Arrivano le bollette!!
Ieri riflettevo su una cosa che non ho ancora vista riflettuta in Rete. Beh? e’ una licenza poetica…

E cioe’ che, causa clausura, tutti hanno gia’ visto o vedranno ingrossarsi le bollette di luce, gas e acqua a dismisura. Lo so, vi state gia’ sentendo meglio vero? No, perche’ le bollette saranno anche sospese (non sono sicuro di dove, quando e perche’), ma non ci illuderemo mica di non doverle pagare, nevvero?
Ora, esiste il solito cruccio. Perche’, se io compro un litro di latte, pago per un litro di latte, e tutti i costi legati alla produzione, commercializzazione, distribuzione del litro di latte sono cazzi del produttore? Idem se compro praticamente qualsiasi altra cosa, perfino il traffico voce e dati del cellulare. Ma se, disgraziatamente, compro un Kw di energia oppure un litro d’acqua di rubinetto dalla Societa’ che lo eroga, ci pago sopra l’ira di Dio di costi fissi, tasse e compagnia bella. Perche’ devo pagare io dei costi all’Enel o chicchessia che sono necessari all’erogazione del servizio e non se li pagano loro? In altre parole, perche’ non annegano i costi nel prezzo e se poi non sono capaci di gestire e spendono piu’ di quel che guadagano non sono cazzacci loro?
Perche’ sono ladri. Ma sono ladri col mandante, e il mandante e’ lo Stato. Quindi lo Stato e’ ladro, ma lo Stato siamo noi, quindi noi siamo ladri. D’altronde avete mai sentito un politico in campagna elettorale promettere di risolvere questa schifezza? Quindi ci costrigono ad essere ladri. E noi, da bravi pecoroni, ci stiamo.
Vi sentite ancora meglio vero? Ma non era questo l’argomento del dibattere. Piuttosto, stabilito che di furto legalizzato si tratta, ieri sera dopo cena, per digerire serenamente, sono andato a guardarmi il furto in dettaglio. Adesso vi racconto cosa ho letto. Per farlo, mi limitero’ a parlare della componente elettrica (tanto il gas e’ simile) e impostero’ una bella costante.
DEF=”cosi’ facendo, autorizzati dalla Legge, ci fottono dei soldi”.
Siccome i pre-requisiti minimi per capire tutti i dettagli sono una Laurea in Fisica Nucleare e un Master alla Bocconi in Business Administration, e’ anche possibile che io non abbia capito niente, ma d’altronde non ho voglia adesso di prendermi quella laurea e quel master prima di scrivere questo post.
Le componenti della bolletta sono 4:
Servizi di vendita (bile livello 1)
Trasporto e gestione del contatore (bile livello 2)
Oneri di sistema e dispacciamento (bile livello 3)
Accise-imposte (bile livello 38).
Iniziamo da
Servizi di vendita (quasi il 50% della bolletta!)
Attenzione che qui entriamo nel fino. I servizi di vendita si suddividono a loro volta in 2 sotto-voci:
- Quota fissa: costo di commercializzazione vendita e dispacciamento. DEF d’acchitto, cosi’ tanto per iniziare le danze. NOI paghiamo un tot a prescindere perche’ LORO commercializzano e immettono la corrente in rete (dispacciamento). D’altronde paghiamo anche il produttore di latte per la stessa cosa, no?
No!
- Quota energia: proporzionale ai consumi, dispacciamento, sbilanciamento, perequazione. DEF perche’ non sappiamo nemmeno che cazzo siano lo sbilanciamento e la perequazione. Ma allora io che ci sto a fare? E soprattutto, devo pur trovare un modo di farvi salire la bile a 38. Leggete, leggete…
Infatti, mica finisce qui! Magari… la Quota Energia viene calcolata su ben quattro elementi diversi, cosi’ da inchiappettarci con semplicita’:
- Prezzo dell’energia: DEF perche’ acquistare energia ha un costo, e dobbiamo pagare noi. Poi, succede che un po’ di energia si perda in rete e anche li’ DEF per coprire le perdite.
