Post-gara Gran Premio di F1 del Belgio 2011
Pista meravigliosa Spa Francorchamps. Una delle pochissime ormai, insieme a Monza, Suzuka, Silverstone e, per altre ragioni, Monaco.
Un’unica scarica adrenalinica di curve e saliscendi immersi nel bosco delle Ardenne, un luogo dove il manico conta ancora qualcosina, soprattutto nella curva Raidillon: un’incredibile destra-sinistra-destra, prima in discesa e poi in salita, che solo i piu’ ardimentosi percorrono a manetta, infliggendosi accellerazioni gravitazionali e compressioni degne di un jet militare!
Spa e’ anche il luogo in cui, abitualmente, si riversano i due terzi delle acque del pianeta, sotto forma di pioggia: 250 gg all’anno!
Ma ieri no! O meglio, nel weekend si, quel tanto che e’ bastato per rovinare le prove a tutti, ma poi in gara ciccia, con buona pace dello spettacolo, che sul bagnato sarebbe stato sublime.
E invece chi ha pensato bene di scassare le palle? Hamilton, come sempre. Colui che, quando si cala nell’abitacolo perde la trebisonda (semmai ne abbia una). Colui nel cui cervello e’ installata una valvola programmata in Turbo Pascal:
begin
if abitacolo = 1
then
Follia (una funzione molto semplice da codificare)
end
Poche righe di codice che gli impogono di impazzire ogni volta che prende lo sterzo in mano. Ed e’ successo anche ieri, superando Kobayashi. Il quale, riprendendo la scia, si e’ messo al fianco, sull’esterno, del pilota inglese. Che, dal canto suo, ha pensato di avere la pista tutta per lui, si e’ dimenticato che esistono gli specchietti (e esistono pure i piloti capaci di provare a risuperare subito), si e’ allargato inspiegabilmente verso sinistra e ha cozzato contro la Sauber del giapponese.
Che botto! Negher intontito, protezioni in plastica in aria, ma niente di grave.
Quasi niente… entra la safety car, Alonso e’ secondo, dietro Vettel, e monta le gomme morbide: ha un passo a dir poco ottimo. Vettel approfitta per cambiare le gomme (ha avuto problemi di blistering per tutta la gara), ma la Ferrari decide di restare in pista.
Giusto? Sbagliato? Chi lo sa. E’ vero che chi non risica non rosica, ma alla fine la scelta ha distrutto la strategia, e quando Alonso, dopo una quindicina di giri e’ finalmente andato al pit-stop, era gia’ ora di montare la mescola media per fare l’ultimo stint. Per fare cosa? Solo per incappare nel solito problema, quello cioe’ di non riuscire a scaldare le gomme, complice anche la temperatura non proprio equatoriale e un asfalto ancora umidiccio.
Arrivederci Ferrari: Vettel si rimette davanti, Webber, dopo la solita partenza disastrosa, si mette in saccoccia il secondo posto, e Button, solito programmatore attento e vigile, compie una rimonta strepitosa (grazie anche all’ottima scelta di gomme), e arriva terzo.
Doveva essere il Gran Premio di Alonso, e invece sul podio sono andate due RedBull e una McLaren. E se Hamilton non avesse scazzato, si sarebbe messo in mezzo pure lui!
Quindi: macchina ottima con le morbide, orrenda con le dure e, come sempre, incapacita’ di gestire gli imprevisti al muretto. Come dire, solito cocktail perdente, aggravato dal tornare a casa con un set di gomme morbide nuove e impacchettate e mai utilizzate. Bravi. Il vostro Controller aziendale sara’ felicissimo che cost saving.
Vogliamo parlare di Massa? Anche no. Anzi si, solo per dire che e’ ora che cambi sport. Ha rotto! Ieri tutti superavano, lui no, ed e’ rimasto, come al solito, dietro Rosberg, per giungere a soli 53 secondi da compagno di squadra. Si, e’ vero, alla fine ha anche forato subito dopo aver messo gomme fresche, ma e’ solo sfiga che si aggiunge a una situazione molto negativa.
Schumacher, sulla sua pista preferita, non si e’ fatto attendere: 24esimo al via, quinto all’arrivo. Mica male! Pero’, non e’ tutto oro cio’ che luccica. Grazie al fatto di partire con le gomme dure, si e’ potuto sparare le morbide per gran parte della gara, fregando un sacco di gente. Button, idem. In ogni caso, onore al merito, per una volta.
