Post-gara Gran Premio di F1 di Singapore 2010
Io di solito faccio ragionamenti semplici.
Se mi trovo in autostrada, e c’ho solo 40 Km di autonomia, mi preoccupo un po’, soprattutto se so che la stazione di servizio successiva si trova piu’ o meno a 40 Km da me. E che faccio, pesto e mi piazzo a 200 Km/h, oppure cerco di tenere una velocita’ media e costante sperando che mi basti il carburante e che non ci siano code?
Ieri Vettel ha ricevuto un team radio in cui gli si chiedeva di risparmiare un po’ di freni. E lui? 1:49 e rotti alle calcagna di Alonso. Poco dopo e’ lui a informare la squadra che la macchina va molto bene ma che non sta spingendo.
E quanto fa? 1:49 e rotti, anche 1:48 e rotti, sempre sul collo di Alonso.
Delle due l’una: se veramente non stai usando il tuo potenziale, allora hai sbagliato strategia, perche’ se invece di rientrare ai box incollato alla Ferrari fossi rimasto in pista sparandoti due giri a palla, avresti vinto la gara. Oppure stai facendo il figo sparando cazzate grandi come una casa, e la tua macchina di piu’ non puo’ dare.
Siccome io credo alla seconda, aggiungo due considerazioni. La prima e’ che questo fighetto ha rotto con i suoi tentativi di guerra psicologica che non spaventano nemmeno un’oca. La seconda e’ che la Ferrari di Alonso ieri andava veramente forte, ma veramente.
Risultato: pole position, giro veloce e vittoria. Non c’e’ malaccio. Peccato per Massa, sparato in fondo allo schieramento da un guasto qualsiasi, altrimenti il bottino sarebbe stato ancora piu’ corposo (sempre che il brasiliano non si fosse emozionato troppo…).
La gara pero’ non mi e’ piaciuta, ma non tanto per il fatto di dover andare per cordoli di notte (sarei curioso di vedere la bolletta della luce), ma per il fatto che la pista di Singapore fa talmente schifo da richiedere velocita’ altissime da un lato, ma consente, dall’altro, solo poche vie di fuga. In compenso gli angoli di 90 gradi circondati dal cemento abbondano. Anche, a onor del vero, devo confessare che i sorpassi di Kubica verso la fine (seppur con gomme fresche) mi hanno fatto godicchiare.
Ammirevole, a tale proposito, Kovalainen che, trovandosi le chiappe in fiamme, sceglie di non entrare nella pit lane (troppo pericoloso dira’ dopo) ma di parcheggiare lungo il rettilineo del traguardo. Freddo, intelligente e coraggioso come pochi. Peccato che poi si sia dovuto estinguere il sedere da solo, causa mancanza addetti. Robe da pazzi.
Poco ammirevole invece la scelta della McLaren di non chiamare Hamilton al pit stop prima che Webber gli mangiasse un bel po’ di vantaggio e, dopo la sosta, gli soffiasse il gradino piu’ basso del podio. Boh… misteri della mente umana.
Ma torniamo ai 5 dell’apocalisse. Anzi, notiamo che sono proprio 5, di cui 2 RedBull, 2 McLaren e 1 Ferrari. Ehm… Domenicali? Non e’ che abbiamo sbagliato qualcosa, no? Vabbe’.
Webber aveva una qualifica disgraziata, ma con ottima scelta strategica e uso accorto delle gomme e’ riuscito a rimettersi come abbiamo detto sul podio e a limitare i danni. La McLaren non c’era, si insomma non c’era piu’ di tanto. Button si e’ piazzato onestamente quarto, e Hamilton si e’ piazzato davanti al muso di Webber ed e’ andato a casa.
Solita gioia di chi vi scrive, anche se ammetto che, questa volta, non aveva lui tutte le colpe. Diciamo che era mezza macchina avanti, che doveva fare comunque la curva in qualche modo e che Webber pure era li’ per non farsi infinocchiare. I commissari non hanno infierito e nemmeno io lo faccio.