- Prezzo commercializzazione e vendita: DEF per coprire le loro spese di gestione dei clienti. Tu sei cliente? Bene, oltre a pagare
tutto il resto, devi pure pagare perche’ sei cliente e loro ti devono gestire. D’altronde che fatica che fanno ogni mese per convincerci a tenere accesi il frigo e la TV…
- Prezzo dispacciamento: DEF per coprire il costo di immettere l’energia in rete. Come, andando al distributore a fare il pieno, il tizio dicesse “sono 100 Euro per il pieno e 2 Euro perche’ la pompa le ha erogato il carburante”. Ma vaffanculo, ma lavami il parabrezza piuttosto!
- Prezzo di perequazione: lo so, “perequazione” suona tanto come “supercazzola”. E, infatti, lo e’. DEF per coprire il delta prezzo tra quello negoziato dagli acquirenti unici (le societa’ che comprano energia per poi rivenderla a noi nel libero marcato) e il prezzo effettivo pagato da noi. Che equivale a dire: “fate pure un prezzo di favore alla ABC Srl, tanto ci sono ‘sti coglioni che pagano per coprire lo sconto”. La perequazione… che meraviglia, che creativita’, che stronzi!
Torniamo alle 4 voci principali e parliamo di
Componente Trasporto
DEF per coprire tutti i costi legati alla trasmissione dell’energia sulle reti nazionali, alla distribuzione a livello locale e al contatore. Quindi: vuoi la corrente? Beh, questa corrente deve pure arrivare dalla centrale di produzione fino a casa tua, no? E che non vuoi pagare tu per questo? E che cazzo?? Si, certo, che cazzo… ma perche’ gli operatori di telefonia per darci copertura di rete si fanno pagare la componente trasporto? No. E perche’ no? Perche’ la Legge non lo prevede. Grazie a Dio, direi, ma perche’ la Legge non lo prevede? E’ esattamente la stessa cosa! E la benzina? E il latte, e la straminchia? Perche’ solo le societa’ Luce e Gas ci possono imputare tutti questi costi? Chi e’ stato ad emanare la vigente normativa e quando? Dopo ve lo dico.
Anche la componente trasporto ha le sue belle tre sotto-voci.
- Quota fissa: cioe’ DEF e dovete stare anche zitti perche’ e’ cosi’ e basta.
- Quota potenza: DEF in base alla potenza impegnata. Vuoi 3 Kw? Paghi X, vuoi 4,5 paghi Y. E meno male che non c’e’ anche la Quota Matera.
- Quota variabile: ricordate che molto spesso variabile in italiano vuol dire “uccello padulo”. Infatti e’ (tenetevi forte alla poltrona) la quota espressa in Kw/h in relazione alla quantita’ di energia trasportata per soddisfare la richiesta del cliente… Ma poveri cavi elettrici… come soffrono. E’ giusto pagare. E poi, hai voluto 4,5 Kw per cui gia’ paghi? E che fai, poi non li usi? Ma certo che li usi, io lo so, te la incarto io la bolletta. E allora paga, qui e in altre 200 componenti sparse in giro! E taci che il nemico ti ascolta.
Terza macro-voce:
Oneri di sistema e dispacciamento
Ora, il garzantino mi dice che onere significa “Obbligo, carico che si deve sostenere necessariamente in quanto previsto o disciplinato dalla Legge”. Quindi, ancora una volta, DEF perche’ la Legge mi consente di farlo. E io lo faccio.