Finirebbe qui di solito, ma oggi devo andare avanti, e parlare anche delle retrovie:
- Bruno Senna: vedere uno con quel cognome su una Lotus giallo-oro mi ha fatto un certo effetto, anche se lui e’ parente di Senna come io lo sono di Einstein. Il ragazzo e’ scarsino e, nonostante le buone qualifiche, ha mostrato tutto il suo potenziale arrivando lunghissimo alla prima curva incornando il povero Alguersuari (Toro Rosso). E’ anche vero che chiunque e’ migliore di Chandhok, di cui la Lotus ha detto peste e corna (ma l’avevo gia’ fatto io), prima di licenziarlo in tronco con ignominia. Senna, almeno, e’ arrivato 13esimo, a 15 secondi dai punti, e come esordio non e’ malvagio, se consideriamo che Petrov e’ arrivato nono;
- Alguersuari (vedere punto 1). Il ragazzo e’ un signore, io al posto suo sarei andato ai box e avrei coricato Senna di mazzate fino alla sfinimento reciproco. Non e’ bello vedersi rovinare la gara cosi’, considerato che partiva sesto. La Toro Rosso e’ ottava in classifica, dietro Sauber e Force India. E non va bene, perche’ si parla di un sacco di soldi, che servono (moltissimo) per la prossima stagione;
- Liuzzi: adesso che non ci sono indiani alla guida, l’ultimo e’ sempre lui. Ma dove l’hanno trovato questo? Chi e’ il riccone che lo spinge dietro le spalle (speriamo solo in senso lato)? Liuzzi e’ la vergogna storica dei piloti italiani.
In sintesi: Vettel e’ campione del mondo, la Redbull pure. La Ferrari deve, in ordine, licenziare Domenicali e pensare alla prossima stagione.
PS: Mazzoni mi ha fatto letteralmente sganasciare quando c’ha tenuto a puntualizzare che, dopo questa gara, Massa e Rosberg sono matematicamente fuori dalla corsa al titolo!
Commento gara precedente: Gran Premio d’Ungheria.
Tinozza 2 – La Vendetta (parte 5a)
Per ricominciare nel modo migliore, vi piazzo subito una foto del gruppo motore-pompa-filtro, perche’ quella del POST precedente l’avevo presa dal Web e non rendeva giustizia. Tie’:
Adesso il tutto si vede decisamente meglio. A destra c’e’ la bomba, con su montato il collettore di aspirazione e scarico, e dietro si intravedono il motore e il prefiltro a cestello. Sul lato sinistro si vedono i due tubi di mandata e ritorno dell’acqua, che agganciano le relative valvole, le quali possono anche essere chiuse quando non si usa la piscina. Pero’ bisogna fare molta attenzione a ricordarsene: infatti, avviare la pompa con le valvole chiuse puo’ danneggiare seriamente il gruppo, o addirittura farlo esplodere (oh… c’e’ scritto nelle istruzioni!).
NOTA: la carriola sullo sfondo e quel bastone in basso a sinistra non c’entrano niente, ma mi sono accorto che erano nella foto dopo averla caricata stamattina 😦
Detto questo, vi avevo promesso che avrei parlato di trattamenti, e sto per farlo. Ma prima vi devo far vedere un attrezzo fondamentale, che sembra apparentemente una cagatina, ma in realta’ e’ la chiave di volta di tutta la piscina. Senza di lui (di esso, si insomma di costui), sarebbe tutto piu’ di difficile.
Signore e Signori, vi presento… lo Skimmer:
Voi vi domanderete: che ci fa un cestino della monnezza dentro l’acqua? Ebbene, questa piccola pattumiera e’ agganciata a bordo vasca, ed e’ collegata con un tubo alla valvola di uscita dell’acqua. La parte superiore sospesa sul pelo dell’acqua (ad almeno 3 cm dalla sua sede) fa si’ che, all’avvio del motore, si crei un vortice, tipo buco nero, che si ciuccia dentro l’acqua a caterva. Se dentro il cestino ci sono i prodotti, tutto questo turbinare li scioglie gradualmente, li spara nel filtro e li fa tornare dentro la vasca insieme all’acqua pulita. E cosi’ all’infinito, fino a che tutta la quantita’ di prodotto non si e’ dissolta nell’acqua. Grazie allo skimmer, si possono utilizzare le pastiglie invece delle polveri, che andrebbero asperse nell’acqua, dosandole a manina. Lo Skimmer e’ un oggetto meraviglioso.
