Imballaggi Indiani!
Dopo tante peripezie, siamo finalmente riusciti a far giungere il nostro container dall’India a casa, qui vicino Bologna. Ieri e’ arrivato il camion, con tre operai che avevano una gran voglia di lavorare, a tal punto che c’hanno messo 3 ore a scaricare 154 colli, e “solo” 4 ore per montare un armadio e la cameretta di TuttoQua Boy. Dei campioni del fai da te! E pensare che, andando via, non volevano portarsi nemmeno via i cartoni dei pezzi che avevano sballato, e ci siamo dovuti incazzare per farglielo fare. “Eh, dotto’… ma gli imballaggi non sono i nostri…”. “Ma perche’, se erano i tuoi te li mangiavi in insalata?”. Il fatto e’ che, poi, nell’aprire i cartoni, li avevano anche lanciati dal primo piano direttamente di sotto in giardino, dichiarando “tanto poi puliamo…”. Secondo loro, invece, tutta quella roba doveva restare li’ sotto tutta la notte, quando nella migliore delle ipotesi il vento avrebbe sparso tutto su un raggio di 300 Km da casa, e nella peggiore sarebbe venuto a piovere, facendoci trovare le sabbie mobili sotto casa.
Ora, voi direte: “vabbe’, alla peggio ti caricavi quei quattro cartoni in macchina e li portavi in discarica…”.
E qui casca l’asino, pardon, l’indiano! Quattro cartoni!! Voi non avete idea di che razza di imballaggi abbiano fatto quelli della CLINTUS… poi dicono che dobbiamo salvare il Pianeta. La quantita’ di carta e cartone e’ imbarazzante! Non esagero se vi dico che, tra ieri e oggi, ho gia’ smaltito un quintale di roba, e siamo solo all’inizio.
No, ma voi non potete capire, perche’ io, a chiacchere (e tabbacchere e legno, come si dice a Napoli), non riesco a spiegarmi, quindi ho creato una sequenza di foto, per farvi vedere l’imballaggio di un semplice bicchiere. Ma non pensate che sia cosi’ perche’ si parla di roba fragile… perfino la plastica e’ stata imballata allo stesso modo! Siete pronti? Allora andiamo pure, spendo solo un altro secondo per ricordarvi che le immagini, come sempre, sono cliccabili e ingrandibili (1044 x 783 pixel, JPG, 345 Kb circa l’una):
Step 1: il bicchiere cosi’ come si presenta appena tirato fuori dalla scatola di cartone:
Step 2: dopo aver rimosso il primo giro di carta marrone (quella esterna e’ marrone quella interna e’ bianca…).
Step 3: dopo aver tolto il giro di cartone che si vede nella foto precedente.
Step 4: dopo la rimozione del primo strato interno di carta bianca.
Step 5: rimozione del secondo strato interno di carta bianca, che protegge la parte superiore del bicchiere (!).
Step 6: rimozione del terzo strato interno di carta bianca, che progette la parte inferiore del bicchiere (!!).
E finalmente il calice da vino rosso rivede la luce! Integro… certo… e vorrei anche vedere!! Probabilmente, con tutta quella roba intorno, resterebbe sano anche lanciandolo dall’ottavo piano di un palazzo!
A cosa conduce questa sequenza d’immagini? A questo settimo scatto:
A destra, nel quadrato rosso, si vede una delle decine di scatole di cartone che stiamo aprendo… e a sinistra la montagna di carta marrone, bianca e di cartone “avvolgente” che ogni singola scatola produce! E’ cosi’ tanta che dentro non ci sta… devo saltarci dentro e pressare con i miei 120 Kg di bonta’ e generosita’ per fare spazio, e per ben due volte, prima di poterla chiudere. Tempo medio di sballaggio di ogni scatola? Almeno 30 minuti… di questo passo…
Il fatto e’ che mi sento in colpa, perche’ temo che, a causa del mio trasloco, la Foresta Amazzonica abbia perso 300 ettari di bosco… Che esagerazione! Come al solito gli indiani non hanno il senso della misura, e pensano solo a pararsi il culo.
Posso solo chiedere scusa alla Foresta Amazzonica e promettere che mai piu’ nella vita faro’ un trasloco dall’India!