Pero’ questi oneri sono spettacolari, forse vale la pena di pagarli solo per avere la prova provata di quanto siamo ladri. leggere per credere:
- Smantellamento delle centrali nucleari: DEF per smantellare le centrali, non c’era bisogno di spiegarlo. E dove cazzo stanno le centrali nucleari in italia? Ve lo dico io, sono quattro: Trino Vercellese (ferma dal 1987), Caorso (ferma dal 1987), Latina (ferma dal 1987), Garigliano (ferma dal 1978). Poi, tanto per gradire, abbiamo anche tre depositi di scorie nucleari. Quindi DEF per coprire i costi di smantellamento. Ma in realta’ si tratta di gestione ad libitum, perche’ essendo piene di materiale radioattivo non si possono toccare per i prossimi 3 milardi di anni luce al cubo col resto di due! Altrimenti in 30/40 anni le avrebbero smantellate, cazzo! Anche un atomo alla volta con le pinzette!
- Incentivi alla produzione da fonti rinnovabili: DEF, nonostante la fonte rinnovabile faccia bene all’ambiente e dovrebbe farci risparmiare. RISPARMIARE??? Ehhhh… adesso… che paroloni che volano…. Qualcuno dovra’ pure pagare per incentivare la gente ad installare i pannelli solari, no? Ah gia’. Quindi quando installo i pannelli e lo Stato mi incentiva, sono sempre io che pago? Ma vaffanculo, non darmi l’incentivo e leva questa gabella che mi hai appioppato tutti i mesi per tutta la vita!
- Tariffe speciali per le Ferrovie dello Stato: No… devo scriverlo di nuovo: TA-RIF-FE SPE-CIA-LI PER LE FER-RO-VIE- DEL-LO STA-TO. Beh, non gli volete fare lo sconto alle Ferrovie, con tutta la corrente che consumano con i treni per i quali i passeggeri pagano biglietti salatissimi per servizi merdosissimi.? Un momento: io pago il biglietto del treno, il treno consuma corrente. Le Ferrovie comprano corrente e loro DEF per coprire lo sconto? Si. E allora perche’ quando vado al ristorante non mi viene richiesto un contributo per la bolletta della luce? E ma Ferrovie consuma un sacco di corrente… Ma chi se ne frega! Il ristorante, a modo suo, pure consuma un sacco di corrente, tra luci, TV, aria condizionata, frigoriferi e freezer, insegne, antifurti… Andiamo a guardare il costo dell’energia sul totale dei costi e poi ne parliamo! Ma le Ferrovie erano statali… Bene a allora quando le avete privatizzate perche’ non mi avete dato dei soldi? E dove sono finite le mie azioni? Cazzo… non ero io lo Stato?
- Finanziamento per ricerca e sviluppo: E di cosa precisamente? Di come trovare nuovi modi per eseguire il DEF! Eh no, perche’ per il resto l’energia si produce e si distribuisce cosi’ da un secolo. Anche le fonti alternative sono sostanzialmente le dighe e i pannelli… Ricerca e sviluppo de che??? E poi perche’ devo pagare io? Tu Stato mi fai pagare le tasse? E usale anche per finanziare l’Enel se ti fa piacere, ma non sono fatti miei. Finanzi anche la ricerca e sviluppo della Pizza e Fichi Srl? E allora, perche’ finanzi l’Enel? Perche’ l’Enel era statale… ARIDAJE!!!
- Finanziamento dei regimi tariffari speciali e degli oneri per il bonus elettrico: quindi DEF per cose tipo le Ferrovie ma non ti dico nemmeno di chi si tratta. Tu paga e zitto, della trasparenza ne parliamo un’altra volta, okkei? Il bonus elettrico invece copre lo sconto applicato alle famiglie in difficolta’ economiche o con disagio fisico. Sapete che vi dico? Su questa DEFfate pure, e’ l’unica giusta.
- Ancora un altro finanziamento come Ferrovie, ma stavolta DEF per aiutare le industrie ad alto consumo di energia. Ma proprio tutto noi dobbiamo pagare? Ma se hanno deciso di fare un business che richiede molta corrente elettrica, ma non saranno anche un po’ cazzi loro, che dovrebbero coprire nei costi? No, li dobbiamo coprire noi.