Tornando a bomba sui prodotti, tutto quello che sto utilizzando finora lo potete vedere riassunto qui:
Ve li elenco prima, poi dopo vi dico. Da sinistra verso destra: trattamento 4 in 1, cartine tornasole e cloro.
La prima cosa da fare, all’avvio della piscina, e’ un trattamento d’urto a base di cloro (prodotto Clorchoc sulla destra), e le dosi sono indicate sul retro dell’etichetta. Io ho sparato dentro una ventina di pasticche come questa:
Dopo di che ho fatto girare il filtro per due o tre ore, fino a che non si sono sciolte tutte. A questo punto, ho misurato i valori dell’acqua con le cartine tornasole. E’ molto facile: si prende una cartina, la si immerge per un attimo nell’acqua, la si tiene in posizione verticale (senza scuoterla!) per un minutino o giu’ di li’, e la si confronta con la matrice sull’etichetta della confezione. Cosi’:
Come si vede, bisogna confrontare i tre colori della cartina tornasole (Cloro, pH e Alcalinita’) con l’etichetta, e cercare di tenerli nel range indicato. Nel mio caso e’ tutto sotto controllo, solo una minima tendenza del cloro verso l’alto, che si corregge facilmente diminuendo la dose del prossimo trattamento (al massimo dei prossimi due).
Il cloro, appunto, va messo dentro tutti i giorni. Nel mio caso sono 2 pasticche al giro. Se gli altri valori sono errati, bisogna correggerli, pena una non corretta igienizzazione dell’acqua e/o irritazioni varie ai bagnanti. Se il pH non va, e’ necessario un ulteriore prodotto che lo alzi o lo abbassi alla bisogna (sono 2 prodotti separati, uno per abbassare e uno per alzare). Di solito, se i trattamenti vengono fatti bene, il pH e’ moderatamente sotto controllo. Puo’ capitare, per sfiga, che il valore cambi. Se si tratta di 0.2 punti va bene, altrimenti forse conviene svuotare la vasca e rifare tutto dall’inizio. Non perche’ sia difficile compensare, ma perche’ i relativi prodotti costano un botto, e per aumentare/diminuire di soli 0.2 punti, serve oltre 1 Kg per 15/20 metri cubi! Poi, dipende anche dall’acqua che arriva dalla rete di distribuzione: se il pH e’ sballato a monte, non resta da fare altro che correggerlo, almeno un po’. Ipotesi remota direi, visto che quell’acqua la beviamo tutti, a prescindere da dove arrivi, e quindi e’ difficile che sia troppo acida o troppo basica.
Anche l’alcalinita’, che poi e’ il contrario dell’acidita’, indica la capacita’ dell’acqua di resistere ai cambiamenti del pH, cosi’ da non alterare il suo equilibrio chimico, cosa che puo’ favorire lo sviluppo di batteri e altre merdine varie. Comunque, e’ probabile che se Cloro e pH sono a posto, e non ci sono alghe e altre nefandezze, anche l’alcalinita’ sia OK.
L’altro barattolone che sto usando e’ un trattamento, come vi dicevo, 4 in 1. In sostanza provvede a tutte le operazioni a cui il cloro non arriva. In particolare l’anti alghe (senza, l’acqua diventa verde, puzza e si riempie di roba organica che fa schifo al solo pensiero), e la Flocculazione, che favorisce (molto!) il processo igienizzante.
Questo prodotto e’ fornito in pasticconi giganti, come questi:
Ne serve uno (da mettere sempre nello Skimmer) ogni 7/10 giorni. Cosa manca? Puo’ essere utile provare anche un prodotto che tenga lontano gli insetti. Io l’ho preso in pasticche, e ne ho messa una dentro: difficile dire quale effetto abbia sortito, perche’ probabilmente gli insetti sono talmente tanti che un po’ nell’acqua ci finiscono comunque. In particolare le zanzare tigre, ma vi confessero’ che e’ un immenso piacere vederle annegare come merde!
