TuttoQua?

L'umanita' sta regredendo

AF447 – Cosa ci dicono i corpi ritrovati?

Non mi piace aprire le danze con affermazioni forti, almeno fino a quando non sono in grado di giungere a conclusioni minimamente accettabili. Oggi pero’ faccio un’eccezione, e dico che i corpi ci dicono molto poco, senz’altro meno di quanto ci si stia affannando a intravedere. Ho letto un po’ di tutto in giro negli ultimi giorni, ma di informazioni convincenti ne ho trovate pochissime; da qui la mia decisione di staremene un po’ alla finestra in osservazione. E’ anche vero, pero’, che gli eventi si susseguono, e si rischia di perdere il filo, quindi forse vale la pena aggiungere qualche considerazione in attesa di nuovi sviluppi.

Iniziamo col fissare un paio di paletti: il primo e’ che mi sembra di aver capito che i corpi “analizzati” finora siano 16, quindi il 7% del totale. Pochi. Il secondo e’ che questi 16 corpi non presentano bruciature e non contengono acqua nei polmoni, ma invece evidenziano varie fratture e che, pare, siano parzialmente o completamente svestiti (nessuno riesce ad essere preciso). Le varie speculazioni fatte intorno a queste informazioni sono, per forza di cose, molto superficiali, e non mi pare abbiano portato alcun beneficio alle indagini.

Si dice che, siccome i cadaveri non presentano bruciature, allora non c’e’ stata esplosione. Che poiche’ non hanno acqua nei polmoni non sono annegati. E visto che non hanno i vestiti, deve esserci stata una violenta decompressione che glieli ha strappati via. Sulle fratture poi si rischia di cadere nella banalita’, perche’ un urto c’e’ stato comunque e quindi le ossa rotte sono una conseguenza inevitabile. I coroner, piu’ che raccontarci di fratture, dovrebbero spiegarcene la storia e le ragioni.

Il problema e’ che non possiamo fare altro, al momento, che affidarci ai rilievi effettuati su quel campione del 7%. Se i passeggeri fossero stati 20.000, mi sarei accontentato di una percentuale del genere, ma siccome stiamo parlando di un ordine di grandezza 100 volte inferiore, il 7% e’ troppo poco. A cio’ bisogna aggiungere che le informazioni stesse sono frammentarie e insufficienti. Prima di tutto io non ho visto fotografie delle vittime, quindi la semplice definizione di “corpi nudi” mi pare un po’ generica. Ma nudi quanto? Completamente, poco, molto? Farebbe, secondo me, una bella differenza! Non presentavano acqua nei polmoni? Non significa necessariamente che un’altro 50% di loro non sia potuto annegare, ma piuttosto che quei 16 non sono annegati, e magari questo e’ il motivo per cui sono tornati a galla e gli altri sono rimasti sotto. Hanno anche detto che alcuni di loro presentano mutilazioni, anche grandi, come ad esempio la mancanza della testa. Mi pare chiaro che gli squali abbiano banchettato, ma allora magari i vestiti glieli hanno portati via loro. E se c’e’ stata esplosione, puo’ questa aver interessato l’intera fusoliera, oppure solo una piccola parte che potrebbe aver provocato ustioni solo a un 10% delle persone a bordo?

Un’altra considerazione riguarda l’analisi dei relitti dell’aeromobile. Evidentemente le persone devono avere la precedenza, ma di analisi sui rottami ho sentito poco e nulla. Ad esempio, visto che il timone e’ stato ritrovato, potrebbero dirci perche’ si e’ staccato. Mi sembra di ricordare che un timone si rompa a partire dall’attacco anteriore verso il posteriore qualora l’aereo precipiti e vada in pezzi, ma si rompa esattamente al contrario (dal posteriore verso l’anteriore) quando l’aeromobile si schianti contro una superficie dura. Infatti, nel primo caso l’attrito dell’aria e le forze in gioco lo portano letteralmente via dalla coda, come strappassimo un foglio di carta con le mani, mentre, in caso di urto, la compressione improvvisa lo spinge in avanti, come quando si prende un foglio di carta e lo si accartoccia.