- Compensazioni per le imprese elettriche minori: non sapete chi siano vero? Non avete la piu’ pallida idea! Che ignorantoni! Non lo sapevo nemmeno io… Sono le imprese elettriche delle isole minori, dove la rete nazionale non arriva e quindi DEF perche’ si devono arrangiare. E non vogliamo pagare noi? Ma non pagavamo gia’ per la distribuzione? Ma se io ti pago per la distribuzione, tu devi distribuire in tutto il paese, anche quelle zone che non sono connesse da un lembo di terra, brutto stronzo imbroglione che non sei altro! E perche’ ti devo pagare un extra perche’ tu hai scoperto che elettrificare le isole minori costa troppo e rende troppo poco? La prossima volta, invece di giocare a fare la Societa’ Luce e Gas, vai a raccogliere i pomodori, inetto!
- Promozione efficienza energetica: questa pure e’ gustosissima. DEF per dirci che dobbimo consumare in modo responsabile. Guardate, vi assicuriamo che bastano le altre componenti della bolletta per convincerci al 100%, non c’e’ bisogno pure di questa. Ma siccome con voi piu’ si consuma piu’ si paga (contro ogni logica di mercato), non sto gia’ pagando perche’ consumo di piu’? Ma saro’ non troppo imbecille da arrivarci da solo no? Cazzo… consumo meno e scendo nella fascia meno costosa. Ma tanto DEF per ricordarmi di consumare meno!
- Compensazioni territoriali agli enti locali con impianti nucleari. Quindi, come se non bastasse il primo punto in alto, DEF un altro pochino perche’ altrimenti i soldi per gestire la bellezza di ben quattro siti nucleari piu’ tre depositi di scorie non ci bastano. Eh si… c’e’ un sacco di roba da gestire li’… dobbiamo stare li’ a guardare ben sette sensori che non vadano sul rosso. Un sacco di soldi ci vogliono, si si. E poi il recinto che abbiamo costruito negli anni 70 ancora lo dobbiamo ammortizzare… si si. Pero’, in compenso, guardate che bel cartello di pericolo che abbiamo messo. Peppino il Grafico si prese ben 20.000 lire nel 1980 per realizzarlo. Si si…
Ma veniamo alla quarta componente, quella amatissima delle
Accise-Imposte
Per capirci: un’imposta e’ una tassa su un servizio che viene reso ad un soggetto privato su sua esplicita richiesta. Un’accisa e’ una tassa che viene applicata alla fabbricazione e alla vendita di prodotti destinati al consumo. E siccome l’energia elettrica e’ entrambe le cose (la luce e’ corpuscolo e onda allo stesso tempo, mentre la supercazzola prepappolata…) ecco che ci becchiamo entrambe. Ma anche qui, DEF per pagare le loro tasse. Io ti chiedo di fornirmi l’energia, tu me la fornisci, io ti pago l’energia e tu ti paghi le imposte. No, pago io tutto. Ed e’ ovvio che se mi vendi la corrente la devi produrre e devi pagare l’accisa. Ma no, pure quella la pago io. Poi ovviamente c’e’ l’IVA che incide su tutto, per il 10% del totale della bolletta, compresi tutti i soldi che DEF per coprire i loro costi. Ah…poi si paga anche l’IVA sulle Accise: una imposta sull’imposta. Sono secoli che dicono che la toglieranno, ma sta sempre li’. E quando mai levano un’imposta? E quando mai noi smettiamo di votare per loro? Mai.
Ma alla fine del giro, le Societa’ Luce e Gas che minchia pagano, se paghiamo tutto noi? E quanto profitto fanno? Un sacco di soldi che sarebbe troppo lungo indagare. Ma un sacco sacco. La verita’ e’ che, con questi ritmi, potrebbero macinare molto ma molto di piu’. Ma siccome sono dei carrozzoni medievali, guidati da gente che viene messa li’ per motivi politici e non per merito, nonostante tutti i soldi che ci fregano, ogni tanto vacillano pure!
Vi dico solo una cosa: tutti i costi che imputano a noi, vengono ovviamente trattati come ricavi. Quindi, quando spendono in infrastrutture e ricerca e sviluppo, loro investono. Investono i nostri soldi, che noi gli diamo per coprire dei costi, nella loro azienda. Ma lo fanno per noi, no?
D’altronde, noi siamo tutti investitori.
Ho finito.
Buonasera.
PS: per l’attuale normativa che regola il mercato Luce e Gas dobbiamo ringraziare il Governo Berlusconi II.
Grazie Silvio.
Non fanno piu’ il Customer Care di una volta – 2
Solo 3 giorni fa mi ero lamentato del pessimo servizio al cliente ricevuto da Amazon.it, in occasione di una mia visita al loro portale e conseguente ricerca di informazioni.
Il POST e’ questo, ora riassumo: il 21 maggio sono andato a vedere quanto costasse il nuovo (ancora in pre-vendita) Samsung Galaxy S3 (ora posso dirlo…), trovandolo a 699 Euro, cioe’ al prezzo di listino previsto dalla casa coreana, quando molti altri portali di e-commerce europei lo stavano gia’ piazzando a meno, anche al di sotto dei 600 Euro. Ma la cosa piu’ incredibile e’ stata trovarlo su Amazon.de (sito tedesco della stessa multinazionale) a 588 Euro! Scrivendo ad Amazon.it, per chiedere lumi, mi sono sentito rispondere che “ognuno fa le sue politiche di marketing e che siccome la mia login funziona su tutti i portali di Amazon potevo scrivere direttamente ai tedeschi”.
Questo 3 giorni fa, non 3 anni fa.
Oggi, leggendo i miei feed RSS, scopro su Androidblog.it che Amazon.it ha messo in vendita questo smartphone a 620 Euro, oppure addirittura a 599 acquistandolo da un partner collegato!!!
Qui il link alla pagina Amazon.
Quindi, col cacchio che si tratta di politiche di marketing e tutto il resto…
… si tratta solo e semplicemente di PESSIMO CUSTOMER CARE! Di una mano destra che non parla con la sinistra, di gente che affretta le risposte usando il copia&incolla per liberarsi velocemente del problema.
E meno male che quelli di Amazon affermano di essere “l’azienda piu’ attenta al cliente del mondo”.
Vi incollo anche uno screenshot della pagina a futura memoria, non sia mai che gli esemplari in super offerta terminino e sparisca il prezzo di 599 Euro e magari pure quello di 620 e qualcuno possa dire che sparo balle:
Non fanno piu’ il Customer Care di una volta
Per le aziende che competono nei cosiddetti “red ocean”, cioe’ quei mercati ipersaturi a basso tasso di innovazione (ad esempio le Utility ma non solo), la capacita’ di servire bene il cliente e’ un basic.
E’ cioe’ una di quelle cose che, se fatte bene, possono differenziare un fornitore da un altro e attirare potenziali clienti, nonche’ tenersi buoni i propri. Servire il cliente significa tante cose, ma sostanzialente queste sono quelle che andrebbero sempre fatte:
- Saper ascoltare;
- Sapersi mettere nei panni del cliente, cioe’ pensare come il cliente;
- Saper comunicare in modo efficace, dando informazioni oggettive e coerenti;
- Sapersi concentrare sulla soluzione e non sul problema;
- Saper trasferire trasparenza e spirito di servizio.
