ENEL MERDA!
Il 28 settembre 2010, la TuttoQua Girl e il sottoscritto si sono accattati la magione: una bella casetta dalle parti della Valle dell’Idice, la strada che porta su al Passo della Raticosa e svalica in Toscana dopo un po’.
Ai primi di ottobre andiamo sul sito di ENEL per volturare la fornitura di energia dal vecchio proprietario. E qui il primo inghippo, che adesso ricostruisco per farvi vedere per benino.
Allora, per prima cosa si digita www.enel.it nel browser, e si arriva sull’Home Page:
Fatto questo, si clicca in alto su CLIENTI e poi su FAMIGLIE, e si approda qui:
E gia’ qui, per capire che si passa dall’offerta TRADIZIONALE a quella del LIBERO MERCATO (come Edison per intenderci), non e’ banale. Si, c’e’ scritto, ma sempre di ENEL si tratta, e uno, in fin dei conti, che cazzo ne sa? E infatti noi non ne sapevamo un cazzo, ma solo ieri (come vedremo fra poco) abbiamo scoperto di aver richiesto la fornitura a un “altro gestore”. Si, dei coglioni, ma coglioni in buona fede.
Notare bene, tra l’altro, che l’Url dice che siamo sempre sul sito di ENEL.IT e che in basso a sinistra c’e’ la possibilita’ di effettuare voltura.
Cliccando su VOLTURA e poi su ATTIVA CONTRATTO, si accede a una pagina che consente di scegliere tra varie soluzioni e, finalmente, disponendo del POD (un codice che si trova sulla bolletta ENEL) e inserendo il codice fiscale e altre amenita’, si conclude la procedura. Tutto cio’ l’avevamo fatto ai primi di Ottobre, e il sistema ci aveva detto che era andato tutto bene. Tempo di attesa previsto? 2 mesi. Vabe’.
Il 19 ottobre, improvvisamente, il nostro contatore non regge piu’ nemmeno 2 lampadine… Andiamo a leggere sul display e ci dice qualcosa tipo “Rischio blocco, ridurre potenza, consumo superiore del 67%”.
Ma che cazzo? Chiamiamo ENEL al numero verde 800 900 800 e loro inizialmente non ci capiscono una sega.
“Mah… forse… qui non risulta… adesso vediamo… comunque sistemiamo… e su e giu’ e trick e track… Allora, dovete sapere cari ignari clienti il cui scopo nella vita e’ solo quello di prenderselo nelle chiappe, che il precedente proprietario e’ moroso, per cui noi abbiamo tagliato i Kw. Ma ora e’ tutto chiarito, voi non c’entrate niente, quindi tutto a posto! Nel giro di 24 ore la fornitura tornera’ a posto”.
BENE! Infatti, il giorno dopo siamo a posto, e ci dimentichiamo del problema. Da notare bene anche che in tutto questo nessuno ci aveva chiamato, nessuno ci aveva scritto, nessuno ci aveva cagato di striscio.
Via la corrente e fottiti!
Ieri, 30 novembre, alle 7 di sera ci troviamo nella stessa situazione. Tutto spento, e se accendi, dopo qualche minuto va via la corrente e rifottiti! Con la differenza che questa volta fuori c’erano gradi zero, la neve e il ghiaccio, i bambini e TuttoQua Girl al freddo polare, con la casa al buio e senza riscaldamento!
Richiamo ENEL e con pazienza Giobbica cerco di capire: stessa situazione! La fornitura risulta intestata a me, ma per qualche motivo il sistema la risbatte indietro al vecchio proprietario. Per qualche motivo??? E’ moroso cazzo, ecco il motivo, ma io che c’entro???
Insomma, dopo mezz’ora di discussioni, la tizia s’impegna a segnalare il problema con priorita’ massima in amministrazione, promettendo che mi evrebbero richiamato entro un’ora. A tal’uopo si prende pure nota del mio cellulare, che avevano gia’ acquisito un centinaio di volte, ma pazienza!