Insomma, mi pare che le speculazioni si stiano allargando orizzontalmente, e non stiano restringendo affatto la lista delle ipotesi. E questo, a mio parere, significa che le informazioni sono ancora troppo poche. Che poi siano poche perche’ oggettivamente poche, oppure perche’ tenute nascoste o condivise col contagocce, questo non sono in grado di stabilirlo.

Aspettare si deve.

16 giugno 2009 - Posted by | Aziende e dipendenti, Cose tecniche, Pericoli vari e disservizi | , , , ,

19 commenti »

  1. Ciao tuttoqua,
    condivido in pieno la tua prudenza. Troppo poche le informazioni di cui al momento disponiamo, troppi ancora gli interrogativi senza risposta per affannarci a formulare qualche ipotesi.

    Io credo che alcune considerazioni un po’ più serie e fondate si potranno fare se e quando troveremo un pezzo di fusoliera. Sarà interessante vedere la distanza rispetto al punto di ritrovamento dello stabilizzatore di coda. Da lì potremo avanzare altre ipotesi su come l’aereo è arrivato all’impatto (se intero o solo in parte). Ovviamente, sarebbe utile alle indagini anche trovare altri corpi e determinare se presentano segni di mutilazione simili a quelli già ritrovati, anche se ritrovare corpi è ormai un’impresa più difficile ogni giorno che passa.

    A tal proposito, segnalo che ieri sono stati avvistati altri rottami in un’area piuttosto distante da quella in cui si svolgono attualmente le ricerche, per la precisione al limite tra le acque territoriali brasiliane e quelle senegalesi, 950 km a N dell’arcipelago di Fernando de Noronha. Appena trovo una mappa pubblico il link. Si tratta di capire se è una distanza compatibile con 15 giorni di correnti o se è invece un indizio che lo stabilizzatore verticale è venuto giù da solo per primo e il resto dell’aereo si è schiantato ancora intatto a 50 o 100 miglia di distanza.

    Ancora non riesco a farmi una ragione di come un timone di coda possa staccarsi dal resto della fusoliera in un Airbus A330 a causa di una tempesta. Non traggano in inganno le foto dell’aereo della TAM fortemente danneggiato dalla grandine. Quei danni si sono prodotti in fase di decollo a un’altitudine molto inferiore, tanto che l’aereo è riuscito a tornare indietro e atterrare. A 10,7 km in pieno oceano non c’è grandine, questo ce lo dice anche Tim Vasquez, il metereologo di cui qui abbiamo parlato spesso e che è stato il primo a creare una simulazione delle condizioni metereologiche al momento dell’incidente sulla base di dati satellitari.

    Commento di Sergio | 16 giugno 2009 | Rispondi

  2. Ancora un saluto a tutti i partecipanti di questa discussione.
    Pochi giorni fa, ho lasciato un mio commento sul fatto di fare assolutamente chiarezza su questa terribile sciagura ma da quello che leggo da Voi (sempre documentati e attenti) e quello che si vede riportato dai media la cosa sembrerebbe assumere già toni da dimenticatoio e/o insabbiamento…
    Dai vari TG nazionali cerco di aggiornarmi sugli sviluppi della vicenda ma da qualche giorno, del volo AF447 non se ne fa neanche il minimo accenno, perchè?
    Si è già esaurito il carico di tragicità di questo evento e la cosa oramai non interessa più a nessuno?
    Le scatole nere si potranno recuperare a vostro parere?
    Queste notizie, relative allo stato di ritrovamento dei cadaveri io l’ho saputo solo tramite Voi del forum, ma è mai possibile?
    Per tutto quello che ci trasmettete, e invitandoVi di continuare a farlo (evolversi dei fatti e vostre senzazioni) ancora Vi ringrazio.
    Paolo.

    Commento di Paolo | 16 giugno 2009 | Rispondi

  3. Paolo, credo che tu ti sia già dato la risposta da solo. Aggiungo solo una piccola nota: mettiti in testa che da molto tempo ormai l’informazione non passa più dai TG e dai grandi organi di informazione, i quali non fanno altro che riprendere le notizie delle agenzie colorandole ognuno secondo le simpatie del proprio editore o del proprio partito di riferimento. Blog, forum e siti di discussione ormai l’unica possibilità seria di vero approfondimento, se non altro perché ti permettono di scegliere tu stesso gli argomenti che ti interessano, oltre al fatto che sono spesso un’autentico raccoglitore di conoscenze.

    Se poi volessi girare il coltello nella piaga, potrei aggiungere che le sciocchezze che ho letto sui grandi media a proposito di questa tragedia hanno superato la mia immaginazione (in Italia Il Corriere ha veramente battuto ogni record).

    Commento di Sergio | 17 giugno 2009 | Rispondi

  4. che brutto commento sergio.
    TuttoQua non ci ha abituato alle polemiche sterili di tante altre povere lande aride del web dove si ciancia e si polemizza. Se qui si usano toni pacati e costruttivi, evidentemente è perche’ si vuol arrivare a conoscere in modo piu’ approfondito un evento catastrofico che ha colpito molti.
    Di certo non ha neppur bisogno della mia difesa, ma non e’ nemmen mia intenzione farlo: voglio solo difendere il mio diritto di leggere qualcosa di interessante senza incappare continuamente in polemiche inutili.

    ps. dal sito di ilsole24
    (la foto dei tubi di Pitot che pubblichiamo nell’articolo è stata tratta dal blogTutto qua)

    9 giugno 2009

    effettivamente e’ presente il link.

    dario

    Commento di Dario | 17 giugno 2009 | Rispondi

    • Dario, ti ringrazio di aver tratto la spada in mia difesa, ma temo proprio che Sergio stesse scherzando… ha pure messo il sorrisino alla fine della frase 😉 Per quel che riguarda il link, e’ vero che ha detto che la foto l’aveva presa dal mio blog, peccato si sia dimenticato di dire di ver aver anche copiato larga parte del POST.

      Commento di tuttoqua | 17 giugno 2009 | Rispondi

  5. Sergio, hai ragione! Mi hanno pagato cosi’ profumatamente che sono indeciso se andarmi subito a comprare una villa a Montecarlo oppure restarmene un’altra settimana in campeggio 😀

    Commento di tuttoqua | 17 giugno 2009 | Rispondi

  6. Ciao Tuttoqua,

    è vero che il 7% è poco rappresentativo, ma secondo me può diventare significativo se si conoscono le posizioni dei passeggeri nell’aereo. In altri termini, se il 7% era tutto nella coda, o sparso in diversi punti nell’aereo, fa una bella differenza! Però prima di procedere a elaborare questa teoria, occorre IDENTIFICARE quei corpi, cosa che si può fare solo con un esame comparato del DNA tra i corpi ritrovati e i parenti delle vittime.

    In quanto al rimando sul Sole24ore, è stato proprio grazie al link del giornalista che ho conosciuto questo blog! 🙂

    Commento di Lorenzo | 17 giugno 2009 | Rispondi

    • Lorenzo 😉 Si, in effetti, se si conoscesse il posto occupato a bordo da quei 16 sarebbe molto utile.

      Commento di tuttoqua | 17 giugno 2009 | Rispondi

  7. Ciao ragazzi, speravo che l’ironia venisse colta con meno difficoltà. Bisogna proprio tagliarvele a fettine, eh! 🙂

    Commento di Sergio | 17 giugno 2009 | Rispondi

  8. Tuttoqua continua a tenerci aggiornati sulla vicenda dato che ormai(credo volutamente) nessuno ne parla piu’.
    Questo mi rammarica e non poco.
    Penso che i media abbiano detto tutto e di piu’ pur di non dare le informazioni giuste, che si avvicinano alle verita’.
    Verita’ a mio modo di vedere volutamente tenuta nascosta .
    Forse errando dico che air france e airbus sanno cosa sia successo mi pare impossibile che hi ha costruito un areo del genere pezzo per pezzo non sappia cosa sia successo .

    Vedendo dall’esterno Sergio e’ una persona che ci ha dato un sacco di info e si e’ sbattuto parecchio per darci info, e scommetterei che stava scherzando.
    In brasile continuano a parlare della sciagura i corpi erano 64 fino a 2 giorni fa.

    Commento di Marcello | 17 giugno 2009 | Rispondi

  9. successo niente.
    s’e’ abituati troppo a leggerne di ogni.

    Commento di dario | 17 giugno 2009 | Rispondi

  10. Salve,
    come sempre da JBlog Slot (il blog brasiliano che ho già segnalato nei giorni scorsi) arrivano notizie molto interessanti e, soprattutto, in anteprima. Vi riporto qui di seguito una traduzione un po’ veloce dell’ultimo post di Marcelo Ambrosio, chiedendo scusa fin d’ora per eventuali errori dovuti alla fretta.

    *************

    17/06: AF447 – I dati dell’autopsia non sono ancora conclusivi
    di Marcelo Ambrosio

    I dati delle prime autopsie, secondo quanto filtrato dai medici legali di Recife e riportato da Estadão (quotidiano di San Paolo (N.d.R.)), indicherebbero che i corpi delle vittime del volo AF447 presentano fratture multiple agli arti inferiori (ad esempio in un terzo di una gamba), alle braccia e al bacino. Questi dati, insieme alla mancanza di segni di trauma cranico, indicherebbero che l’impatto dell’aeronave sarebbe avvenuto quasi in orizzontale (cioè con la pancia della fusoliera sull’acqua), con i passeggeri ancora intrappolati ai sedili dalle cinture di sicurezza. Si tratta di un’informazione importante dal punto di vista investigativo, ma la cui conclusione è un ancora un po’ vaga: una delle operazioni di routine più importanti eseguita sempre dal personale di bordo è quella di preparare i passeggeri ad una situazione di emergenza. Queste istruzioni sono impartite sempre nei messaggi registrati che si ascoltano prima del decollo e sono contenute anche nel cartoncino in plastica che si trova nella tasca del sedile e che, di solito, nessuno legge, per indifferenza o semplicemente per superstizione.

    In situazioni come quella vissuta dall’AF447, almeno nella fase iniziale dell’emergenza, è possibile che l’equipaggio abbia ordinato ai passeggeri di riportare lo schienale in posizione verticale, di allacciare le cinture di sicurezza e, soprattutto, di prepararsi a un atterraggio di emergenza. La regola in questi casi è togliersi le scarpe, se possibile lasciare un documento di identificazione nei vestiti (nessuno lo fa mai, nemmeno io…) e piegare il corpo sulle gambe appoggiando la testa sopra le ginocchia. Le braccia devono rimanere appoggiate sopra la nuca. Le forze generate dall’impatto tendono a concentrarsi sulla vita e sulle braccia. Le fratture alle gambe si verificano in situazioni in cui i sedili vengono sradicati dalle guide alle quali sono fissati. Se la memoria non mi inganna, dopo la caduta del Boeing 737 della Varig in Amazzonia, quando la maggior parte dei decessi fu dovuta al fatto che i sedili posteriori furono scagliati su chi si trovava nella parte anteriore, i perni di fissaggio sono stati modificati e rinforzati. Se qualcuno si darà la briga di osservarli da vicino, vedrà che sono fatti di una lega diversa, con titanio, e assicurano la struttura metallica dei sedili (anch’essa rinforzata) sfruttando un angolo favorevole per aumentare la resistenza all’urto. Le longherine lungo il pavimento sono state anch’esse rinforzate.

    Durante il famoso atterraggio di emergenza dell’A320 della US Airways nel fiume Hudson a New York, il pilota Sully Sullemberger impartì questo ordine poco prima dell’impatto con l’acqua: “Cabin crew, embrace yourselves”. Questo accorgimento permise di ammortizzare completamente il violento impatto con l’acqua. L’unica persona che risultò gravemente ferita quel giorno fu una commissaria di bordo. Nel caso dell’AF447, le fratture sembrano indicare non tanto un’ammaraggio, come si sente ripetere in giro, ma di un impatto relativamente ben angolato con la superficie dell’oceano, dove le lesioni sono causate dalla decelerazione estremamente violenta. La presenza di petecchie a livello delle mucose (macchioline rosse) osservata dai medici legali è generalmente associata ad asfissia, corroborando ulteriormente la tesi di una depressurizzazione traumatica. Uno degli ultimi messaggi ACARS sembra indicare appunto questa evenienza.

    Prima che mi dimentichi: un pilota di Airbus di lunga esperienza che ha letto la sequenza degli ACARS ha richiamato la mia attenzione. In nessuno dei 24 messaggi vi è alcun riferimento a un guasto elettrico sull’aeronave. Solo la perdita dell’ADIRU (il computer centrale) potrebbe essere associata a un qualche tipo di scarica, ma non in quel momento di emergenza. Nelle prime ore della mattinata di oggi Paul-Henri Arslanian, a capo dell’equipe di investigazione della BEA, ha affermato che l’inchiesta “è vicina alla conclusione”. Poiché in questa tragedia tutto è stato finora divulgato a piccolissime dosi, è una chiara indicazione che, anche senza la scatola nera, la sequenza dei momenti finali dell’A330 è ormai nota ai tecnici. Arslanian ha inoltre ribadito che l’analisi si sta concentrando sulle incoerenti letture di velocità registrate dai sensori Pitot che erano congelati. Nella fattispecie, il guasto non dipenderebbe però dal congelamento dei sensori, che è previsto come una delle possibilità che possono verificarsi durante il volo, bensì dal sistema di riscaldamento del dispositivo, che non avrebbe funzionato a dovere. Arslanian ha anche lamentato il fatto che i periti della BEA non abbiano potuto partecipare all’autopsia (il che non è stato però confermato). Ma ciò è comprensibile, in quanto i medici legali di Recife stanno operando nell’ambito di un processo legale di identificazione in conformità alle leggi brasiliane. Niente impedisce che i francesi possano accedere ai corpi in seguito.

    *************

    Il testo originale in portoghese è disponibile qui.

    Commento di Sergio | 17 giugno 2009 | Rispondi

  11. Grazie Sergio,

    informazioni importanti !

    Commento di tukulka | 18 giugno 2009 | Rispondi

  12. Grazie per le informazioni relative alla sciagura, a tutti i partecipanti e al nostro grandioso ospite.
    Stima e ammirazione nei tuoi riguardi.

    Ci tenevo a esprimere un mio personale punto di vista su questa tragedia che purtroppo alla sostanza non e’ diversa da tante altre nella storia dell’aviazione moderna: sono morte un sacco di persone.

    Quello che non riesco a togliermi dalla testa e’ che da quando volare e’ diventato alla portata di molti, ossia quando si e’ davvero dato come il migliore e quindi e’ diventato l’unico sistema di trasporto umano intercontinentale, questi giganti dell’aria (che diventano sempre piu’ grandi) funzionano quasi nello stesso modo(vi prego perdonatemi il quasi che e’ sicuramente riduttivo per voi esperti).
    Quello che vorrei dire e’ che non c’e’stata nessuna significativa rivoluzione auspicabile in termini di sicurezza come in altri campi della tecnologia umana.
    Si e’ pensato al confort, al risparmio, all’inquinamento, magari anche alla sicurezza attiva (computer di bordo, doppi o tripli sistemi in caso di malfunzionamento, controllo incrociato dei dati, materiali sempre piu’ leggeri e strumenti di navigazione sempre piu’ sofisticati e con mille ausili per il pilota, controlli tecnici e meccanici di routine molto frequenti, associazioni che tutelano il passeggero e la sicurezza ) ma molto poco a quella passiva.
    Ora e’ chiaro a tutti e anche a me che a 10000mt la temperatura e’ di -50 gradi e che l’aria e’ irrespirabile, ma in termini assoluti non mi sembrano cosi’ tanti per il mondo nel 2009 e mi pare assurdo che da quella ridicola altezza, che percorro a piedi in 2 ore, si debba ancora morire. E morire tutti, nessun superstite. E nel 1969 siamo andati sulla luna(qualcuno direbbe forse).

    Ora immaginiamo per un attimo che gli aerei volassero a pelo d’acqua come certi uccelli(www.md80.it/bbforum/viewtopic.php?t=5436), oppure che fossero dotati di una o piu’ cabine di sicurezza paracadutabile dove potrebbero prendere posto i passeggeri in caso di emergenza. O che magari che nell’impatto a bordo si gonfiassero degli airbag o che un getto di schiuma solidificante e porosa invada l’abitacolo difendendo i passeggeri dagli urti (non certo purtroppo dalle decelerazioni). Immaginiamola diversa l’aviazione. Immaginiamo che qualcuno si preoccupi veramente della vita delle persone. E che invece dei letti sul tanto pubblicizzato A380 ci siano delle scialuppe aeree paracadutabili. Io voglio vivere, non voglio dormire, dormo anche seduto! E non mi interessa di letti (che tra l’altro non posso permettermi), mi interessa che qualcuno mi garantisca una possibilita’ se tutto e’ perduto e l’aereo cade.

    Scusate ma sono sempre piu’ convinto che quelle mascherine per l’ossigeno siano un po’ vetuste e che il balletto delle hostes alla partenza solo un buon modo per ammirarle dalla testa ai piedi.

    Un’altra riflessione riguarda la frase che sempre piu’ stesso mi ripetono tutti quando dico che ho paura di volare, l’ho letta anche qui nel blog: “Volare e’ il sistema di trasporto STATISTICAMENTE piu’ sicuro.” Cos’e’ uno spot, parliamo come le aziende adesso?

    Non e’ statisticamente che dobbiamo valutare la morte di queste e di tutte le altre vittime di tragedie simili.
    Dobbiamo pensare a che TIPO DI MORTE ATROCE abbiano vissuto,
    immedesimarci, al buio con l’allarme che suona, le grida di paura,la depressurizzazione che ti fa strabuzzare gli occhi ti toglie i vestiti e l’aria dai polmoni…. no no no no, non ci siamo, e’ disumano. Neanche al mio peggior nemico o ad una bestia.
    Non e’ vero che se si deve morire poco importa, senno’ non spareremmo un chiodo in fronte ai maiali e alle vacche.
    Scusate ma la faccenda mi tocca assai.
    Grazie
    Corravid

    Commento di corravid | 18 giugno 2009 | Rispondi

    • Ciao Corravid, le tue esternazioni sono comprensibili, cosi’ come e’ comprensibile il desiderio, da utente come tutti noi, che i mezzi di trasporto possano diventare sempre piu’ sicuri. Tralascio, dunque, ogni commento tecnico, e mi concentro solo sulla tua chiusura: qui nessuno ha mai detto che “se si deve morire poco importa”. Anzi, a me pare che tra il sottoscritto, e i lettori che hanno lasciato commenti, si sia tutti, piu’ volte, espresso il rammarico per l’enorme perdita, nonche’ la vicinanza ai parenti delle vittime e alle vittime stesse che, come dici anche tu, avranno sicuramente vissuto momenti terribili che non augureremmo mai a nessuno. Cio’ che stiamo facendo qui, pero’, e’ concentrarci sulle concause che possano aver causato questo disastro, ma questo non significa che ci dimentichiamo di quei poveretti, per i quali, pero’ non si puo’ far altro che recuperarne il piu’ possibile (se e quando il mare ce li vorra’ restituire), e studiare l’incidente, proprio per far si’ che quella sicurezza di cui parli possa aumentare sempre di piu’.

      Quindi, permettimi con cordialita’, di dirti che non e’ vero che non ci siamo, piuttosto direi che invece, nel nostro piccolo, ci siamo abbastanza, e ben piu’ di quanto quotidiani e organi d’informazione ci siano. La stessa Air France ha dimostrato, secondo me, un comportamento esemplare in questa triste vicenda, fornendo alle famiglie un livello di supporto e ausilio forse mai sperimentato prima.

