L’altezza dei pantaloni
Sara’ che stanotte ho avuto la febbre, ma stamattina mi sono svegliato con un pensiero particolare. Un pensiero che collega, possibilmente (ma non e’ detto), il sottotitolo di questo blog al modo di indossare i pantaloni delle ultime 4 generazioni. Ora, non sono un esperto di moda, anzi tutt’altro, io sono il classico business-casual che giustifica dietro questa espressione la sua incapacita’ (per non dire cronica mancanza di voglia/interesse) di vestirsi secondo i canoni del momento. Tanto per dire, preferisco mille volte una polo Lacoste e un paio di 501 per sempre, piuttosto che le robine da fighetto che oggi ci sono e domani non ci sono piu’. Ma non e’ una critica, e’ un’osservazione sul sottoscritto che non pretende ne’ ragione ne’ torto.
Pero’, una cosa la devo sottolineare, con particolare riferimento ai pantaloni che, seppur rimasti sostanzialmente invariati nei secoli, hanno sperimentato diversi modi di essere indossati, facendo si’ che si puntasse sempre e solo verso il basso.
I nostri nonni portavano i pantaloni allacciati bene in alto, a volte anche al di sopra dell’ombelico, qualche volta li tenevano su’ anche con un cordino, se non avevano i soldi per la cintura oppure per le bretelle. La cosa oggi ci sembra ridicola, ma a quel tempo di sicuro non lo era, anzi era la moda del momento e nessuno ci trovava niente di strano. Nemmeno quando, tira su che tira su, le caviglie restavano scoperte, creando il celebre effetto “zompa fuoss'”, cioe’ l’aspetto di chi se li tira su prima di saltare un fosso o una pozzanghera per evitare si sporcarsi.
I nostri genitori poi abbassarono un po’ il tiro, portando la cintura sotto l’ombelico, e tendendo ad essere molto ma molto classici nel modo in cui i pantaloni cadevano sulle scarpe: mai troppo corti, mai troppo lunghi, piuttosto un’ottima giusta misura. Come dire, ogni cosa sempre al suo posto ma nessuno spazio alla fantasia, salvo forse la mitica zampa di elefante che, pero’, era piu’ un’espressione di uno stile di vita che un fatto tecnico vero e proprio. In ogni caso, anche la zampa di elefante cadeva al posto giusto, senza sbavature.
Poi siamo arrivati noi che abbiamo leggermente abbassato ancora la cintura, ma nulla di particolarmente evidente. Piuttosto siamo intervenuti su altri fattori, come stringere intorno al polpaccio, piuttosto che creare artificialmente l’effetto zompa fuoss’ per mettere in mostra uno scarpino particolare, e cosi’ via. O magari abbiamo fatto il contrario, estremizzando la lunghezza della gamba, in modo che le suole delle scarpe mangiassero e sbrindellassero progressivamnete il tessuto, creando un effetto che difinirei “quello del povero disgraziato che si e’ fatto prestare i pantaloni da uno piu’ alto”.
E infine ci sono i ragazzi di oggi, che hanno portato i pantaloni verso l’estremo. Stretti, attillati ma, soprattutto, con una vita talmente bassa da non poterla nemmeno definire piu’ tale. Piuttosto si dovrebbe dire che i pantaloni di oggi sono a bacino basso, visto che spesso e volentieri si arriva a scoprire quasi le parti intime, mentre mettere in mostra le mutande e il taglio tra le chiappe e’ diventata norma quotidiana. Riconosco, per dovere di cronaca, che ci sono alcuni casi in cui la cosa non mi dispiace affatto!
Messa cosi’ la questione, a un certo punto ha posto un dubbio amletico. Assodato che la direzione e’ quella, cioe’ di puntare sempre di piu’ verso il basso, come si fa ad abbassare ulteriormente i pantaloni a bacino basso senza costringere le persone ad andare in giro col capitone e la patonza al naturale?
Pensa che ti ripensa, qualcuno, gia’ da almeno un anno a onor del vero, ha avuto il colpo di genio: allora, se non possiamo abbassarli sopra… beh, abbassiamoli sotto! E sono cosi’ nati i pantaloni che io definisco “modello cagasotto”, ma non con riferimento alla temerarieta’ di chi li indossa, ci mancherebbe, ma piuttosto rispetto alla funzione che sembrano a tutti i costi voler espletare. E’ evidente che mi sto riferendo a quei modelli il cui cavallo non aderisce piu’ alle parti civili di chi li indossa, ma giace penzoloni una quarantina di centimetri piu’ in basso, come se, appunto, la persona si sia cagata addosso e abbia lasciato i resti del desinare a fermentare liberamente li’ sotto.
Sinceramente trovo che siano un orrore, ma vista la situazione, adesso sono davvero curioso di scoprire quale sara’ la prossima mossa, volta all’abbassamento estremo dei pantaloni nel 21-esimo secolo.
I pantaloni dell’Umanita’ stanno degradando? Verso il basso di sicuro, sul resto non mi pronuncio.