Ultimi 4 consigli:
- Fate sempre e bene in trattamenti con i prodotti che preferite;
- Non maneggiate questa roba direttamente, meglio far cadere le pasticche dal contenitore allo Skimmer;
- Non annusatela, che fa malissimo e fa girare la testa all’istante;
- E, per carita’, tenetela lontanissima dai bimbi!
Buon bagno a tutti!!!
Tinozza 2 – La Vendetta (parte 4a)
Ariecchice!
Siamo quasi arrivati al dunque: la piscina e’ completamente montata e, nonostante qualche evidente squilibrio qui e la’, le 20 tonnellate d’acqua riposano placidamente nel liner, senza apparentemente pendere dal nessuna parte. Il che, e’ bene, ma bene assaje!
Cosa manca? Manca tutto l’ambaradan relativo all’impianto di gestione dell’acqua. In particolare:
- Filtro a sabbia
- Collettore
- Motore pompa
- Valvole di carico/scarico dell’acqua
- Skimmer
Andiamo per gradi, ricordandoci pero’ sempre, in saecula saeculorum amen, che nelle intenzioni del costruttore l’assemblaggio del tutto non doveva richiedere piu’ di 120 minuti.
Dopo moltissime ore, manca ancora cio’ che vi ho detto, e a occhio non credo che sara’ un’operazione da 5 minuti.
La prima cosa da fare, ovviamente, e’ sballare il tutto, ma questa volta la produzione di rifiuti non supera le 5 tonnellate.
S’inizia dal filtro, che altro non e’ che un barilone tondo, tipo bomba della seconda guerra mondiale, che dentro ha un tubo di plastica che lo attraversa verticalmente, alla cui base e’ connessa una raggiera di tubi orizzontali. Il tutto e’ placidamente adagiato sul fondo del barile, mentre dalla sua sommita’ spunta la testa del tubo stesso. In pratica, quando l’acqua sporca entra dall’altro, viene sparata sul fondo dalla raggiera, il che, per pressione, la costringe a risalire lungo gli strati di sabbia, arrivando ben ripulita alla sommita’, dove viene aspirata e pompata nella vasca.
NOTA: dentro il barile e’ avvolto un tubo di plastica di alcuni metri, ma nelle istruzioni questo fatto langue. Il effetti, il tubo e’ messo cosi’ bene che sembra parte dall’apparato. D’altronde, chi minchia l’ha visto mai un filtro a sabbia dall’interno? Allora indago con circospezione per evitare danni e, guardando le istruzioni, e confrontandole col materiale disperso sul prato, scopro che mi manca un lungo tubo bianco… Eccolo la’, avvolto nel filtro!! Porcaccia misera… vabbe’, apro il tappo del filtro e tiro fuori ‘sto tubo, cercando di riposizionare quello bianco verticale con la raggiera nel miglior modo possibile. Eh gia’, perche’ questo non e’ solidale col fondo del bombolone… no! Va messo li’, a occhio, sperando che cuore dolga e occhio veda! Nel libretto dice anche che deve essere posizionato bene, per evitargli scossoni letali…
Inizia la parte difficile: mettere dentro il filtro a sabbia… la sabbia!! Questa non deve e non puo’ essere sabbia qualsiasi, ma bensi’ deve avere caratteristiche speciali, altrimenti non funziona un boia e la piscina si riempie di…? Indovinate: sabbia! In particolare, per fungere a dovere, deve avere granulometria da 0.4 a 0.8 mm. Per fortuna Leroy Merlin docet, e non ho avuto problemi a procurami 25 Kg del prezioso carico. Eccolo qua:
Ora, chissa’ per quale strano effetto Quantistico, un sacco di 25 Kg di sabbia pesa come Giuliano Ferrara dopo il pranzo di Natale… mah!
Sta di fatto che tenere sollevato quel cazzo di bustone e versare (lentamente!!) il contenuto nel filtro mi ha sbudellato i maroni per benino. Anche perche’, un po’ bisogna versare, e un po’ livellare e compattare (ma non troppo!) a manina. Arrivato a meta’ bombolone, ho dovuto riempire con acqua e poi riprendere a versare la sabbia fino alla tacca indicata sul tubo verticale. Dulcis in fundo, ho dovuto compattare ancora… per un attimo ho seriamente creduto di essere un cercatore di Telline.