Adesso la situazione vede Webber in testa a 187 punti, Hamilton secondo a 182 (e ieri e’ rimasto a bocca asciutta!), Alonso terzo a 166, Button quarto a 165 e Vettel quinto a 163. In 24 punti ci sono tutti e 5, nello spazio, praticamente, di una sola vittoria. Il che lascia tutto come si trova, e si vedra’.
Gia’, ma cosa si vedra’? La Ferrari e’ in sella, ma Alonso e’ solo. Certo, meglio soli che accompagnati, ad esempio, da Vettel, che se potesse ammazzerebbe il compagno senza troppi complimenti. Pero’ entrambi possono portare punti a casa e, soprattutto, sottrarne agli avversari. In casa McLaren la situazione e’ piu’ tranquilla, almeno dal punto di vista delle relazioni interne, si spera (per loro) che riescano a recuperare performance.
Previsioni? Io credo che la RedBull resti favorita (e’ anche in testa al mondiale costruttori con 24 punti sulla McLaren e 64 sulla Ferrari), e poi la Ferrari e la McLaren se la dovranno giocare punto a punto. Se dovesse finire cosi’, il rammarico per i tanti errori commessi a Maranello, da tutti piloti inclusi, resteranno sul grugno a qualcuno.
Le altre scuderie? Quali altre scuderie?
Commento gara precedente: Gran Premio d’Italia.
Il questione delle rapporti amorose
Non sono impazzito. Il titolo e’ un passaggio di uno SPAM che ho ricevuto oggi, che tra l’altro afferma di non essere SPAM “in quanto non e’ nessun SPAM”. Siccome merita, ecco il testo integrale.
Buongiorno,
Prego di non cancellare la presente messaggio in quanto non e nessun spam. Nella presente messaggio sara toccato il questione delle rapporti amorose e maniere di risoluzione di esse.
Sono l’agente della impresa indipendente “Trova un amore vero e diventa felice”. La nostra societa si occupa di cerca delle coppie amorose amanti di tutto il mondo, dei vari luoghi della pianetta. Noi abbiamo la database di e-mail che conta piu di 100 000 indirizzi e-mail degli maschi e donne di tutto il mondo. La nostra impresa e non commerciale e presta i servizi assolutamente gratuitamente. La organizzazione “Trova un amore vero e diventa felice” e di beneficenza e opera solo ed esclusivamente con l’obiettivo di soddisfacimento dei vostri necessita vitali.
Avete cercato passione tutta la vita, ma non siete riusciti trovarlo? NOI VI DAREMO UNA MANO PER TROVARE LA FELICITA VERA! Il sistema del spedizione di comunicazioni ha identificato il vostro e-mail, ecco perche avete ricevuto la presente messaggio.
Nella presente comunicazione potete vedere un racconto breve di una persona di se stessa, che tenta trovare fidanzato + foto. Noi speriamo di ricevere una vostra risposta al e-mail citato della femmina e voi potrete creare le rapporti forti e vere. Vi auguriamo la fortuna! Siate felici, amate e siate amati!Lettera allegata:
Mi chiamo Valeriya. Ho 34 anni. Non mi sono sposata e non ho figli. Non fumo e non bevo bevande alcoliche.
Sono una donna giovane, tranquilla e perseverante. Pero credo che il criterio piu eccezionale di ogni persona deve essere il rispetto.
Quando non sono occupata dal lavoro mi piace fare dello sport, uscire per le passeggiate nel parco. Nell’cuore io sono la femina molto sentimentale. Ogni tanto mi piace sognare, chiudendo gli occhi.
Probabilmente tu pensi – «Perche questa persona ha scritto a me, lei ha tutto!». Pero nella mia vita non c’e il sentimento piu bello. Sono sfortunata nell’amore.Sono la femmina sola. Ho il freddo senza amore. Ogni giorno guardo al tramonto e prego il sorte di regalarmi un amore vero!
Nella nostra nazione 90% degli ragazzi vogliono solamente usare le donne per le avvilimento. Percio voglio provare conoscenze dell’Internet. Prima non ho avuto relazioni con gli persone nell’Internet. Pero adesso ho ricevuto questa possibilita e credo che il sorte ci aiutera.