Star Trek 2.0
A domanda: “Conosci Star Trek?”, se la risposta e’ Si, allora va tutto bene e il Mondo gira ancora nel verso giusto, ma se la risposta e’ No, allora sarebbe bene lasciare questo Mondo con ignominia. Oddio, non che uno si aspetti che l’intera popolazione mondiale ne sappia a pacchi di tutte le vicende della famosa serie TV in questione, al punto da riconoscere tutti i protagonisti anche dal solo deodorante ascellare, pero’ c’e’, secondo me, una caratteristica della storia che, bene o male, tutti conosciamo. La tecnologia! Ad esempio, chi non ha mai sentito parlare di teletrasporto? Oppure dei mitici comunicatori in cui il capitano Kirk (e tutti gli altri a seguire) parlava con l’equipaggio? “Kirk a Enterprise: tirateci su”, che poi in lingua originale e’ anche piu’ bella: “Kirk to Enterprise: beam me up Scotty!”. E i raggi a particelle (phaser)? E i replicatori di materia?
La verita’ e’ che non e’ un mistero che tutti i maggiori autori di fantascienza (di libri com Verne prima e Aasimov e Clarke poi, e di pellicole, come Gene Roddenberry, l’autore di Star Trek appunt0), per anni abbiano spesso avuto intuizioni felicissime sulla tecnologia futura. Dalle cose piu’ banali ai dispositivi piu’ complicati.
Star Trek poi, di gadget di varia natura ne ha sempre offerti a bizzeffe, solleticando la fantasia degli appassionati, ma anche degli scienziati e dei ricercatori che poi, queste cose, qualche volta, le costruiscono davvero. Se, ad esempio, si disponesse del Motore a Curvatura (Warp Engine), si potrebbe viaggiare nello Spazio coprendo immense distanze in tempi brevissimi. Il fatto e’ che questo propulsore non esiste ancora , ma esistono delle teorie che lo renderebbero realizzabile, magari in un futuro ancora molto lontano.
Il teletrasporto? Beh, sembra un’altra chimera, ma ora c’e’ chi riesce a teletrasportare da qui a li’ un’intera molecola. Vi sembra poco? Aspettate un’altra cinquantina d’anni, e poi ne riparliamo, perche’ con le tecnologia attuali le cose sembrano impossibili, ma con quelle del futuro chi lo sa?
Anni fa mi diverti’ molto leggere un libro intitolato “La Fisica di Star Trek”, con cui il fisico americano Krauss si sollazza, anche se con un certo rigore scientifico, ad evidenziare l’irrealizzabilita’ di alcuni dispositivi, mentre afferma che altri sono sicuramente piu’ alla nostra portata. Tra i primi, c’e’, appunto, il teletrasporto, un aggeggio in grado di smaterializzare una forma di vita (e anche un oggetto ovviamente) a livello atomico, di inviarlo sotto forma di dati alla stazione ricevente, e di ricomporlo tale e quale a partire da atomi elementari. Nel libro si osserva che, per analizzare un corpo umano a livello atomico in pochi secondi, servirebbe una tecnologia che ancora non c’e’. Se poi si dovesse portare a bordo (sulla nave in orbita) una persona che si trova a terra, la si dovrebbe inquadrare con un telescopio le cui lenti dovrebbero essere di 50 Km di diametro. Essendo la piu’ grande delle Enterprise (NCC-1701-E) lunga “appena” 700 metri… Per non parlare dell’energia necessaria ad atomizzare un corpo, il cui ordine di grandezza dovrebbe essere non so quante migliaia di volte piu’ grande della bomba di Hiroshima. E, per spedire i dati dall’altra parte? Andrebbero memorizzati… in un hard disk alto come da qui ad un terzo della distanza dal centro della Via Lattea. Insomma, improponibile, per ora.
C’e’ una cosa, d’altro canto, che sta prendendo forma molto piu’ rapidamente del previsto: il Ponte Ologrammi. Una stanza in cui, sempre nelle intenzioni degli autori di Star Trek, il computer puo’ ricreare virtualmente qualsiasi scenario, con possibilita’ d’interazione con forme di vita e oggetti pressoche’ illimitata. Fino ad oggi, gli ologrammi erano fermi a poco piu’ che fuochi fatui, proiezioni tridimensionali con poca sostanza e, soprattutto, zero tangibilita’.
Fino ad oggi… adesso guardate ‘sti giapponesi che hanno combinato:
Grazie alla proiezione mirata di ultrasuoni, questo dispositivo riesce a “far sentire” gli oggetti! Un sacco di gente ha subito fantasticato su possibili applicazioni in campo sessuale. Ehm… che ci si arrivi o meno, e’ ovvio che le priorita’ potrebbero essere altre, come si puo’ leggere molto bene anche in questo articolo (in cui e’ riproposto lo stesso video). Una delle caratteristiche piu’ interessanti dell’intero progetto e’ che questo si basa largamente su tecnologie disponibili a basso costo, come il Nintendo Wii, di cui viene utilizzato il sensore di movimento.