Il resto viene da se’. Il problema oggi, pero’, e’ che le aziende tendono a risparmiare all’osso, spesso terzializzando questo servizio a sub-fornitori a cui non importa nulla della soddisfazione dei clienti (degli altri), e che hanno il solo obbiettivo di spendere il meno possibile. Quindi: tecnologia scalcinata, nessuna formazione, processi interni inesistenti (ognuno si arrangi come puo’), contratti precari a gente sottopagata che ha poca voglia di lavorare (perche’ nessuno gliela fa venire), logistica fallimentare, uffici poco comfortevoli, ecc…
Lavorare in queste condizioni non genera qualita’, anzi produce lavoratori incazzati che, in alcuni casi, sfogano le loro frustrazioni anche sui clienti (che scappano). Chi lavora nei call center, o comunque dietro la scrivania di un helpdesk, viene misurato praticamente solo sul tempo che dedica a ogni “ticket”, tempo che deve essere piu’ breve possibile, cosi’ che i capi possano lustrarsi del fatto di riuscire a gestire un volume X con il 30% in meno delle risorse teoricamente necessarie, e senza nemmeno spendere in altri “fronzoli”. Ma nessuno, o quasi, misura in modo efficace se il cliente abbia o meno concluso la sua esperienza in modo positivo e risolutivo. Risultato: in genere siamo sempre tutti piuttosto delusi della qualita’ del supporto che riceviamo. Dal gestore dell’energia, dal fornitore della telefonia, dal call center delle assicurazioni e via dicendo, senza troppe distinzioni.
Esempio.
Scelgo questo esempio solo perche’ l’azienda in questione viene citata da tutti come il miglior benchmark di customer care al Mondo, non perche’ ritengo che le manchino tutti i requisiti di cui sopra, e comunque riferisco di un singolo episodio, che puo’ anche dipendere dalle virtu’ di una persona. Ma, come dicono gli inglesi, still…
Ebbene, qualche giorno fa stavo navigando su Amazon.it, e stavo guardando un po’ i prodotti pubblicizzati nell’home page. Lo faccio spesso, sia per rinfrescarmi la memoria sulle caratteristiche degli smartphone che man mano arrivano e sia per monitorare l’andamento dei prezzi e la disponibilita’ a stock dei device. Mi cade l’occhio su uno smartphone che e’ in imminente arrivo sul mercato, quindi ancora in pre-vendita. Mamma mia! Possibile che costi cosi’ tanto, quando in altri portali di e-commerce non italiani l’ho visto a un prezzo decisamente piu’ conveniente? Allora mi metto a googlare qualcosa tipo “marca modello best price” (non dico di che si tratta per evitare di fare pubblicita’).
Scorro la lista dei risultati, e tra i primi mi viene fuori Amazon.de (il sito tedesco), che lo offre a ben il 16% in meno! Ma come e’ possibile? Amazon con Amazon???
Ci deve essere un errore, oppure magari da questa parte la promozione non e’ ancora attiva… Scrivo a Amazon.it!
E le dico in sintesi: “ho notato questo divario nel prezzo. Come mai? Farete la stessa offerta anche sul portale italiano? E se non la farete, un consumatore italiano potra’ acquistare direttamente sul portale tedesco?”. Quindi, tre domande molto chiare e, tutto sommato, semplici direi, a cui si poteva rispondere con “Ha ragione, no, si”, o qualcosa del genere. Per non parlare del fatto che e’ ovvio che un consumatore italiano possa acquistare sul portale tedesco, visto che siamo all’interno della Comunita’ Europea che e’ un mercato libero e aperto ai tutti i cittadini. E questo, dovrebbero saperlo…
A stretto giro mi arriva questa risposta (la copio e incollo cosi’ come l’ho ricevuta perche’ e’ assai indicativa):
Gentile XYZ,
I diversi siti di Amazon, pur essendo affiliati tra loro, ad esempio Amazon.com; Amazon.de; Amazon.fr; Amazon.ca; Amazon.co.uk; Amazon.at, gestiscono gli ordini e i prezzi in maniera autonoma.
Gli sconti e i prezzi di ogni sito variano continuamente a seconda delle offerte speciali dei fornitori, i volumi di vendita, specifiche politiche di marketing.
Ciò significa che possono verificarsi delle variazioni sostanziali di prezzo tra i vari siti di Amazon.
Questo le offre il vantaggio di poter comparare i prezzi tra i differenti siti di Amazon per scegliere, di volta in volta, gli articoli più convenienti.
