevante, ma ha anche sparato una serie di stronzate perfettamente incastrate l’una dopo l’altra… roba da lasciarti allibito… roba da restare con la bocca aperta per 30 secondi, e poi riprenderti e dire: “ehhhhhhhhhhhh????”.

D’altro canto incastrarli non e’ mai facile, non solo perche’ per metterli al muro devi avere delle prove ma, quando le trovi, devi anche spiegargliele. E questo, di solito, non e’, come si dice in inglese, un piece of cake. Perche’ quando gli dimostri che ti hanno imbrogliato, mentito, preso per il culo, la cazzata strutturata riprende automaticamente vita.

Ora ci sono due strade possibili: se capiscono che non sei fesso come pensavano (di solito pensano che tu sia sempre molto fesso), cambiano la versione precedente della storia, oppure ti dicono che non avevi capito bene e trovano anche il modo di convincerti che non avevi capito bene, fino a ricorrere a scuse ed emergenze familiari varie. Ho dei colleghi a cui e’ sicuramente morta la nonna almeno quattro volte.

Se non capiscono, come nel caso di Coconut, parte irrimediabilmente il dito indice, e si dirige verso il labbro inferiore, dove staziona per i successivi 30 minuti, giusto il tempo che il titolare del dito scovi la costellazione di Andromeda nel firmamento, e ne ammiri l’asterismo conosciuto come Quadrato del Pegaso. E tu che puoi fare, di fronte a tanto interesse per l’astronomia? Indubbiamente restarne a tua volta ammirato, e poi puoi:

1) mollargli un calcio in culo con gli stivali da cowboy e ammazzarlo una volta e per tutte

oppure

2) puoi compatirlo e ritirarti, consapevole pero’ del fatto che, alla fine, e’ lui che ha inchiappettato te.

Io sono uno che adotta, almeno abitualmente, la seconda opzione, perche’ sono un buono. Il problema e’ che questo paese di cacca mi sta facendo venire un fegato cosi’! E possibile che, prima di prendermi una cirrosi, possa anche passare all’opzione 1.

Tutto questo per dire che, stamattina, ho scoperto che, molto probabilmente, il mio autista e la societa’ di autonoleggio per cui lavora, mi fregano sui chilometri e, quindi, mi rubano soldi!

30 marzo 2009 Posted by | Ammazza che ladri!, Bestialita', L'India non puo' farcela! | , , , , , , , , , , , | 6 commenti

Post-gara Gran Premio F1 di Melbourne

1- La BrownGP va fortissimo, non e’ solo una questione di fondo piatto. E’ velocissima, affidabile, bilanciata e ha due piloti seri, rapidi, costanti ed esperti. Notevole per chi osserva, assai preoccupante per i Big.

2- La Ferrari non ne ha indovinata una oggi. In piu’ la performance e’ mediocre e l’affidabilita’ e’ ridicola. La scuderia, in questo momento, e’  piu’ vicina alla Force India che alla BrownGP. Deludentissima!

3- McLaren, vedi Ferrari. In questo caso mal comune non fa mezzo gaudio, perche’ Hamilton mostra di avere il solito culo e arriva quarto, grazie agli sfaceli altrui.

4- BMW: macchina direi buona, strategia indovinata, Kubica un vero pirla! Pane a chi non ha denti, almeno oggi.

5- Redbull velocissima, stabile e affidabile, Vettel sfigato che incoccia nel pirla di cui sopra a 3 giri dalla fine. Molto promettente, ma anche molto incazzato.

AGGIORNAMENTO 30 MARZO 2009: La direzione di gara ha penalizzato Vettel per l’incidente con Kubica. Per cui il giovane pilota tedesco, in Malaysia il 5 Maggio, partira’ 10 posizioni indietro rispetto alla sua qualifica. Se lo dicono loro… in TV si e’ vista una cosa diversa.

6- La Renault c’era?

7- Williams ha adottato una strategia strana e ha fatto troppi errori. Rosberg dimostra di essere ancora incostante, il giapponese Nakajima oggi poteva restare a casa a fare il sushi.

8- Trulli porta, di pura esperienza, la Toyota al terzo posto. Ma bravo davvero, se consideriamo che era partito dalla Pit Lane.

9- Gli altri, non pervenuti.

10- Il K.E.R.S. non doveva servire ad aumentare lo spettacolo e favorire i sorpassi?

11- Direzione di gara insufficiente. Dov’erano quando Nakajima e’ andato a sbattare, a pisolare?

12- Regia televisiva da dilettanti! Non lo sapevano che i riflessi del sole avebbero fatto dannare l’anima a tutti?