Stamattina alle 9 richiamo. Rispiego tutto perche’ l’operatore non e’ mai lo stesso, non ci ricapisce un cazzo di nuovo, pero’ in compenso mi spiega che la tizia di ieri sera era un’ebete e che mi aveva detto un mucchio di frottole, tra cui anche il fatto che a quell’ora nessuno mi avrebbe potuto richiamare, perche’ in amministrazione cade la penna alle 17:30. E, tra l’altro, non aveva nemmeno scritto il mio cellulare nelle note della mia chiamata… Che fenomeno della presa per il culo, lo riconosco.
Stamattina stessa promessa: “la faccio ricontattare nel giro di un’ora. Metto il suo cellulare come numero primario (ndr: avevano anche quello di TQG)?”. Maronn, ma e’ ovvio, no?!
Dopo un’ora, ovviamente, chiamano TQG e non me, promettendo, esattamente come avevano fatto il 19 ottobre, di aver risolto tutto e che nel giro di 24 ore la corrente tornera’. Stanotte ci aspetta un’altra sessione al buio completo, cosi’ almeno la caldaia va e non moriamo assiderati.
Riassumiamo: causa la nostra (forse) superficialita’, siamo stati tratti evidentemente in inganno da ENEL, che ci ha fatto volturare presso la loro societa’ che opera nel libero mercato. Ma indipendentemente da cio’, causa morosita’ di qualcun altro, ENEL ci ha tolto la corrente senza nemmeno provare a contattarci prima, in inverno al freddo e al gelo, noi e bambini! Il fatto e’ accaduto un mese e mezzo fa, dicevano di aver risolto ma si e’ ripresentato di nuovo!
Una nota a margine: in tutta questa faccenda, ho scoperto che esiste un numero verde (800 166 654) da cui risponde l’Autorita’ per l’Energia Elettrica e il Gas, la cui missione, tra le altre cose, e’ quella di
“dare informazioni, assistenza e tutela ai clienti finali di energia elettrica e gas, mettendo a disposizione un canale di comunicazione diretto, in grado di assicurare una tempestiva risposta a reclami, istanze e segnalazioni”.
Li ho chiamati, gli ho raccontato tutto e mi hanno detto che e’ inaudito e che qua e che la’, che dovevo immediatamente scrivere al loro indirizzo email (scrivere? e allora che ho telefonato a fare?) e che avrebbero messo in moto tutti i funzionari che avrebbero smosso le montagne.
Ma bene, mi dico. Tempo? “E sa, ci vorra’ un mesetto”. Alla faccia della tempestivita’! Io, comunque, gli ho scritto lo stesso…
A questo punto, l’unica cosa che posso fare e’ consigliare a ENEL Spa di cambiare la ragione sociale in ANAL Spa, vista la loro formidabile abilita’ nell’inculare la gente!
Arrivederci.
Paura su volo Meridiana
Il 21 Novembre, il volo IG223 (Milano Linate – Catania) della Meridiana ha subito un guasto che ha fatto passare dei gran brutti momenti ai passeggeri a bordo. Pare, infatti, che in seguito a un problema che ha interessato il sistema di pressurizzazione del McDonnell-Douglas MD-82 in questione, i piloti abbiano dovuto effettuare una picchiata di emergenza per poi atterrare in sicurezza all’aeroporto di Palermo.
Precisiamo una cosa. Qualsiasi aereomobile che voli al di sopra dei 3.500/4000 metri necessita di un sistema di pressurizzazione dell’aria all’interno della cabina. Questo perche’ oltre tale quota l’aria diviene molto rarefatta, a tal punto che qualsiasi essere vivente a bordo morirebbe asfissiato. Il sistema funziona cosi’: pesca l’aria fuori dall’aereo, la comprime attraverso apposite pompe, fino a portarla alla pressione equivalente a quella riscontrabile a circa 2.500 metri sul livello del mare, la raffredda e la invia in cabina. Perche’ la raffredda? Perche’ le pompe, mettendola in pressione, la riscaldano a circa 70 gradi centigradi, rendendola, di per se’, utile solo a cuocere la gente a bordo.