Se ha già creato un account su Amazon.com, Amazon.de, Amazon.fr o Amazon.co.uk non sarà necessario crearne uno nuovo per effettuare un ordine su Amazon.it e viceversa, perché il suo indirizzo e-mail e la sua password verranno accettate.
In base al sito Amazon scelto potrà contattare il servizio clienti corrispondente per ricevere una pronta ed esaustiva risposta.
Per maggiori informazioni sulla nostra Politica dei prezzi visiti il link sottostante:
Spero di averla aiutata.
Cordialmente
Si firma col nome di battesimo e l’iniziale del cognome
L’azienda più attenta al cliente del mondo.
http://www.amazon.it
Prima questione cosmetica: cosa cavolo mi citi a fare tutti i portali di Amazon??? Ho capito il concetto, evita: mi tratti da cretino per caso?
Poi, leggendo il testo su e giu’, si vede come costei non abbia per niente capito le domande. Infatti, non esiste praticamente risposta a nessuna delle tre, se non il tentativo di spiegarmi che ogni mercato e’ diverso e che le strategie commerciali variano a seconda dei casi. Che equivale a dire che noi italiani siamo coglioni perche’ non sappiamo farci concorrenza, mentre in Germania la pressione competitiva si sente, quindi bisogna fare gli sconti perche’ altrimenti la gente compra altrove. Bene, pero’ e’ anche vero che non credo che Amazon Italia compri 1000 pezzi per l’Italia, Amazon Germania 1000 pezzi per la Germina e via dicendo… Evidentemente, acquistano a volume su base planetaria, alle stesse condizioni per tutti. Il classico esempio in cui qualcuno, con la globalizzazione, ci rimette. Anzi, col prezzo italiano, Amazon riesce sicuramente a marginare cio’ che perde con il super sconto tedesco! E noi ce lo prendiamo li’.
Ma veniamo al punto piu’ importante: posso acquistare sul sito tedesco? Risposta: la sua login e password funziona anche sul sito tedesco, contatti loro. Loro? E chi sono loro? E voi chi siete allora? Anche qui: questa ha dedotto che io, a quel punto, dovendo scegliere non avrei comprato in Italia, ma piuttosto in Germania, ergo non ero un cliente per lei, ma uno che le stava facendo perdere tempo e stava sporcando gli indicatori di performance di cui sopra.
Non ho parole. Un’azienda capace di fare customer care come si deve, prima di tutto non mi avrebbe affrettato una risposta del genere in 5 minuti, che puzza tanto di rispostina standard copiata dal manuale, ma si sarebbe informata per bene su quali indicazioni darmi senza rimbarlzarmi su “un altro”. Ma, soprattutto, avrebbe compreso che nella mia testa il problema adesso si chiama Amazon e non Amazon.it, e quindi e’ il brand che ci rimette, non semplicemente la filiale italiana.
Chiusura della mail? L’azienda piu’ attenta al cliente al mondo.
In effetti…
Comunicazione senza frontiere????
Vi prego di aprire questo video del Corriere.it e prestare massima attenzione all’inteprete!
Da ammazzarsi dal ridere, ma anche da morire dalla tristezza.
Mi ha ricordato un altro meraviglioso esempio di comunicazione…
Facciamo cosi’: a costoro vorrei segnalare il miglior corso di comunicazione e public speaking disponibile al Mondo. E’ gratis ed e’ di pubblico dominio. Basta andare su Youtube, cercare la stringa “steve jobs keynote” e aprirne qualcuno a caso.
Semplicemente fantastico!
NOTA: per amici di WordPress.com. Youtube ha cambiato il formato dell’Url che contiene il link a un filmato. Adesso e’ youtu.be/qualcosa. Sarebbe il caso di adattare presto l’editor di testi perche’ lo riconosca, altrimenti non si riesce a inserire un media in un POST. Grazie.
NOTE: to WordPress’ folks. Youtube has recently changed the Url’s format containing links to videos. Now it’s youtu.be/something. Better adapt asap your text editor, so that we can still embed Youtube medias. Thanks.