13- F.I.A. folle! Chiede alla Bridgestone di non produrre gomme perfette, per aumentare lo spettacolo. Risultato: quelle a mescola morbida durano 5 secondi e poi mettono a rischio la sicurezza e compromettono la gara di alcuni team. Complimenti!

14- Fino all’anno scorso, se un pilota rompeva l’ala anteriore riusciva a guidare fino ai box, cambiarla, e tornare dentro. Come mai quest’anno, se ci provano, vanno a sbattere? Vivissime congratulazioni agli ingegneri che scrivono le specifiche, loro si che sanno come rendere piu’ sicure le corse di F1!

Nota a latere: le auto di quest’anno sono veramente brutte, anzi inguardabili. Sembrano modellini mai terminati.

29 marzo 2009 Posted by | Cose tecniche | , , , , , , , , , , | 4 commenti

Ancora sulla NANO

Della NANO ho gia’ parlato qui, ma l’argomento non si esaurira’ presto. Oggi sono in grado di dirvi qualcosa in piu’ sulla sicurezza attiva e passiva che questa economica macchinetta dovrebbe offrire.

Partiamo da una considerazione molto semplice: la TATA, pur di risparmiare all’osso, ha adottato una scelta molto semplice, cioe’ quella di implementare soluzioni che fossero, al tempo stesso, le meno costose e le piu’ semplici da realizzare. Quindi, oltre a non prendere nemmeno in considerazione alcun dispositivo elettronico di sicurezza, quali ABS e ESP, non ha nemmeno tenuto conto dell’esperienza pregressa di altre case, prima fra tutte la Mercedes con la Classe A. Che insegna che una piccola monovolume con un rapporto passo / altezza che tende a 1, e’ soggetta a scomporsi, soprattutto nelle rotonde, sui giunti metallici e in tante altre situazioni, come ad esempio in caso di vento forte. Un dispositivo di controllo elettronico della stabilita’ e della trazione (ESP) puo’ veramente fare la differenza tra la vita e la morte. Per estremizzare e fare un esempio, pensate alla stabilita’ di una cabina telefonica, che ha una base di 1 metro x 1 metro ed e’ alta 2 metri e passa.

Poi, ha preso un motorino di origine motociclistica e l’ha montato sotto il sedile posteriore, collegandolo direttamente alle ruote di dietro tramite un cambietto a variazione continua (una cinghia). E’ ancora una questione di passo, unita al fatto che il grosso del peso grava sul retrotreno, e alle ruotine piu’ simili a quelle di una bici. Senza elettronica, nonostante la potenza molto limitata, e’ possibile che un guidatore con poco manico (gli indiani non sanno nemmeno cosa sia il manico) possa innescare un sovrasterzo prima ancora di rendersene conto, e fare un bello strike di biciclette, rickshaw, pedoni e tuc tuc (meglio conosciuti come Tre Ruote).

Si potrebbe obiettare che la SMART si basa sullo stesso principio, ma invece, almeno sulla carta, salta subito all’occhio una differenza rilevante.

La NANO ha la carrozzeria di plastica, ed ha il serbatoio del carburante collocato sotto il cofano anteriore, come ce l’aveva la vecchia 500… Ora facciamo 2 + 2… Carrozzeria di plastica + fusto di carburante collocato sul muso della macchina = non voglio nemmeno sapere cosa accadra’ in caso di urti frontali che, tra l’altro, sono una delle specialita’ degli automobilisti indiani.

Tanto per dire, sapevate che gli indiani sorpassano invadendo la corsia opposta anche quando questa e’ gia’ occupata da veicoli che sopraggiungono nell’altra direzione, ritenendo, prepotentemente, che questi siano obbligati a spostarsi? E sapete che di sera e di notte lo fanno con gli abbaglianti regolarmente sparati?

Ma la cosa piu’ grave e’ che la TATA, sempre per risparmiare, non ha effettuato alcun crash test! Quindi nessuno, ma proprio nessuno, e’ in grado di descrivere, neanche vagamente, la reazione strutturale della vetturetta in caso d’incidente. Per quel che ne sappiamo, potrebbe tranquillamente disintegrarsi. Anche la SMART Fortwo ha la carrozzeria in plastica, ma ha una cellula metallica ad altissima resistenza, denomitata Tridion e integrata con un Crash Management System, il tutto progettato per proteggere gli occupanti al massimo. Non a caso la SMART, gia’ nel 2007, si aggiudico’ 4 stelle su 5 nel test EuroNCAP. Inoltre la SMART dispone di ABS, ESP, Brake Assist (un sistema che integra automaticamente la pressione sul pedale del freno dal parte del guidatore, per garantire lo spazio di arresto piu’ breve) e un Sistema Antislittamento che, al primo accenno di slittamento di una delle ruote posteriori motrici, applica una frenata controllata alla ruota interessata per recuperare il controllo della vettura, il tutto senza che il conducente debba fare nulla.