Quando accade che l’abitacolo di un aereo perde pressione, come in questo caso, succedono due cose. La prima e’ che si aprono immediatamente i vani delle maschere per l’ossigeno, e la seconda e’ che i piloti si attrezzano per portare rapidamente l’aereo a una quota inferiore, dove l’aria diviene di nuovo respirabile e quindi chi se ne importa se non c’e’ piu’ pressione. Il motivo per cui devono farlo in fretta e’ che la scorta di ossigeno per i passeggeri dura pochino.
Ecco spiegata, dunque, la rapida picchiata, che sicuramente manovra piacevole non e’ (diciamo che uno puo’ anche farsela addosso, anche perche’ non sa cosa stia per accadere), ma salva la vita a tutti, belli e brutti. Ecco spiegato anche il forte dolore alle orecchie accusato da alcuni passeggeri: una discesa cosi’ rapida porta a una compressione veloce del timpano (aumenta la pressione come quando, con le dovute proporzioni, si scende in auto giu’ per i tornanti di una montagna).
Ma il punto non e’ questo, ma piuttosto il fatto che incidenti del genere non avvengono cosi’ spesso, e possono essere potenzialmente molto pericolosi. Prima di tutto perche’ la perdita di pressione, se troppo repentina, puo’ causare danni strutturali all’aeromobile, che in casi critici puo’ anche spezzarsi in volo. E secondo di tutto perche’ la stessa picchiata, anche in condizioni di pressione nella norma, non e’ una manovra standard per un aereo passeggeri, la cui robustezza puo’ essere messa a dura prova.
Il velivolo in questione, poi, non e’ nemmeno un giovincello. Anzi! Qualcuno mi dira’ che gli aerei vengono manutenzionati, aggiornati, le parti vengono sostituite, ecc ecc… ma e’ anche vero che gli elementi di base restano gli stessi. Non ho mai sentito di manutenzioni che interessassero parti strutturali della carlinga o delle ali.
Una passeggera, la sig.ra Annarita D’Urso, che percorre spesso quella tratta, ha osservato che non si puo’, tutte le volte, fare a meno di notare “le cadenti condizioni in cui versano gli aeromobili di questa compagnia aerea, in molti casi vecchissimi”.
Tralasciando per un attimo l’aspetto cosmetico, che spesso e’ dovuto piu’ all’incuria del personale addetto al lavaggio e alle varie pulizie che ad altro, mi vorrei concentrare sull’eta’. Questo aereo, conosciuto meglio come MD-80, e meno meglio come Mad Dog (ma non perche’ sia un aereo pazzo, ma solo perche’ le iniziali di Mad Dog sono proprio la M e la D), e’ in effetti un nonnetto dei cieli. E se non un nonnetto, almeno e’ uno zietto, visto che e’ l’evoluzione diretta del mitico Douglas DC-9 (quello di Ustica per intenderci), il cui primo volo risale al lontano 1965. Il che equivale a dire che fu progettato con tecnologia del dopo-guerra.
E quelli di noi che lo conoscono e che c’hanno volato qualche volta, sanno quanto sia antiquato, un po’ in tutti i sensi. E’ lungo e stretto, quindi scomodo, e’ molto rumoroso e inquinante, le cappelliere tengono niente e i bagni sono delle bare. Perfino gli arredi interni evidenziano stile e funzionalita’ del secolo scorso, per non parlare della tecnologia e dell’avionica, che e’ ancora quasi del tutto analogica.
Non sono tante le compagnie aeree che utilizzano ancora questo aereo, almeno non in modo intenso, in termini di voli e frequenze. Due sono italiane: Alitalia e Meridiana, appunto.