Incredible Japan!
PS: se avete risposto No alla domanda in cima a questo POST, e non avete intenzione di lasciarci con ignominia, allora e’ bene che vi andiate a documentare, prima che scatti l’inevitabile estradizione a tempo indeterminato 😀
Di battesimi, varie ed eventuali
Siamo rientrati ieri da Torre del Greco, dove eravamo andati venerdi per il Battesimo di TuttoQua Little Boy. la Scelta del posto non e’ casuale ovviamente: infatti a TdG (per brevita’), ci sono i nostri amatissimi Indonapoletani a cui, a suo tempo, avevamo chiesto se volevano onorarci nel tenere a battesimo il pupo, come Padrino e Madrina. Per chi e’ cattolico, il Battesimo e’ un momento cruciale, perche’ il destinatario del sacramento in questione diviene a tutti gli effetti Figlio di Dio. Non che non lo fosse prima, ma farlo significa compiere una scelta precisa, volontaria e consapevole, ed equivale a varcare un confine importante. Se si crede nell’esistenza del maligno (in qualsiasi forma lo vogliate immaginare), sapere che il nostro pistolotto ora riceve uno sguardo particolare dall’alto, cosi’ che sia protetto e controllato a vista, ci regala una sensazione di serenita’.
Quindi, siamo andati, abbiamo celebrato con una cerimonia raccolta e molto toccante, e abbiano festeggiato con pranzi e cene luculliane.
Sono assolutamente necessari alcuni ringraziamenti:
A Nello e Marianna, per averci accolto e ospitato nell’atmosfera piu’ bella che ci potessimo aspettare, per aver organizzato tutto alla perfezione e per averci fatto passare un weekend indimenticabile. Grazie, siete gli amici piu’ belli del Mondo, e TuttoQua Little Boy ci tiene a mandarvi un bacino speciale.
Ai genitori di Marianna (con annessi sorella e marito), che ci hanno trattato come figli/fratelli, e ci hanno pure fatto gli spaghetti alle vongole piu’ buoni del Sistema Solare (piu’ alcune tonnellate di altri generi di carattere manduca-bevitorio su cui non mi dilungo per evitare di intasare il server di WordPress). Grazie, siete nei nostri cuori!
A Mimmuzzo, che ha messo a disposizione la sua raffinatissima arte coreografic-fotografica, e che ha immortalato per noi e per il nostro Moncicci’ la cerimonia. Grazie Mimmuzzo, tu si’ proprio nu’ babba’!
A Ernesto & C., che nella sua generosita’ e nel suo affetto, non solo ci ha trattati da re, ma ci ha fatto mangiare per due giorni in modo pantagruelico. E ci ha fatto alloggiare nel suo meraviglioso Casa Rossa 1888, un albergo ristorante che, quest’anno, ha compiuto la bellezza di 121 (centoventuno anni!). Quindi, se vi capita di andare da quelle parti, andate alla Casa Rossa e non ve ne pentirete, ma soprattutto non confondetevi con la Casina Rossa che non c’entra un bel niente! Ovviamente non dite che vi mando io, ma dite che vi mandano gli Indonapoletani, perche’ i loro nomi, magicamente, spalancano porte e distendendono tappeti rossi al suolo, mentre dal cielo cadono petali di rosa da ogniddove. Grazie Ernesto, tu e la tua combriccola siete i sovrani induscussi della ristorazione!
Ora, non vorrei insistere troppo sulla locascion, pero’ dovete sapere che il Golfo di Napoli (TdG si trova praticamente al centro del Golfo), e’ uno dei luoghi piu’ incantevoli del Mondo. Ma non lo dico io, lo dicono poeti e scrittori da migliaia di anni. Avete Capri di fronte, Napoli e Ischia a destra e Sorrento a sinistra. Vi basta? No? Allora guardate questo tramonto (foto cliccabile e ingrandibile, in formato 3264 x 2448 scattata col mio Samsung HD Omnia da 8 Mpixel il 24 Ottobre).
Che voglia di andare, neh?
La piccola fiammiferaia (POST sull’India)
“La piccola fiammiferaia era cosi’ povera che, quando si mangiava le unghie, apparecchiava!”. Questa battuta di Giobbe Covatta mi serve per introdurre il tema, prendendo il LA da una segnalazione del buon Pier, che ringrazio anche per questo link (che e’ un pezzo di Nello, scritto per l’ANSA e poi riportato dal Corriere.it).
Vi ricordate i miei POST sulla TATA NANO (qui, qui e qui), la vetturetta indiana da 1.500 Euro? Dopo aver letto vari articoli, mi ero formato un’idea abbastanza definita su alcuni aspetti della vettura. Da un lato l’estrema economicita’ del prodotto, con particolare riferimento all’eccessiva poverta’ dei materiali utilizzati, dall’altro la dubbia efficacia di alcune soluzioni legate alla sicurezza adottate dalla casa indiana, proprio in nome del contenimento dei costi.
Arriva ora la notizia che alcune NANO pare prendano fuoco “spontaneamente” da qualche parte nell’abitacolo. Ne sono stati segnalati alcuni casi, ma prima di commentare un paio di notizie, la prima informazione incredibile che devo girarvi e’ la seguente. Un portavoce della TATA ha dichiarato che, in seguito a queste segnalazioni, loro effettueranno solo alcuni controlli aggiuntivi sulle vetture che saranno consegnate da adesso in poi, ma non hanno alcuna intenzione di richiamare i circa 7.500 esemplari che sono gia’ stati venduti, e che circolano sulle strade del sub-continente. Credo che sia un approccio da irresponsabili, e ve lo dice uno che ha corso il rischio di morire arso vivo nella sua Toyota Innova, proprio a causa di un corto circuito che innesco’ il fuoco su materiali dalla dubbia qualita’, che tutto erano tranne che ignifughi. Ed era una Toyota, fatta in India, ma dalla Toyota! Figuriamoci la piccola fiammiferaia da 100.000 Rupie, che e’ costruita con materiali cosi’ scadenti che piu’ scadenti non si puo’, nemmeno ad andarli a cercare in una discarica. Tanto per citarne uno: il rivestimento del padiglione e’ di canapa… Eh si sa che il fuoco alla canapa gli fa un baffo no? Sinceramente qualsiasi casa automobilistica farebbe una campagna di richiamo, almeno per verificare una situazione che, potenzialmente, potrebbe mettere a rischio la vita delle persone. Alla TATA no! Loro sorvolano sul problema! Ma siccome i controlli pre-delivery li faranno (tanto non costano nulla), e’ evidente che c’e’ consapevolezza del rischio, ma a loro conviene ignorarlo per risparmiare. Probabilmente un richiamo e una relativa revisione di 7.500 macchine farebbe saltare tutto il progetto dell’auto a basso costo…
Passiamo a qualche dettaglio in piu’. Un tizio di Delhi, tale Kumar, mentre era al lavoro, e’ stato richiamato improvvisamente a casa, perche’ la sua NANO aveva preso fuoco, da qualche parte nella zona bassa del cruscotto. Ecco le foto dell’abitacolo:
Fortunato lui a non trovarsi dentro dopo la scintilla! Il particolare piu’ divertente (si fa per dire), che fornisce una dimensione abbastanza precisa del concetto indiano di customer service, e’ che, quando Kumar ha chiamato la TATA per incazzarsi come un rinoceronte albino in calore che non trova una femmina perche’ si sono estinte tutte, la persona dell’altra parte del telefono, come primissima cosa, gli ha chiesto di pagare 1.500 Rupie per mandare qualcuno a prendere la macchina e portarla in officina per le verifiche e le riparazioni!! Incredible TATA!!
Continuando a leggere la storia del signor Kumar, si scopre anche che un tecnico della TATA, che ha chiesto l’anonimato (e ci credo!) ha dichiarato che la posizione della batteria (montata a vista sotto il sedile del guidatore!) “potrebbe aver causato il corto circuito responsabile dell’incendio”. Ora, io non vorrei pavoneggiarmi troppo (anche perche’ il pavone e’ proprio uno degli animali simbolo dell’India), ma nella lista delle mie critiche alla NANO c’era anche la scelta di posizionare la batteria proprio li’, perche’ c’erano rischi di corti circuiti causati dall’umidita’ (in India… ehm… monsoni…ehm…), fuoriuscite di acidi (qualita’ delle plastiche utilizzate, accuratezza del montaggio), eccetera eccetera.
Ovviamente, il titolo della TATA ha perso punti in Borsa in seguito a questa notizia, fatto che si unisce all’oggettivo scarso successo riscosso dalla vettura finora. Le vendite sono ben al di sotto anche delle piu’ pessimistiche previsioni, e tanti di quelli che l’avevano prenotata si sono tirati indietro. Avevano detto di volerne vendere 500.000 in un anno… BUM! Poi avevano rivisto la stima a 80.000… BUM BUM!!! Da Giugno a oggi ne hanno vendute (sulla carta) meno di un terzo… Consegnate? L’abbiamo appena detto: 7.500. Forse solo la Lancia Thesis fu vittima di un fallimento peggiore nella storia dell’automobile moderna. E pensare che la NANO doveva essere l’auto del popolo indiano, la macchina che avrebbe finalmente e definitivamente motorizzato il Paese, e avrebbe convinto gli abitanti piu’ poveri ad abbandonare le pericolose motorette su cui girano intere famiglie. AZZ!! Pericolose?? Le motorette??? Per la serie “io gia’ sto messo una chiavica che devo portare moglie e tre figli sulla motoretta e rischio la vita ogni momento, e tu mi vuoi far bruciare viva tutta la famiglia dentro una NANO???”. Ma accir’t, che in antico sanscrito (la lingua madre dell’Indi moderno) significa “grazie, ma preferisco l’insicura motoretta”.
A questo punto c’ho preso gusto, e faccio un’altra previsione. Visto l’insuccesso commerciale e la caduta in Borsa, e vista la gia’ precaria situazione della TATA Automobili, che contava tantissimo proprio sulla NANO per riportare i conti in uno stato decente, vogliamo scommettere che, presto, dovranno cedere degli assett? E vogliamo provare a indovinare quali? Io dico Jaguar e/o Land Rover, cosi’ dopo averle acquisite e aver gia’ chiuso stabilimentin in Europa e aver mandato a casa un sacco di operai, finiranno per distruggerle completamente!
Io continuero’ a gridarlo fino a perdere l’uso delle corde vocali: non fate business con gli indiani, non vi fidate! A chiacchiere sono i migliori del Mondo, dopo restano solo i cocci e una scia di dolore, dentro e fuori dal Paese.
Milano-Roma: Treno Vs Aereo
La tratta in questione e’, forse, la piu’ frequentata d’Italia, soprattutto da coloro che si spostano continuamente per ragioni di lavoro. Tra l’altro la cosa mi ricorda molto quella famosa battuta di Beppe Grillo quando disse che “a Milano vogliono bere la Ferrarelle, a Roma la San Pellegrino, che se ognuno si bevesse la sua cazzo di acqua toglieremmo 500 TIR al giorno dall’A1, e il tratto tra Roncobilaccio e Barberino come per magia sarebbe libero”.
In ogni caso anch’io, per anni, sono stato vittima di questo rito, cioe’ quello del viaggio “in giornata” tra le due citta’. In aereo ovviamente, perche’ il treno ci mette troppo. Tra un po’, con l’apertura della nuova linea ferroviaria ad alta velocita’ tra Firenze e Bologna, e grazie anche alla recente inaugurazione della tratta tra Bologna e Milano, questo problemino potrebbe essere risolto. In sostanza, a conti fatti, la Freccia Rotta (non e’ un refuso), dovrebbe metterci qualcosa come 3 ore e 40 minuti per collegare la capitale al capoluogo lumbard.
Quanto ci vuole, in aereo, per andare da Linate a Fiumicino, considerando anche il fatto che, per un volo nazionale, bisogna presentarsi al check-in almeno 45 minuti prima della partenza? Allora: 45 minuti (pre-requisito) + 50 minuti (volo effettivo) + 15 minuti (taxi e movimenti vari dell’aereo pre-partenza) + 15 minuti (l’aereo atterra e va al gate, si aprono le porte, ecc…) = 125 minuti. Che, a casa mia, fa 2 ore e 5 minuti. Beh, se consideriamo che il treno parte dal centro e arriva in centro, mentre per volare bisogna sempre andare a casa di Dio, la cosa non suona affatto male. Se poi calcoliamo i costi, puo’ darsi che il treno resti in vantaggio (almeno rispetto alle compagnie tradizionali), ma e’ difficile a dirsi, visto che da un lato i listini dei vettori sono piu’ sibillini della Sfinge, e dall’altro Trenitalia piazza improvvisamente aumenti colossali ogni pochi mesi (e quale migliore occasione dell’apertura della linea BO-FI?).