Ma tornando al crash test, sapete meglio di me che, in caso di urto tra due oggetti, l’Energia Cinetica detta legge. 0,5 * Massa * Velocita’ al quadrato. La massa di una NANO e’ poca cosa, la velocita’ idem, quindi cosa accade a una NANO che si scontra con un Mahindra Scorpio che pesa invece 2 tonnellate e va a 160 Km/h? Immagino poi sappiate benissimo che, quando un’automobile si scontra con un oggetto solidale col terreno (un muro, un grosso palo di cemento…), la massa di quest’ultimo equivale a quella della Terra… quindi un muro, pur avendo velocita’ zero, possiede massa infinita. Evidentemente alla TATA hanno pensato ad un metodo economico per trasformare facilmente un’auto e i suoi occupanti in una frittella.

La cosa piu’ interessante e’ che, in giro sul Web, non si trovano crash test di nessun modello TATA, nemmeno della Indica, che viene venduta anche in Italia. Anzi, se doveste trovare qualcosa, vi prego di segnalarmelo. Questa cosa mi ricorda la storia che aveva raccontato Nello, riguardo al recente allunaggio di una navicella Indiana. Gli ingegneri responsabili del progetto dichiararono di essere riusciti a contenere enormemente i costi evitando di effettuare costosi test e collaudi… senza parole!

Non c’e’ nulla da fare, la qualita’ si paga sempre e, viceversa, non esiste qualita’ economica. In un’auto, questo non si traduce solo in comfort e consumo/emissioni, ma soprattutto in sicurezza. Ritengo che un’auto costruita in tale economia non possa essere sicura come si richiede a una vettura che deve portare in giro la gente nel marasma del traffico moderno. Per non parlare del caso dell’India, dove al traffico si aggiungono la follia degli automobilisti e la condizione delle strade.

Che economia non sia sinonimo di sicurezza, lo testimonia piuttosto bene il recente crash test EuroNCAP della Brilliance BS4, auto cinese in arrivo anche in Europa. Questa macchina e’ stata niente di meno capace di aggiudicarsi ZERO stelle! Complimenti.

E si sono difesi sostenendo che, se l’EuroNCAP non avesse recentemente rivisto i parametri di valutazione, la macchina di stelle ne avrebbe prese tre. Come a dire: “mannaggia, se in Formula 1 non ci fossero le monoposto tecnologiche che ci sono, potrei diventare io campione del mondo correndo con quattro ruote di plastica montate sotto una cassetta della frutta”. Ragazzi, svegliatevi! L’asticella esiste per essere spostata piu’ un alto, se cosi’ non fosse vivremmo ancora nelle caverne e mangeremmo carne cruda.

Di seguito il video della straordinaria performance della BS4.

28 marzo 2009 Posted by | Cose tecniche, L'India non puo' farcela! | , , , , , , , | 6 commenti

Bibita, bibita, bibita. E tu StEnlio cosa vuoi? Bibita!

Ieri sera la TuttoQua Family si e’ unita ad una cena a casa di amici italiani a Delhi, cena piacevolissima e luculliana, di cui li ringraziamo ancora una volta. Tra un gamberone e una seppia ed alcune tonnellate di altre masserizie, essendo tutti italiani, siamo inevitabilmente finiti a parlare di questo paese che ci ospita. D’altronde di che dovremmo parlare? Siamo qui, lontani da casa, tutti nello stesso luogo, e’ spontaneo confrontarsi sul tema comune. Se vado allo stadio, con gli altri tifosi si finisce a parlare di calcio, non certo di pizzi e merletti.

Al di la’ delle differenze soggettive e oggettive, delle ambizioni, delle attese, delle professioni e delle abitudini sociali, perche’ ognuno ha le sue ed e’ sacrosanto che sia cosi’, abbiamo messo a fattor comune alcune valutazioni sull’India e sugli indiani. Valutazioni che, ancora una volta, mi hanno fatto riflettere.

Perche’ si puo’ dire cio’ che si vuole, ma quando un nutrito gruppo di persone afferma di incontrare certe difficolta’, con dovizia di particolari cosi’ simili, non c’e’ scampo! Se sospetto di essermi rotto un braccio e faccio dieci radiografie in dieci ospedali diversi, e tutti e dieci i radiologi mi dicono che il braccio e’ rotto… aho’, sara’ rotto ‘sto braccio, eh! Cio’ che resta da fare non e’  l’undicesima radiografia, piuttosto serve un gesso.