Andando a guardare la media di eta’ delle due flotte, concentrandoci pero’ solo su questo modello, scopriamo un fatto interessante. Alitalia possiede 19 MD80/90 (nelle varie declinazioni), per una media d’eta’ di 18.4 anni, mentre Meridiana ne ha 17, con 21.1 anni medi sul groppone. In effetti, proprio in virtu’ del fatto che si tratta di un mezzo vecchio, non mi sembra che la prima flotta sia messa meglio della seconda. E c’e’ da dire che anche i Mad Dog di Alitalia, visti da vicino, non danno sempre l’impressione di essere perfettamente in ordine. Ma l’abbiamo appena detto: sono vecchi, e per quanto si possano rattoppare, vecchi restano. Si tratta probabilmente dell’aereo piu’ vecchio ancora in circolazione nelle flotte delle compagnie piu’ di spicco di tutto il Mondo, considerando ad esempio che ormai, almeno per il trasporto di passeggeri, sono spariti anche i McDonnell-Douglas MD-11 e i Boeing 737 e 747 di prima generazione.
Perfino se confrontiamo questi numeri con la compagnia che ancora impiega massicciamente questo aeromobile, cioe’ la American Airlines, non si notano discrepanze. Infatti, il colosso americano ne opera addirittura 236 (!) con un’eta’ media di 19.7 anni, quindi in linea con Alitalia e Meridiana. Si, alla fine risulta che la flotta Meridiana sia la piu’ vecchia, ma non in modo rilevante mi viene da dire.
C’e’ pero’ un elemento su cui ho riflettuto. Non prova e non dimostra nulla, ma mi e’ venuto cosi’. Da un controllo su un campione numeroso, ho notato che mentre i mezzi di Alitalia sono stati praticamente sempre nelle mani di Alitalia lungo tutto l’arco di utilizzo, quelli di Meridiana sono passati spesso di mano, anche sei o sette volte per aeromobile, e gestiti da un parco di aerolinee piuttosto variegato.
Tralasciando l’utilizzo da parte di Alisarda, perche’ si tratta sempre di Meridiana, ho trovato compagnie come Sabena (Belgio), National Airlines (USA), ma anche altre quali Aerocancun (Messico), Sunways (Turchia), Airtours (UK), Allegro Airlines (Messico), Aerolloyd (Germania), Far Eastern (Taiwan), Tanswede e Blue Scandinavia (Svezia), Luxor Air (Egitto), Air Efata (Indonesia) e via dicendo.
C’e’ di tutto. Compagnie medio grandi e conosciute, ma anche low cost piu’ o meno note, e perfino illustri sconosciuti, alcuni dei quali andati in fallimento. Chi garantisce la manutenzione effettuata da certi vettori, soprattutto quelli non europei oppure non americani? Ricordate, ad esempio, lo scandalo del mercato nero delle parti di ricambio di qualche anno fa?
Non voglio fare speculazioni, e tanto meno accusare nessuno, pero’ mi sono messo da solo una pulce nell’orecchio.
IRPINIA: 30 anni dopo
Domani, 23 novembre, trent’anni fa io c’ero.
Ero a Salerno, in citta’, nella zona vicina al centro storico, quindi l’area che fu, probabilmente, meno esposta della cosiddetta zona orientale.
E avevo una decina d’anni, quindi mi rendo conto che i miei ricordi sono quelli di un bimbo che non capiva e non capi’ molto bene la portata dell’accaduto e le relative conseguenze.
Pero’ i fatti che mi ricordo me li ricordo bene, con un dettaglio che sembra davvero sia accaduto ieri. Ero a casa, nello studio di mio papa’, che allora aveva 40 anni, cioe’ la mia eta’ di adesso, e con noi c’era anche mio fratello, che all’epoca era un cosino di circa 6 anni. Stavamo guardando la collezione di francobolli e le ultime acquisizioni. Parentesi: non so perche’ m’interessasse cosi’ tanto, forse perche’ era una “cosa da grandi”. Chiusa parentesi.
Mia madre, invece, era di la’, in sala, che allattava mia sorella, nata esattamente 29 giorni prima…
Ripensando a questa scena, mi viene in mente un particolare specifico. Pochi minuti prima, proprio mentre attraversavo il corridoio di casa per andare verso lo studio, avevo notato mia madre (intenta ad allattare) che scostava con la mano la tenda della finestra e guardava fuori. Quello che mi colpi’ fu l’espressione di estrema preoccupazione e il pallore del viso. E, nella mia ingenuita’ di bimbo pero’, non ci riflettei sopra e tirai dritto. Evidentemente, la sensibilita’ di donna, acuita dal fatto di essere ridiventata mamma da poco, l’aveva pre-allerata.