NOTA con consiglio fraterno: posizionate il coso nel luogo definitivo il cui intendete che stia, altrimenti portarsi a spasso il bombolone carico di sabbia e acqua potrebbe far bestemmiare in aramaico la vostra schiena!
Bene, la bomba e’ pronta, adesso va innescata. Come? Bisogna montare su il collettore… Le istruzioni, a questo punto, dicono che se il montaggio non viene eseguito alla perfezione, c’e’ pericolo di scoppio, con conseguente danno a persone e proprieta’ e… morte!!
Ma li mortacci vostra… e’ il caso di dire. Allora avevo ragione a chiamarla bomba! Con mano tremula, eseguo il montaggio: il collettore si infila sul collo del bombolone, facendolo coincidere con la bocca del tubo verticale, e il tutto si stringe (forte) con un anello d’acciaio e due grosse viti. Il risultato e’ questo:
Ora manca il motore, cioe’ questo:
Va allineato al lato della bomba e fatto scivolare dentro un’apposita sagoma. Eventualmente si puo’ anche fissare con due grosse viti (non fornite), ma col senno di poi vi dico che non serve. In effetti ero un po’ preoccupato dal motore, non tanto per le vibrazioni, ma piuttosto dal possibile rumore. Dovendo lavorare per almeno 2 ore al giorno (in 1 ora filtra circa 15 metri cubi), pensavo che i vicini confinanti mi avrebbero querelato. E invece, a parte vibrazioni zero, credo sia il motore elettrico piu’ silenzioso della storia: in pratica bisogna avvicinarsi a un metro per sentirlo ronzare sommessamente. Tutto qua! 🙂 Lo strano secchio che si vede in primo piano e’ un dispositivo apparentemente fesso, ma molto utile: si tratta di un pre-filtro, che trattiene foglie, insetti e altre schifezze varie, prima che vadano a infilarsi nella sabbia.
Comunque, aggancia di qua, assembla di la’, posiziona il tutto ad almeno 2 metri dalla vasca, collega i tubi di carico/scarico con le relative valvole agganciate sul fianco della vasca, e il gioco e’ fatto. L’unione motore+bomba ha prodotto l’oggetto finale. Che ha 3 bocche: ingresso acqua (quella che arriva dalla piscina), uscita acqua (quella che torna nella piscina dopo essere stata filtrata) e scarico (quella che spara via l’acqua per pulire il filtro oppure per svuotare la vasca).
Caduta di stile su quest’ultima bocca: manca l’apposito tubo (c’e’ proprio scritto nelle istruzioni che non e’ fornito!), per cui l’acqua esce a piogga li’ dove si trova il filtro. Poco male se si tratta di un prato (anche se l’acqua piena di cloro ammazza l’erba, e comunque crea fango), ma se uno ha messo la piscina su una piattaforma in cemento o su qualche altro tipo di pavimentazione, urge tubo di scarico, a meno di non voler allagare tutto intorno. Il tubo, essendo dotato di specifica ghiera di fissaggio, deve essere acquistato sul sito della Intex.
Ora io dico: e’ possibile che per un prodotto che a listino stazza circa 1,500 Euro, ci si debba perdere per un tubo che si e no ne costa 5??? E dai, e fate questo sforzo e mettetelo nel pacco. E che cazzo!
Continua… (parleremo di skimmer e trattamenti dell’acqua)
Post-gara Gran Premio di F1 d’Ungheria 2011
Per la prima volta quest’anno, mi ritrovo a non sapere cosa dire. Ma non perche’ la gara sia stata povera di eventi, tutt’altro, ma perche’ qui mi pare che ormai la solfa si stia ripetendo a piacere.
Prima di tutto ormai e’ chiaro che il problema dei sorpassi sia stato risolto dalla F.I.A. Ma a che prezzo? Ottantanove (erano 89?) pit stop! Ma vi sembra normale che le auto passino piu’ tempo a entrare e uscire dai box che a macinare chilometri?
Poi, vi sembra sensato che si possano costruire delle gomme “a comando”? Le voglio che durino 11 giri! OK! Le voglio che durino 15 giri, ma al 12-esimo devono crepare senza esplodere. OK!
Ma scusate, ma allora perche’ Â non buttiamo via tutto e costruiamo dei carretti a spinta dove l’unico elemento tecnologico sia la mono-gomma Pirelli e vediamo come va a finire?