Quando si parla di affidabilita’, dunque, gli indiani si rivelano completamente inaffidabili, perfino quelli che sembrano piu’ fedeli, piu’ affezionati, capita che ti pugnalino alle spalle quando meno te lo aspetti. E se ti possono imbrogliare e fregare non ci pensano nemmeno un secondo, e se possono farlo lasciandoti nella peggiore situazione possibile, ci godono perfino.

Capacita’ professionali? Sono sostanzialmente incapaci. Indubbiamente possiedono degli skill particolari, ad esempio sono bravissimi con i numeri. Ma quando si tratta di tirare fuori un’idea, che fosse una, non c’e’ nulla da fare. Un commento simpatico e’ stato: “Leonardo da Vinci non sarebbe mai potuto nascere in India, perche’ questa possibilita’ non e’ contemplata nel patrimonio genetico locale”. Questo la dice lunga su una cosa: si ammazzano sui libri, studiano, studiano e studiano, ma poi tutto questo studio non porta innovazione e non porta crescita.

Lingua e organizzazione: ci si e’ chiesto come mai, dopo 3 secoli di dominio britannico, questi non siano nemmeno riusciti ad imparare l’inglese. Si e’ discusso sul valore che gli inglesi possano aver portato o meno a questo popolo, e siamo stati d’accordo sul fatto che un impero coloniale che espande i suoi possedimenti, non lo fa certo per andare a dare una mano a qualcun altro, ma ci va per sfruttarne le risorse. Ma, nonostante questo, se gli inglesi non fossero mai venuti in India, questo popolo vivrebbe ancora nel Medioevo piu’ Medioevo di quello in cui vive oggi. La lingua, seppur appresa malissimo, gli ha dato la possibilita’ di unire un paese altrimenti non unificabile. La burocrazia e’ inglese, cosi’ come i trasporti e tanto altro. Se l’India e’ oggi cio’ che afferma di essere, e cioe’ un paese in grande crescita, che ambisce al titolo di Potenza, che dice di essere la piu’ Grande Democrazia del Mondo, che sostiene di esportare talenti e beni materiali in tutto il Mondo, beh lo deve alla Gran Bretagna, nel bene e nel male.

Nel 21-esimo secolo e’ inaccettabile che una parte (una grossa parte!) della Razza Umana sputi per terra, rutti in continuazione, e viva nella sporcizia deliberatamente, per scelta, perche’ l’acqua e il sapone non sono entrati a far parte della vita di tutti i giorni. E’ insostenibile che un popolo assegni cosi’ poco valore alla vita umana, che guidi in stato di totale incoscienza, mettendo a rischio la propria sicurezza e quella altrui. Che consenta a ogni sorta di animale di scorazzare libero per la strada, inclusa la famigerata mucca sacra, della cui sacralita’, evidentemente, non gliene puo’ fregare di meno a questi indiani, visto che milioni di bovini vivono dove gli capita, mangiando spazzatura, defecando per la strada, diffondendo malattie, provocando incidenti e crepando schiacciati da camion e autobus.

Nel 21-secolo e’ paradossale che un paese che afferma di possedere ogni tecnologia debba ancora dipendere dai generatori diesel e dai depuratori d’acqua, e che costruisca qualsiasi cosa cosi’ male e con tanta superficialita’. Che non abbia un sistema fognario e uno di distribuzione del gas, e che le strade versino in condizioni terrificanti. E’ perfettamente inutile mandare un razzo sulla Luna in un contesto del genere!

E’ incredibile invece che ci siano persone convinte del fatto che una donna che perda il marito debba gettarsi nelle fiamme della pira di costui, cosi’ da morirci insieme. O che le Caste siano ancora un concetto gia’ solo vagamente possibile. Che esistano i servi, che dormono per terra, lavorano 24 ore al giorno per una misera paga e che vengono  umiliati, maltrattati e piacchiati in continuazione.

In un Mondo messo sotto stress dagli esseri che lo popolano, dove la societa’ civile, le risorse e l’ambiente sono divenuti la chiave per la sopravvivenza della nostra specie, e’ disdicevole che 1/4 della popolazione mondiale stia cercando a tutti i costi di autodistruggersi e di portarsi dietro gli altri 3/4. Come si puo’ pensare di migliorare la qualita’ di cio’ che respiriamo e mangiamo, facendo degli sforzi inauditi, quando da questo lato dell’emisfero, una massa informe di menefreghisti e ignoranti ci rema contro?

L’Europa e’ una barchetta a remi che cerca di trainare il Titanic lontano dall’iceberg che si profila all’orizzonte:

Re-ma! Re-ma! Re-ma!

Hai voglia a remare…

28 marzo 2009 Posted by | L'India non puo' farcela! | , , , , , , , , , , , , | 5 commenti

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: