Se l’Italia fosse l’India
Copio e incollo un POST pubblicato dal direttore di Quattroruote. Leggete e poi vi dico:
Una notizia di questi giorni riporta che in India il Governo ha stanziato un programma da 12 miliardi di dollari (8,3 miliardi di Euro) per un piano autostrade capace di mettere in moto il Paese. Leggendolo si scopre che sarebbero previsti la bellezza di 7,300 km, il minimo per tenere il passo con un’economia che tira a più non posso.
Quello che sconcerta, comunque, al di là delle cifre d’investimento, è che lì sono programmati 20 km al giorno. Una notizia che ci svergogna agli occhi del mondo, noi che da 15 anni non riusciamo a portare a termine la Variante di Valico sull’Autosole tra Bologna e Firenze, 37 km di cui si è iniziato a parlare nel 1985, che nel 2001 è stata definitivamente approvata dal Consiglio dei Ministri dopo che nel novembre 2001 è terminata la Conferenza dei Servizi che ha imposto oltre 1.000 prescrizioni, determinando la necessità di ulteriori autorizzazioni. Uno psicodramma per un tratto caratterizzato da picchi di 89.000 veicoli al giorno con punte di 25.000 camion e autobus.
Non è pensabile che un Paese moderno inciampi su opere indispensabili, frenato da veti continui e sbeffeggiato in Europa per il continuo stallo (Salerno-Reggio Calabria, Tav, autostrade lombarde). Noi che nel 1956, altri tempi, altre tecnologie, abbiamo messo in essere la prima autostrada vera, quella del Sole, arrivando a costruire quasi 800 km in nemmeno 8 anni con costruzioni impossibili per l’epoca, con viadotti arditi e gallerie complesse.
Fa rabbia ripensare a quegli anni, a quella volontà di fare, all’ingegnosità con cui furono aggirati tutti i problemi pur di arrivare in fondo ai lavori.
Oggi sono gli indiani a ripercorrere la nostra storia mentre noi, colpevolmente, l’abbiamo dimenticata.Ora, passi per le critiche al Sistema Italia, che sono assolutamente sacrosante, visto che ormai non possiamo fare altro che vergognarci e annaspare al buio, ma il resto mi ha fatto scoppiare dal ridere! Non ce l’ho col direttore, ci mancherebbe, la sua e’ solo beata ignoranza (in senso spero non offensivo) nei confronti di cio’ che veramente l’India e’.
8,3 miliardi di Euro??? AHAHAHAHAAH, ma non asfaltano nemmeno le strade cittadine… non hanno distribuzione dell’acqua… non hanno sanita’… producono 1/3 del fabbisogno energetico… 900 milioni di persone vivono con 2 dollari al giorno… 8,3 miliardi di Euro per le autostrade!!! AHAHAHAHAH!!!
7,300 Km??? AH SI, per andare da dove a dove, di grazia??? AHAHAHAHA
20 Km al giorno??? AHAHAHAHAHAHHAHA, questa e’ la piu’ bella di tutte!!!! 20 Km al giorno… ahahaha… scusate… muoio…
Ma la VERA chicca e’ la chiusura: “Oggi sono gli indiani a ripercorrere la nostra storia”… Per favore, caro direttore, se proprio deve offendere, s’informi prima, oppure vada a fondare una rivista in India, passi un annetto a lavorare li’, e poi ci dica.
Nel frattempo io la informo di due fatti fondamentali: gli indiani sono bugiardissimi, quindi non faranno assolutamente niente di tutto cio’, ma si fotteranno beatamente gli ottomiliarditrecentomilioni! E se anche dovessero provarci, fallirebbero miseramente, perche’ sono dei poveri inetti!
Core Dump
Dovete sapere che una volta le memorie dei computer erano aggregazioni di “magnetic core”, cioe’ nuclei magnetici. Poi arrivo’ il silicio e le cose cambiarono di brutto. Ma a prescindere da cio’, una delle cose fondamentali che i computer hanno sempre dovuto saper fare e’ il core dump (core da core di cui sopra, percio’ ve l’ho detto, non parlo mica a vanvera io!).