Almeno non dovremo assistere agli atti pirateschi di Hamilton! Ha voglia Alesi (a cui va sempre il mio imperituro amore) a dire che i commissari hanno sbagliato e che lui non poteva aspettare che passassero tutti. Col cavolo, lui DOVEVA aspettare che passassero tutti! E cazzo: sbaglia, va in testacosa e che fa? Per non perdere tempo, rischia di speronare un paio di avversari? Lasciamo perdere la sicurezza: se anche non si fossero fatti nemmeno un graffio, vuoi mettere l’incazzatura colossale per avergli rovinato la gara pure a loro?!?
Per me e’ chiaro che Hamilton sia arrivato al punto da essere sbattuto fuori dal circus. Si, d’accordo, e’ bravo, ma troppo spesso gli salta il neurone e fa delle cose pericolosissime. Solo Takuma Sato, ai bei tempi, gli era superiore! Ma che c’entra, quello era un kamikaze per definizione, questo invece e’ solo uno sciocco, e pure presuntuoso.
E poi, in fin dei conti, se manca Hamilton, c’e’ sempre Jenson Button. Lo sapete che io non impazzisco per costui, ma quando fa queste cose io mi levo puntualmente il cappello. Velocissimo, sempre in controllo (sul bagnato!), aggressivo quando serve e paziente quando non serve, preciso sui cordoli, dolce come uno zuccherino sulle gomme e, soprattutto, senza provare strategie da ipodotato e senza spingere oltre i limiti della Fisica. Abbiate pazienza, ma e’ cosi’.
Al contrario di Alonso, che manico e’ e manico resta, ma che stavolta ha veramente esagerato! E che avesse in animo di farlo si e’ capito dalla prima curva, dove e’ arrivato a cannone e poi si e’ ricordato che a) non era solo in pista e b) che tra le gomme e l’asfalto c’era un discreto velo d’acqua.
Poi altri errori, uno dopo l’altro, fino a quello meraviglioso quando era in caccia di Vettel (e poteva veramente acciuffarlo!) ma ha deciso di vanificare tutto andando nuovamente in testacoda.
Lui dice: “non ho nulla da perdere, devo essere sempre aggressivo”. Io dico: anche Button non ha nulla da perdere…
Massa, dal canto suo, dopo essersi esaltato domenica scorsa, e’ rimpiombato nel limbo, commettendo a sui volta un paio di errori grossolani, di cui il secondo gli ha pure spataccato l’alettone posteriore e ciao DRS…
Per carita’, bello il tentativo del muretto Ferrari di anticipare la sosta di Fernando, e con il senno di poi si puo’ dire che abbia pagato, consentendo allo spagnolo di saltare Webber e avvicinare Vettel. Pero’Â qui torniamo alla questione della solita solfa con cui ho aperto, cioe’ che il problema e’ sempre lo stesso: per quanto questa Ferrari migliori, per quanto abbia una prima guida velocissima, resta sempre dietro a qualcuno, e non da mai la sensazione di essere il miglior pacchetto del lotto, se non altro per il singolo gran premio. E’ veloce, anche piu’ degli altri (Massa ha fatto il record in gara), ma non capitalizza. Anzi, capitalizzano gli altri: vai a chiedere a Vettel se gli dispiace essere arrivato secondo.
Tanto e’ che se la RedBull va forte, la Ferrari e’ dietro, se va forte la McLaren, la Ferrari e’ comunque dietro! Cosi’ non si vince una fava, se non il premio fegato d’oro del tifoso 2011! E poi, per battere le altre scuderie, i punti devono portarli entrambi i piloti!
Chiudo con 2 menzioni d’onore:
- A Heidfeld, che stavolta e’ riuscito a non spiccare il volo, ma ha rischiato l’ustione alla Lauda quando gli scarichi innovativi della sua Renault hanno deciso di prendere fuoco, e poi di esplodere sul piede di un commissario di pista…
- A Vitantonio Liuzzi, che a prescindere dalla scuderia, conferma sempre le sue doti di eccelso driver. Siccome non c’era Chandkok, e’ toccato a lui arrivare ultimo, con soli 5 giri di distacco. Che, su una pista lenta come questa, equivalgono a 10 tornate di Monza… Complimenti Tonio, o come diavolo ti chiami!
Commento gara precedente: Gran Premio di Germania.