Per favore, se ti interessano i nostri rapporti futuri, raccontami piu di te.Voglio conoscerti.
Cerco un partner nella vita per la serenita d’animo e la gioia. Vorrei condividere tutti i allegrie vitali con l’uomo amato!
Nelle prossime messaggi ti raccontero di me, piu dettagliatamente.
Certamente ti mandero tante mie foto, dalle quali conoscerai la mia vita. Nelle mie foto sono raffigurate tutti i momenti della mia vita – gioia, pensosita e anche ogni tanto la tristezza.
Per favore, rispondimi solo al mio e-mail personale – kaluzhskayalady@yahoo.com
Se ha letto la presente comunicazione, allora ho ricevuto la speranza per l’amore!
Attendo una tua comunicazione con l’impazienza. Voglio davvero conoscerti di piu.
Per favore, non dimenticare di me.
La tua nuova femmina,
Valeriya.
Non poteva mancare la foto:
Aho! Che vi devo dire? Questa qua e’ “la femina sola” che e’ stata “usata per avilimento”, mentre invece lei “vuole condividere alegrie vitali con l’uomo amato”. E’senz’altro lei la vostra “nuova femmina”. Il problema, casomai, e’ rottamare la vecchia femmina, ma questo e’ un altro discorso 😀
Non sparate sul pianinduista
Era solo questione di tempo.
Le previsioni spaziavano in un range piuttosto ampio, dal catastrofismo all’ottimismo, dall’indifferenza al dogma.
Infine e’ accaduto.
Il ponte (ancora in costruzione) che collegava non so che area al nuovo stadio di New Delhi, costruito per gli imminentissimi Giochi del Commonwealth, e’ crollato. E purtroppo qualche indiano c’ha pure rimesso le penne, ma questo, in quel paese di bestie, non fa notizia. Gli hanno piazzato su un bel carico a coppe di cemento armato e quello e’ stramazzato come se fosse fatto di escremento essiccato di cammello.
Il che, in effetti, e’ una possibilita’.
Ora, a me non piace vincere facile, ma qui i broker la davano 1:1. Punti 10 Euro e rivinci i 10 Euro. E che cazzo vuoi? Scommettere che qualcosa in India si rompe e’ come scommettere sul fatto che nelle Ardenne domani piovera’. E allora piuttosto dillo che vuoi il 2-0 a tavolino.
Ma se la cosa fosse finita qui, cioe’ se ci dovessimo limitare a commentare, ancora una volta e fino alla noia, la totale incapacita’ degli indiani di costruire qualcosa che sia anche minimamente decente e affidabile, la potremmo chiudere ancora prima di iniziare. Ma non tanto per non sparare sul pianinduista, perche’ questo alla fine e’ pure divertente, ma perche’ la crociata di comunicare al Mondo che l’India non e’ un paradiso ma e’ una terra infame piena di ignavi non troverebbe terreno molto fertile.
“Si, e’ vero, e’ caduto il ponte… ma sai… l’ignoranza dovuta alla poverta’. La poverta’ dovuta ai governi occidentali che non pagano… e poi la corruzione… E ci sono i Monsoni… e i materiali sono scadenti… E’ Terzo Mondo… E tu sei uno stronzone che ci azzuppi il pane dentro ogni volta che puoi e te la prendi con questi indiani… Che in realta’ sono meravigliosi… sorridenti… hanno quello sguardo… una forza interiore… Che spiritualita! La verita’ caro TuttoQua e’ che qui la vera merda mondiale sei tu e non l’India”.
A parte il fatto che se sei un imbecille e incapace patentato allora chi te lo fa fare di candidarti ad ospitare ‘sta minchia di Giochi del Commoncomezazzosichiama?
E poi precisiamo che lo sguardo e’ solo pura ammirazione per la Costellazione di Orione, nient’altro. A meno che non stiano guardando il culo di vostra moglie.
Ma comunque, si attirerebbe l’attenzione su un fattore sociale, poco tangibile, piuttosto esteso… come dire, orizzontale. In altre parole: ok, l’hai detto, non sono capaci. E adesso come si risolve? E a noi che ce frega?
Giusto, giusto. Allora parliamo degli ospiti di questi Giochi. Si tratta in fin dei conti di qualcosa come 6.500 atleti piu’ tutti i vari seguiti. L’altro giorno sono arrivati gli scozzesi… Per primi sono arrivati. Hanno voluto fare l’improvvisata, come quando si va a trovare un amico.
Ueeeee… e tu che ci fai qua?
Disturbo?
Ma figurati, mi fa piacere, vieni vieni che apriamo due birre.
Certo, come no. Ma che coglioni! Ma dico, ma aspetta no? Aspetta che vada qualcun altro a immolarsi e vedi la reazione! Fai come gli inglesi, che hanno detto: “mi schiusi signori, noi vorremmi venire a India, ma ancora ci e’ tanti cose da metteri a posto… poi vidremo…mmmm mm!”.
No, gli scozzesi sono andati per primi. E si sono imbattuti in uno streptococco grande come il Cuppolone.
“Unfit for human habitation”.
Mi permetto di tradurre per l’unico lettore francofono di questo Blog:
Non abitabili per gli esseri umani.
Scusate… cosa e’ di solito non abitabile per gli esseri umani? Bella domanda. Dipende dagli umani dico io. Diciamo umani come noi, occidentali. Magari non abituati alle suite imperiali, ma a qualcosa di degno si. E riprendo la domanda: cosa non e’ abitabile per esseri umani come noi?
Che ne so? Un cesso pubblico davanti alla Stazione Termini di Roma? Il letamaio di un porcile? Le favelas brasiliane? Casa mia quando ero single? Insomma, robe di questo genere. Che poi c’e’ da dire che gli scozzesi non sono particolarmente noti al Mondo per la loro passione per l’igiene!
Ma nonostante questo, hanno detto che gli alloggi non sono idonei, e hanno preteso di essere trasferiti altrove. E dove li hanno messi? In un tipico alloggio per stranieri indiano, tipo il Siddhart Plaza di Gurgaon dove ho passato 3 dei mesi piu’ infelici della mia vita. Certo, il livello e’ migliorato subito, perche’ da condizioni non idonee agli esseri umani sono passati a un livello di sporcizia meno tipico dell’indianita’. Anche se in realta’ se li sono dovuti pulire da soli, con l’aiuto di alcuni volontari. Senza parlare del fatto che non gli funziona un cazzo: impianto elettrico, tubazioni, infiltrazioni. Tutte quelle meravigliose amenita’ che fanno dell’India quel maraviglioso luogo di accoglienza e spiritualità che tutti conosciamo e di cui abbiamo parlato a dismisura.
Ma la vera chicca di tutta la faccenda e’ di ordine superiore. La riprendo tale a quale dal Blog di Bixx, perche’ non saprei descrivere la situazione meglio di cosi’:
La commissione scozzese e’ andata a vedere gli appartamenti e li ha definiti “unfit for human habitation”. Ma vi rendete conto? Unfit for human habitation e’ quello che si direbbe di una gabbia dello zoo, o di un porcile. Non e’ un giudizio moderato – e insomma, penso che una commissione si guardi bene dal rilasciare dichiarazioni del genere senza motivo. E’ anche vero che gran parte dell’ l’India e’ unfit for human habitation. Gli unici che sembrano non avere alcun problema sono gli indiani, i quali evidentemente vivono benissimo nella sporcizia. E occhio, non sono io stronza. L’ha detto il portavoce Lalit Bhanot:lo shock dei commissari scozzesi non dev’essere motivo di vergogna per noi. Non ha nulla a che vedere coi giochi. E’ semplicemente dovuto a una diversa percezione degli standard di pulizia.Grazie Bhanot. Grazie di cuore. Hai sdoganato pubblicamente una verita’ che tutti conoscono ma che nessuno ha il coraggio di nominare.
La Baia degli Dei – Parte terza
Come ogni recensione che si rispetti, devo anche dirvi cosa c’era di buono in questo villaggio.
A proposito, qui trovate la Prima Parte e la Seconda Parte.
Iniziamo dal clima: caldo e soleggiato tutti i giorni, con spesso un venticello sufficiente a non soffrire troppo. Personalmente mi sarebbe piaciuto qualche grado in meno, ma qui sono io ad avere problemi. Non e’ certo merito del villaggio, ma si tratta delle condizioni climatiche del posto, pero’ averlo costruito proprio li’ non e’ stata un’idea da buttare via. Anzi.
Anche le stanze erano spaziose ben climatizzate. Talmente ben climatizzate che bisognava tenere il termostato un po’ in alto. Ma comunque meglio cosi’ che fare la sauna di notte. Il balcone era fatto bene, perche’ aveva la classica porta finestra che si trova anche sulle navi da crociera, cioe’ quel tipo col manopolone girevole che tiene ben fuori l’aria calda. Qui sono sicuro che Carletto ci puo’ illuminare su marca, modello, numero di serie, caratteristiche tecniche, tempi e modalita’ d’installazione, costo medio e garanzia. Nevvero ragazzo?
Le pulizie venivano effettuate in modo scrupoloso, forse un po’ troppo zelante, visto che la buona signora veniva a rompere l’anima alle 8:30 del mattino cercando di buttarmi fuori perche’ doveva rifare la camera. Nella suite la situazione era migliorata ulteriormente perche’ nessuno veniva a bussare.
Il cibo. Qui si potrebbe aprire una diatriba. L’Olimpo, cioe’ il ristorante con servizio al tavolo, era bello, pulito, ordinato e ben organizzato. Il problema era che la scelta era meno variegata rispetto all’Eden, che teoricamente era quello che doveva offrire un servizio piu’ economico. E’ pur vero che, non dispondendo di grandi spazi, l’Olimpo non poteva sistemare molti banchi e quindi doveva scegliere cosa proporre ogni giorno. Ma almeno i cornetti a colazione e il pane potevano essere all’altezza dell’Eden, e invece non lo erano. Ma pazienza, perche’ si facevano perdonare con la cortesia (soprattutto Raul, un bravissimo e gentilissimo cameriere rumeno), con la disponibilita’ e soprattutto con i sorrisi. Che, a pensarci bene, sono gratis, ma valgono piu’ di un buon vino. A proposito di quest’ultimo, si trattava di un vinello locale (rosso, rosato e bianco) di cui non ricordo il nome, ma che si faceva apprezzare, e nemmeno poco.
In generale la pulizia del villaggio era ottima. A parte la vasta disponibilita’ di cesti e cestini praticamente ovunque, le varie stradine, il bar e tutti gli annessi e i connessi erano tenuti perfettamente lindi. E, vi assicuro, la cosa non e’ un dettaglio trascurabile. Entrare in un posto pulito vale la meta’ di cio’ che si paga, quindi bene anche qui.
L’animazione era di un livello sufficiente, se non discreto. Non sono affatto esperto di villaggi, quindi non ho a disposizione un campione per poter fare paragoni. Pero’ mi dicono che in altri villaggi si trovano fior fiori di attori e cantanti. Questi della Baia degli Dei, a loro volta, erano dei professionisti, e non se la cavavano affatto male. L’unica pecca era l’animazione settimale. Cioe’, ogni 7 giorni si ripetevano le stesse cose. E’ chiaro che per tutti quelli che si fermavano una settimana la questione era irrilevante, ma noi che siamo rimasti 15 giorni ci siamo fatti un po’ due palle cosi’. Infatti, la sera, spesso, abbiamo fatto altro, rispolverando insospettabili doti di giocatori di Scala 40 con altri due amici che abbiamo conosciuto li’.
La risposta del Capo Villaggio su questo punto fu che il 90% degli ospiti andava via dopo una settimana. Vero e visibile anche a occhio nudo per cosi’ dire, ma sta di fatto che per loro un’animazione estesa ai 15 giorni sarebbe stata esattamente lo stesso.
Che altro? Dunque, le due piscine erano grandi e ben tenute. L’unico sospetto era ed e’ relativo alla quantita’ di cloro sciolto in una delle due, perche’ sembrava effettivamente troppo, al punto tale da causare eritema a tutti quelli con cui mi confrontavo. Pero’, in fin dei conti, forse meglio un po’ in piu’ che in meno. Invece, con dispiacere, devo riportare che la vascona jacuzi incastonata sul lato della piscina era sempre spenta. Chissa’ perche’.
Suggerimento: avete due piscine e il mare li’ vicino. Perche’ non lasciate quella in alto con acqua dolce e ne fate una con acqua salata? Sarebbe veramente bello, perche’ nuotare in acqua dolce e’ frustrante.
Una nota stonata per il bagnino della piscina “bassa”, che era veramente un coglioncello. Sbadato, sgarbato e poco attento, troppo dedito a mandare SMS dal cellulare, e per niente vigile su cio’ che avveniva in acqua. Costui, tra l’altro, praticava anche un’abitudine sgradevole: se ci si allontavana per un attimo dalle sdraio, lui passava e toglieva tutto. Posso capire che cosi’ si scoraggiano quelli che prendono possesso per ore e poi vanno a fare altro (ad esempio vanno a fare il bagno in mare). Pero’, cazzo, se vado al bar a prendermi una granita, poi torno e non trovo le mie cose, mi girano anche i maroni.
Come dire: cara Baia degli Dei, le regole sono utili e aiutano a esercitare il controllo, ma insegniamogli anche un po’ di buon senso a questa gente qua, altrimenti si rischia di chiuderla a mazzate, no?
A tale proposito, c’e’ l’immancabile aneddoto. Il suddetto bagnino sceglieva se chiudere un occhio oppure no su tuffi, giochi con la palla e cose simili. Di regola non si poteva, ma certi amici suoi un giorno si costruirono un campo da pallanuoto nel ben mezzo della piscina, con tanto di porte sulle sponde, ottenute piazzando due paia di infradito. Dopo qualche minuto che volavano pallonate da tutte le parti mentre il bagnino mandava messaggini, un tiro troppo ardito sfioro’ la testa di una bella bambina bionda, di circa 6 anni. Dopo sette decimi di secondo, il padre della pargola era gia’ in piedi. Trattavasi di energumeno barbuto e peloso che dirigevasi verso il bagnino, minacciandolo col pallone appena sequestrato agli stronzoni che si erano improvvisati a Settebello.
Sembrava Hulk! Beh, oddio, sembrava piu’ Shrek a dire la verita’, ma temere per il peggio in quel frangente fu lecito. Per fortuna la belva si limito’ a urlare e sbracciarsi e a lanciare il pallone giu’ per la scarpata.
Sapete una cosa? Pur essendo steso sulla sdraio, in cuor mio ero in piedi, e gli stavo tributando 92 minuti di applausi.
Amen.
Post-gara Gran Premio di F1 d’Italia 2010
Il risultato di domenica ha richiesto riflessione adeguata prima di sparare un POST a caldo. La mia passione per la Rossa e’ nota, e l’inattesa vittoria in terra brianzola mi avrebbe indotto a sparare i trick track, impedendomi di fare un’analisi un po’ piu’ distaccata.
Beh, in ogni caso la Ferrari ha vinto, ha sofferto ma ha vinto, piazzando Alonso in Paradiso e Massa qualche girone piu’ in giu’ (terzo), operazione piu’ che dignitosa, e sufficiente a riaprire, almeno sulla carta, i giochi in entrambe le classifiche.
Ora Alonso e’ terzo nel campionato piloti con 166 punti, cioe’ 16 in meno di Hamilton e 21 in meno di Mark Webber. Da notare anche che il quarto, Jenson Button, e’ a 165, quindi un misero punto indietro, il che rende il suo alito molto caldo e piuttosto puzzolente. La matematica dei punteggi dice che il primo prende 25 punti, il secondo 18 e il terzo 15, quindi nulla si puo’ dire. Teoricamente basta che Alonso vinca la prossima, che Webber prenda meno di 4 punti e Hamilton meno di 9, e lo spagnolo si troverebbe catapultato in testa. Il problema e’ che tra il dire e il fare c’e’ di mezzo un sacco di roba. E inoltre, non mi fido molto di questa ritrovata competitivita’ della Scuderia Ferrari. Monza e’ una pista velocissima, soprattutto nel primo e nel terzo settore, dove non a caso Alonso e Massa sono sempre stati i piu’ veloci. Invece nel secondo settore, quello delle curve di Lesmo e del Serraglio per capirci, Button andava piu’ veloce, anche di mezzo secondo. Cosa significa? Che probabilmente anche un razzo terra-terra farebbe tempi interessanti, ma purtroppo la Ferrari non ha mostrato di essere competitiva in termini complessivi di assetto, ma solo nelle parti dove c’era da viaggiare scarichi e spararsi tutti i cavalli.
La verita’ e’ che e’ andata anche un po’ di culo, perche’ Ferrari a parte, l’unico che ha portato a casa qualcosa e’ stato Button (secondo), mentre Hamilton ha pensato bene di auto-eliminarsi alla prima curva e Webber e’ arrivato sesto.
La domanda e’: puo’ sempre andare cosi’? La risposta passionale e’ speriamo di si, ma la risposta razionale e’ non credo. La McLaren e’ in palla, e questo e’ fuor di dubbio, e la RedBull ha probabilmente sofferto la potenza inferiore del motore Renault, ma tornera’ bella carica a Singapore il 26 Settembre.
Anche le rivalita’ tra i vari piloti non sembrano giocare a favore di Maranello. Button e Hamilton non mostrano di avere problemi, e la RedBull ha messo a posto Vettel dicendogli chiaramente che quest’anno il cavallo di razza e’ Webber. A tale proposito c’e’ da dire che e’ mooooolto misteriosa la temporanea perdita di potenza del motore del pilotino tedesco, risolta in pochi secondi con una semplice manovra su un manettino. Pochi secondi in cui, guarda caso, proprio Webber e’ riuscito a passare. In tutto cio’ pero’, Alonso e Massa continuano a sportellarsi senza ritegno, il che non aiuta proprio per niente. In questo contesto s’incastra piuttosto bene il pettegolezzo che vedrebbe uno scambio di sedile tra Kubica e Massa per il 2011.
Che piste arriveranno? Singapore: pista tecnica, ricca di curve e di cambi di ritmo, con in piu’ la difficolta’ di correre di notte (seppure una notte molto ben illuminata). Poi il Giappone, a Suzuka: pista storica, teatro di incidenti (soprattutto tra Senna e Prost) che spesso hanno deciso le sorti del Mondiale. E’ una pista dura, stretta, coi saliscendi, che richiede un setup difficile e stressa i piloti. In seguito c’e’ la Korea, un vero salto nel buio, visto che non la conosce nessuno.
Delle ultime due la prima e’ il Brasile, che propone un circuito bellissimo, impegnativo per la meccanica ma, soprattutto, a rischio temporaloni clamorosi. E, infine, Abu Dhabi, dove fa un gran caldo, per cui i motori, i freni e i piloti si massacrano (ricordiamoci che il numero di motori utilizzabili e’ contingentato) e la sabbia che si deposita sulla pista la rende abrasiva e scivolosa allo stesso tempo.
Mi sembra quindi che ce ne sia abbastanza per rendere il tutto estremamente complicato e davvero difficile.
Non faccio previsioni, ma la vedo dura per la Ferrari. In ogni caso, sara’ fondamentale scegliere sempre le gomme giuste e gestirle bene in pista, anche se le recenti strategie conservative della Bridgestone potrebbero rendere la vita meno ardua, soprattutto a piloti mangiagomme come Hamilton e Vettel.
Commento gara precedente: Gran Premio del Belgio.