Dopo qualche minuto arrivo’ l’ira di Dio!
Non ricordo assolutamente il tremore, che ci fu e fu terribile, ma il rumore del vento, beh… quello me lo ricordo eccome! Fu come trovarsi al mare in una giornata invernale ed assistere ai cavalloni che s’infrangono sui frangiflutti. Quel rumore li’, ma talmente forte da coprire ogni altro suono. Infatti, solo dopo seppi che mia madre aveva urlato “il terremoto!!!” dalla sala, e si era precipitata giu’ con la piccola in braccio.
Contestualmente, mio padre aveva afferrato mio fratello e l’aveva tirato su in spalla, aveva preso me per un braccio e ci aveva trascinati giu’ a nostra volta. La mia esperienza del terremoto fini’ li’, quando insieme ad altre centinaia di persone ci ritrovammo tutti in strada, al buio (corrente elettrica ciao…), con il nostro amatissimo parroco che sembrava il Papa con gli occhiali quando scese in San Lorenzo dopo le bombe. “State calmi, non vi preoccupate”, e abbracciava tutti e tutti volevano abbracciarlo.
Di fronte alla potenza della Natura, l’Uomo diventa niente.
Quello che segui’ fu routine, almeno per i casi come questi. Recuperammo cibo e coperte da casa, rispondemmo ai parenti del Nord che stavamo bene (incredibilmente i telefoni funzionavano ancora) e ci trovammo con i nonni e lo zio per andarcene a dormire all’area di servizio ESSO di via Risorgimento. Dormire poi, che parola grossa. Mi ricordo bene pero’ mio nonno, che non riusciva a prendere sonno se non al buio piu’ totale, stendersi sul sedile anteriore un po’ reclinato dell’Autobianchi A112 dello zio e mettersi un ridicolo fazzoletto bianco in faccia per coprirsi gli occhi 😀
Poi passammo una decina di giorni dalla nonna materna nel Lazio e infine tornammo a casa.
Tutto come prima, come se non fosse mai accaduto niente.
E invece la botta era stata forte. Quasi 3.000 morti (tanti quanti quelli delle Torri Gemelle nel 2001), 20 volte le vittime dell’Aquila. Non che le tragedie valgano in proporzione a questi numeri, ma e’ per descriverne la portata.
Il vero problema fu poi per quelli (circa 250.000 persone) che avevano perso tutto nei crolli. Interi paesi furono cancellati dalla cartina, e la gente visse nei container e nei prefabbricati anche per 20 anni (non so se ci sia qualcuno che ci viva ancora oggi).
Lo Stato stanzio’ i fondi, ma il magna-magna fu spaventoso, e alla gente arrivarono solo le briciole.
Chiusura del Campionato di Formula 1 2010
Ora facciamo sul serio, perche’ il POST di domenica era stato volutamente stringato per non mettere giu’ cose dettate dall’emotivita’ e dalla grande delusione.
E come facciamo a fare sul serio? Diamo i voti, a tutti, ma proprio a tutti. Partiamo.
RedBull: 10. Domina e vince, con un pacchetto superlativo. Arraffa il titolo costruttori con una gara di anticipo. Qualcuno dice che se avessero “gestito meglio” i piloti avrebbero vinto prima. Vero. Ma cosi’ sono stati coerenti e sportivi fino in fondo, mentre “altri” hanno pure imbrogliato e beccato la sanzione. E non ditemi che la regola e’ stupida. Le regole esistono per essere rispettate. Se sono stupide devono essere eliminate, ma questo e’ un altro discorso.
Sebastian Vettel: 10. E’ un missile e sbaglia veramente poco, e quando lo fa… beh lo si perdona, grazie alla gioventu’. La Germania c’ha messo poco a trovare un nuovo super campione. Impressionante la determinazione nel crederci fino in fondo e nel sottomettere alla sua velocita’ tutti gli altri ancora una volta. Il giorno che mi diventera’ simpatico, prendera’ anche la lode.
Mark Webber: 6. Rischia di vincere il mondiale, ma poi si perde. Commette qualche errore di troppo, e non solo quello macroscopico di Abu Dhabi quando tocca il muretto. Ma, soprattutto, quando arriva il momento di tirare fuori gli attributi, lui se li dimentica a casa sul comodino.
McLaren: 8. Macchina consistente quasi sempre, ma comunque mediamente molto veloce. Gran gestione al muretto, e’ l’unico team in cui i piloti non si sputano in faccia a vicenda come prima cosa quando si alzano al mattino.
Lewis Hamilton: 7 1/2. Veloce e’ veloce, ma e’ un mangiagomme da paura, e ogni tanto commette qualche follia di troppo. Ed e’ nervoso, Dio se e’ nervoso! Ma come fa il suo ingegnere di macchina a sopportarlo alla radio? E poi, l’ho sempre detto, e’ simpatico come un tappo di Ferrarelle da bibita nelle mutande (Copyright Dottor Divago 2008-2010).
Jenson Button: 5 1/2. E’ molto bravo a gestire il consumo delle gomme, ma la cosa finisce li’. In realta’ e’ uno costante che cerca sempre di approfittare delle sfighe altrui. Come puo’ piacermi uno cosi’? L’anno scorso il titolo piloti l’ha letteralmente trovato a terra abbandonato da Vettel e dalla RedBull.
Ferrari: ZERO, con vaffanculo accademico! Non si puo’… non si puo’ e non si puo’!!! ZERO per inettitudine, per miopia, per negligenza, per incapacita’, per tutto. La macchina non e’ mai stata all’altezza, non solo delle RedBull, ma nemmeno delle McLaren, e qualche volta neppure delle ToroRosso. Tutto cio’ che di buono e’ venuto quest’anno non e’ giunto dal muretto e neanche dalla fabbrica. Anzi, sono pervenute alcune follie, non ultimo il cambio gomme anticipato di Alonso ad Abu Dhabi. Si suggerisce caldamente un veloce cambio al vertice.
Fernando Alonso: 9. Non 10, ma 9, perche’ qualche errore comunque c’e’ stato. Ad esempio il muretto visitato durante le prove libere a Monaco, piuttosto che la partenza anticipata non ricordo piu’ dove. In ogni caso, resta forse l’unico punto saldo a Maranello, e ha portato la Scuderia laddove nessun altro sarebbe riuscito.
Felipe Massa: 2. Ma solo per generosita’, perche’ magari l’incidente in Ungheria ha rotto qualcosa. Chissa’, sara’ che e’ pure diventato padre e gli e’ scattata la modalita’ cagasotto. Ma questo Massa non e’ nemmeno l’ombra di quello che, nel 2008, arrivo’ a giocarsi il titolo all’ultima curva in Brasile. Piu’ che altro, ci si chiede perche’ in corso d’opera gli sia stato rinnovato il contratto. A chi serve questo Massa nel 2011?
Mercedes GP: 3. La corazzata tedesca arriva, acquisisce il pacchetto vincente del 2009, lo colora d’argento, riesuma il mega campione dei campioni, gli affianca un giovanissimo e velocissimo talento e naufraga miseramente contro lo scoglio della prestazione. Una carrozza grigia trainata da due muli stanchi. Arriva quarta in classifica, ma solo perche’ tutti quelli che stanno dietro non hanno una lira oppure non capiscono una fava di Formula 1.
Michael Schuamcher: 3 1/2. Anche qui, per incoraggiarlo e per i passati fasti, perche’ quelli odierni sono momenti infausti. Come direbbe Emilio Fede: che figura di merda! Ma io dico… ma chi ti c’ha messo?
Nico Rosberg: 9. Guida un trattore e va da Dio. E’ bello, educato, ricco, colto e c’ha un manico cosi’. Se tromba come guida e’ perfetto, un pilota da sposare. Poi dicono che l’altro rosica… A voi piacerebbe se vostro nipote vi superasse in autostrada con la sua 313 rossa e blu a pedali?
Renault: 5. Questi son quelli che non capiscono una fava di Formula 1. Hanno preso tutto quello che c’era di buono nel pacchetto dell’anno scorso, l’hanno tenuto insieme col nastro telato e sono andati avanti. Lo sviluppo c’e’ stato, grazie al polaccone d’oro che si ritrovano in casa, ma che non merita un’auto mediocre cosi’. L’unico acuto l’hanno avuto ad Abu Dhabi, quando, grazie anche alla loro “performance”, Alonso ha perso un mondiale che aveva gia’ vinto. Da tifoso Ferrari non posso far altro che ringraziare sentitamente e augurare loro un meraviglioso 2011 ricco di fumate bianche.
Robert Kubica: 8 1/2. Questo e’ un altro Rosberg, molto piu’ ruspante, ma altrettanto veloce. Il classico pane a chi non ha i denti. Faccio notare che ha portato a casa 136 punti, 8 in meno di Massa, con un pacchetto che vale comunque la meta’ di quello Ferrari. Mah!
Vitaly Petrov: 6. Considerato che doveva solo portare i soldi, considerato che non e’ bravo e esperto come il compagno, considerato che era la prima stagione, insomma considerato tutto, a mio avviso e’ stato discreto. Certo 27 punti non sono roba da ricchi, ma viene da chiederci quanti ne avrebbe beccati Massa col volante giallo in mano.
Williams: 4. Non hanno soldi. La storia della Williams e’ fatta cosi’, di alti e bassi. Ci sono anni in cui investono fior di quattrini in tecnologia e piloti, e altri anche no. Questo e’ uno degli anni anche no. Macchina insufficiente, compensata, per quanto possibile, dalle buone qualita’ dei driver. Ma tanto prima o poi risorgono, e noi aspettiamo fiduciosi.
Rubens Barrichello: 6. Anni 38 e non sentirli. Se consideriamo che ha pure rischiato di doversi immolare sull’altare di sua maesta Michael Schumacher, non e’ andato malaccio. 47 punti, piu’ del doppio di…
… Nico Hulkenberg: 7. Che pero’ prende un voto piu’ alto. E’ inesperto ma veloce e determinato e, soprattutto, guida come piace a me. Pulito, ragionato ma anche incazzato quando e’ il caso. Il problema e’ che potrebbe non durare causa budget zero. E’ la dura legge del volante rettangolare.
Force India: ZERO. Almeno sono riusciti a fare qualcosa di simile alla Ferrari: hanno preso ZERO pure loro. Bravi! Dispongono dello stesso motore e dello stesso retrotreno di McLaren e Mercedes, ma lo usano peggio di entrambi. Che dire? Una banda di incompetenti, capeggiata da uno che vende birra, con due piloti imbarazzanti, posti agli antipodi: si va dall’attitudine all’autoscontro di Sutil allo scontro tra auto di Liuzzi.
Adrian Sutil: 3 1/2. 47 punti con materiale Mercedes sono pochi. E, sinceramente, non impressiona nemmeno un po’.
Vitantonio Liuzzi: ZERO. Questo quando sbaglia condivide la colpa con tutti. “Non siamo andati bene… potevamo, andavamo, tornavamo, sbattevamo…”. Non ha capito che guida una monoposto (mono da mono e posto da posto, e che cazzo!), e come tale deve essere per forza da solo a bordo. Con un’unica eccezione: l’ultimo botto ad Abu Dhabi, quando invece di prendersela con tutti, ha dato la colpa al fumo. Beh, in effetti, chi non conosce la Canapa Indiana? E’ buona eh, Vitanto’? E mettiti a gestire una piantagione piuttosto, no?
BMW Sauber: 2. Di BMW non c’e’ piu’ nulla li’ dentro, in compenso c’e’ un propulsore Ferrari che riesce a fare troppo poco. Mah… Dalle ceneri di una schifezza non poteva che rinascere un’altra schifezza.
Pedro de la Rosa: ZERO. Pedro chi??? Ma per favore! A casa.