Vabbe’, ok… puo’ darsi che, da un certo momento in poi, valga la pena di andare in treno, anche perche’ il treno va sempre, anche con la nebbia, la pioggia, i temporali, la neve. E poi, se uno si smarona a star seduto puo’ fare due passi, oppure andarsi a prendere un caffe’ alla carrozza ristorante (se si ha il coraggio di bere quella roba), puo’ attaccare il laptop alla presa di corrente, puo’ usare il cellulare e tutte queste cosine qui.
La sapete una cosa?
CHI SE NE FREGA!!!
Io odio il treno, e odio i suoi passeggeri decerebrati!!
Ma partiamo dal treno, in particolare i modelli ETR 450/500: si puo’ sapere chi e’ quel genio che ne ha progettato gli arredi interni? Ditemi dove abita, che lo voglio premiare di persona! Ehi… tu… si, dico a te, arredatore dei miei stivali, ma chi sei, un nano col culo piatto? Io non so quale modello di primate tu avessi in testa, ma io sono alto 1 metro e 98! Le gambe!! Dove minchia metto le gambe??? E perche’ per viaggiare mi devo litigare lo spazio per i piedi col primo cafone che mi si siede davanti e che pensa di poter mettere quelle sue maledette fette dove gli pare? Oppure di poter usare lo spazio sul pavimento per metterci la borsa del computer? Che devo fare io, me le devo tagliare la gambe prima di salire sul treno, come facevano i kamikaze giapponesi prima di andarsi a fiondare sulle portaerei americane? E quello straminchia di tavolino? Ma che a casa tua, tu c’hai una roba del genere? E dove abiti pirla, nella casa del Maestro Yoda?? E porca miseria, levalo quel coso, metti i tavolini estraibili dal bracciolo, cosi’ recuperi alcuni chilometri cubi di spazio, per la miseria!! Sei veramente un fesso di colossale risma, un deficiente di bibliche proporzioni, un ignorante di inenarrabile levatura. Tu e chiunque ti abbia pagato per concepire delle fesserie simili. Lui e chiunque poi ne abbia approvato il montaggio sui treni.
Pero’, la ciliegina sulla torta ce la mettono i passeggeri maleducati. Passi per quelli che viaggiano in coppia oppure in gruppo e che scambiano il treno per una saletta per convenevoli, in cui si sentono liberi di urlarsi (perche’ urlano…) le loro stronzatine e di coinvolgere gli altri 1.500 astanti. Passi per i genitori/nonni che non sanno tenere a bada le loro bestie, pardon i loro bambini, che gridano e scorazzano per il treno come se fosse l’oratorio.
Ma quelli che non si staccano un attimo dal cellulare no eh!!! Eh no!! Ma si puo’ sapere che avete da ”contarvi su” col Mondo che non possa attendere un momento piu’ appropriato? E mi sembra che vi mettiate da parte le telefonate per un mese per poi spararvele tutte in quelle tre ore di viaggio! Non solo, mi sembra anche che tutti quelli che vi conoscono sappiano alla perfezione dei vostri spostamenti, cosi’ che vi possano chiamare proprio mentre siete in viaggio! E poi, ma perche’ non siete capaci di parlare sotto i 100 decibel? E perche’ avete sempre un tono di voce che irrita dopo i primi cinque secondi, tipo quello di Franceschini e di La Russa (par condicio)? E perche’ parlate sempre di argomenti di cui non frega una mazza a nessuno, tipo… non so… I CAZZI VOSTRI?!?!?
Ma che fanno alle Ferrovie, le selezioni tipo Grande Fratello? “Su, mi faccia sentire una sua telefonata tipo”.
“UE!! MARIA!!! TI HO PENSATO TUTTO IL GIORNO!!!! MI SENTI???? PRONTO…. EH SI CI SONO LE GALLERIE… PRONTOOOOOOOOOOOO!!! AH SI ADESSO TI SENTO!!! DICEVO CHE TI HO PENSATO TUTTO IL GIORNOOOOOO…. E POI VOLEVO DIRTI CHE BLAH BLAH BLAH… SONO ANDATA DALLA GINA CHE BLAH BLAH BLAH E POI HO INCONTRATO LA ADALGISA E BLAH BLAH BLAH E OGGI A PRANZO HO FATTO LE LASAGNE… DOMENICA E’ VENUTA LA MOROSA DI PEPPINO…E…”
…e basta cazzo!!! Non ce la faccio a sentirvi!!! Almeno in aereo mi godrei 50 minuti di silenzio telefonico.
PS: oggi sono andato a Roma in treno…