      Commento di tuttoqua | 18 giugno 2009 | Rispondi

  13. Siamo d’accordo quindi su tutto ma credo che tutti noi qui stiamo cercando di capire cosa e’ successo perche’ non si ripeta giusto? Allora perche’ non proporre una riflessione su come potrebbe evolvere il sistema di trasporto aereo commerciale, in senso tecnico intendo, ripensando alle strutture, partendo dal presupposto che anche i piccioni volano e non mi sembrano cosi’ intelligenti…secondo me non c’e’ bisogno di ulteriori computer a bordo, ma di “ali” piu’ sicure, questo volevo dire. E ti assicuro senza nessuna polemica nei confronti di chi mi ospita in questo bellissimo blog. Vorrei chiedere a chi davvero ne capisce (ho visto che il tuo blog pullula di esperti coi fiocchi) se c’e’ un margine per ripensare alla struttura degli aerei, se un giorno potremmo magari veder volare degli aerei con un “luogo sicuro” a bordo o con un sistema strutturale che in casi estremi ci dia qualche chance di riabbracciare la nostra vita dopo qualche attimo di panico.
    Tu parli di customer care (e dimostri di avere buon senso e cuore in quello che dici), io parlo di scialuppe di salvataggio. Ho capito che sembra un utopia, ma la storia ci insegna che l’utopia e’ alla base dell’evoluzione no? Quindi ben venga il customer care (ci mancherebbe, mi sono occupato personalmente di un documentario su Ustica e abbiamo sottolineato come i parenti delle vittime siano stati trattati come delle pecore, povera gente)ma vorrei sottolineare come l’oligopolio di chi progetta e costruisce areoplani non ci sta fornendo una evoluzione con la sicurezza al centro degli obbiettivi. E vorrei sottolineare anche che abbiamo perso un aereo enorme per giorni prima di sapere dove fosse. Sarai d’accordo con me che nell’era dei satelliti militari e dello scudo spaziale sia un pochino anomalo quantomeno.
    Vi stimo molto e ammiro come stiate provando a trovare delle verita’, nessuna polemica nelle mie parole ti assicuro, se non costruttiva, sto solo cercando di spingervi a pensarla da capo la faccenda. Mi e’ chiaro che non e’ strettamente questo il topic del blog. Mi scuso. Ma ho creduto che foste degli interlocutori adatti per capire se esiste un’ evoluzione in tal senso…se ci posso sperare. Lo so che quelle di cui parlo sembrano delle assurdita’ ma anche quando i fratelli Montgolfier decollarono la prima volta tutti dicevano che era assurdo. E poi i fratelli Wright, un’assurdita’ anche la loro. Abbiamo bisogno di un altro paio di fratelli geniali. E delle loro assurdita’.
    Tutto qua! 🙂

    Commento di corravid | 18 giugno 2009 | Rispondi

  14. Egr. Corradiv,
    Condivido in toto quanto da Lei espresso e mi associo sul fatto che invece di progettare suite volanti (dove sei sì dotato di tutti i confort possibili e immaginabili, ma la morte ti sfiora in ogni minuto di volo, perchè queste macchine altamente tecnologiche, come diceva Thomas Andrew sono fatte di ferro e se si fermano o diventano incontrollabili cadono (e mica sempre si ha la fortuna di ammarare o atterrare passandola liscia!!!))
    Ben venga quindi la ricerca della scialuppa di salvataggio formato aereonautico come proposto o sistemi in grado di pensare subito all’incolumità delle persone!
    Questo sicuramente ne farebbe guadagnare anche in termini di qualità sulla serenità di viaggio (sfido chiunque che oggi sale su uno di questi bestioni e si appresta a prendere posto sulla sua poltroncina, a non pensare per un attimo, solo per un attimo che forse ci potranno essere dei “problemi” durante il volo, magari di tipo metereologico oppure, di tipo “irreparabile”.
    Pur rilevando da qualche giorno oramai nemmeno un minuto di cronaca riportata sulla vicenda di questo sfortunato volo, dalle varie testate giornalistiche nazionali, non passa giorno che io non pensi a questi 228 poveretti (chissà cosa avranno fatto per meritarsi come diceva chi scriveva prima di me, una fine così atroce da augurare proprio a nessuno) e ai bambini a bordo, pensate a questi “cuccioli” a cui la loro vita hanno spezzato in tenerissima età!
    Signori non ci siamo!!! Troppo alto il prezzo pagato e che continueremo a pagare se non realizziamo qualcosa in merito alle vie di fuga quando l’aereo è spacciato!
    Perchè di aerei spacciati ce ne saranno ancora, garantito!
    Gli aeroplani sono frutti della tecnologia (dove io ho a che fare tutti i giorni) e vi garantisco che la tecnologia per quanto sofisticata si può rompere.
    L’unica differenza sta nel fatto che se va a coinvolgere persone o peggio bambini e tanti, non si dovrebbe MAI permettere di sbagliare o guastare.
    Scusate lo sfogo ma così proprio non va, nel 2009, perchè questo segna il mio calendario, andare ancora dalle famiglie dei parenti a ufficializzare la morte di un proprio caro (come si faceva con i combattenti del Vietnam) ma qui però in guerra non siamo, anche se il bollettino delle vittime è da considerarsi bollettino di guerra a tutti gli effetti, ( 228 persone!!! 228 persone!!! 228 persone!!! ) solo perchè la tecnologia non ci ha pensato o magari ha lesinato è inaccettabile.
    Che Dio ci perdoni!
    Come dice il mitico Jerry Scotti.
    Paolo.

    Commento di Paolo | 19 giugno 2009 | Rispondi


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