Nick Heidfeld: 9. In cinque gran premi prende 6 punti, gli stessi di de la Rosa in 14 gare. Fare questo con un cesso a motore preso in mano cosi’ e sviluppato da de la Rosa stesso, vuol dire che il talento e la grinta ci sono sempre. Ma perche’ l’avevano mandato a casa questo qua? Ah si… il budget.
Kamui Kobayashi: 7. Un kamikaze (神風) d’altri tempi, ma forse il primo giapponese veloce della storia. Spettacolare da vedere in una Formula 1 avara di sorpassi. Magari qualche volta al limite del ridicolo, ma i giapponesi sono maestri di autoironia.
Toro Rosso: 3. Componenti RedBull e propulsore Ferrari. Come cavolo fanno a andare cosi’ male? Certo, si tratta sempre dell’ex-Minardi, ma non vorrei che si fossero portati dietro una maledizione! Che roba…
Sebastien Buemi: 6. Questo lo crocifiggono tutti, e un po’ anch’io. Pero’ ha portato a casa 8 punti, 5 in piu’ di…
… Jaime Alguersuari: 3. Che invece sembra sempre che sia un manico incredibile. Ma non lo e’. Stessa macchina e fa peggio di Buemi che e’ solo un discreto pilota? E che stai a fa’, ah Jaime? Vettel, all’eta’ tua sulla tua macchina, ha dominato Monza sotto il diluvio… mentre gli altri andavano per prati.
Lotus: 7. Ma solo per il nome mitico e per aver messo sotto contratto Trulli. Il resto non esiste. Peccato. Pare che l’anno prossimo tornera’ agli storici colori nero-oro. Perlomeno sara’ un belvedere!
Jarno Trulli: 8. Per la simpatia, la determinazione e la classe. E poi vederlo combattere per cercare di domare quella schifezza verde (quando non si rompeva l’idraulica) e’ stato comunque bello. E vogliamo parlare della signorilita’ nel favorire sempre e bene i doppiaggi? Chi altro lo fa? Grazie Jarno.
Heikki Kovalainen: 7. Ma si, se lo merita ‘sto ragazzo. Ha fatto zero punti pure lui, come Trulli e come tutti quelli che seguono. Ma almeno lui e Jarno si sono tolti la soddisfazione di vincere la mini-classifica degli sfigati. Meglio di un calcio in culo, come dicono dalle mie parti.
HRT & Virgin: 4. Quattro per averci provato senza poter mai fare un test decente e utilizzando tecnologia del secolo scorso, causa pochi soldi e ridicoli regolamenti FIA (voto ZERO). Li metto insieme, perche’ non valgono nulla allo stesso modo, e hanno cambiato una caterva di piloti, a partire da Karun Chandhok. Che, non mi ricordo chi, su questo blog, aveva provato a vendermi come il nuovo talento della Formula 1. Massi’, chiudiamo la stagione con una sana risata!
CHANDHOK? AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!
Post-gara Gran Premio di F1 di Abu Dhabi 2010
COMPLIMENTI:
A Vettel, per aver dominato e aver meritatamente vinto il titolo piloti. Bravo davvero!
Alla RedBull, per aver gestito tutto alla perfezione senza lasciarsi mai prendere dal panico, e aver vinto tutto senza dover nemmeno ricorrere a trucchi e infrazioni al regolamento.
Alla Renault, per aver indovinato l’unica gara di tutto l’anno, proprio quando non se ne sentiva il bisogno.
E alla Ferrari, per essersi fatta infinocchiare dalla RedBull e aver buttato nel cesso un’opportunita’ d’oro, nonostante disponesse del miglior pilota del lotto.
PS: e perfino a Liuzzi, che sfracellandosi sulla Mercedes di Schumacher ha causato l’ingresso della safety car rimestando tutto cio’ che sarebbe stato meglio non rimestare e ha messo Petrov e Rosberg davanti. “C’era fumo e non ho visto niente…”. Coglione, non c’era nulla, il fumo e’ arrivato dopo che hai sbattuto.
Commento gara precedente: Gran Premio del Brasile