Quando un computer va in blocco, oppure genera un errore critico, prende tutti i dati che ha in memoria e li scrive da qualche parte, cosi’ come si trovano. A valle di cio’, il bravo tecnico informatico si prende il risultato di questa operazione (il core file), se lo porta su un altro computer (ovvio) e si mette a guardare dentro, a volte per ore, giorni, mesi, finche’ non trova il cavillo che ha intruppato il tutto. Poi, a seconda del cavillo, qualche altro specialista, ad esempio un programmatore, si deve scervellare per eliminarlo e rimettere le cose a posto.
Io stesso, quando ero giovane, mi sono smarronato a guardare dentro qualche core file, e vi assicuro che la cosa e’ tutt’altro che piacevole. Ma cio’ che mi faceva dare di bile di piu’, era che mentre io ero li’ a spaccarmi le balle, il computer che era andato in blocco se ne stava li’, beato, a fare un cazzo. Immobile, immoto e immutante. Senza che i processori dovessero processare alcunche’, ma soprattutto senza che gli girasse un singolo bit in memoria.
Un cervello elettronico in coma farmacologico, apparentemente morto, ma pronto a ritornare in vita che come se nulla fosse accaduto una volta risolto il problema.
Chiunque, credo, qualche volta nella vita ha desiderato di poter fare un’operazione simile, cioe’ di poter fermare i neuroni. In India lo desiderarono gia’ qualche migliaio di anni fa, e il buon Dio, nella sua infinita misericordia, decise di accogliere le loro suppliche e di fermare i loro neuroni per sempre. In altri luoghi, il Signore decise che dovevamo evolverci (si, certo, non tutti… diciamo alcuni), e ci privo’ di questo piacere, condannandoci ad avere milioni di pensieri di ogni natura che ci girassero per le meningi.
Il problema e’ che questa roba ci mette ansia, non ci fa dormire la notte, ci fa venire gli infarti e gli ictus, fa spaccare le famiglie, fa perdere il lavoro… insomma i pensieri che affollano il nostro cervello sono il bene e il male della nostra vita.
E i problemi sul lavoro… e il mutuo… e i figli che fanno casini… e il traffico… e le bollette… e le rognette varie di tutti i giorni… e le assemblee di condominio… e le frustrazioni tutte… e i terroristi… e gli indiani… e… e… e che cazzo!!!
Ma quanta roba deve affollare le nostre teste? E soprattutto, e’ possibile che non debba mollare mai un secondo? E perche’ da qualche parte nel cervello devono coesistere, ad esempio, le umiliazioni subite con i ricordi di quella vacanza meravigliosa del 1991? Perche’ il brutto pensiero deve sputtanare quello bello? No, perche’ e’ cosi’ che funziona…
Ed ecco che l’Uomo, a fronte di cio’, ha sempre cercato e spesso trovato dei palliativi: le droghe, l’alcool, la scappatella… perfino il suicidio. Roba brutta, che ci ammazza anche prima del tempo, soprattutto l’ultima direi.
Ma se invece qualche genialissimo scienziatone, qualche benemerito dell’umanita’ in seacula saeculorum amen inventasse lo HUMAN CORE DUMPER, abbreviabbile in HCD??
Uno, quando ha bisogno, si siede in poltrona, si attacca l’HCD alla fronte, programma la durata, preme un tasto e… ZAC!!!
Tutti i pensieri si fermano per un po’, lasciandoti cosciente quel tanto che basta per goderti il silenzio neuronico per, che so, mezz’ora.
Sarebbe meraviglioso. Certo, a condizione di riuscire a far tacere anche la moglie negli stessi 30 minuti, ma quest’ultima necessita’ non la ritengo superabile da nessun dispositivo 😀
TATA NANO: successo o flop?
Questa sulla TATA NANO me la devono spiegare. Mi riferisco a due articoli di altrettanti autorevoli blog sul mondo dei motori.
Il 14 dicembre su Alla Guida si dice sostanzialmente che la NANO e’ un successo senza limiti, che continua a collezionare allori da tutte le parti, grazie anche a una serie di vantaggi messi a punto dalla TATA per gli acquirenti. Come, ad esempio, estensioni della garanzia e pacchetti speciali per la manutenzione.
Inoltre, nello stesso articolo, si dice anche che la TATA ha stretto accordi con diverse societa’ finanziarie che garantiscono agli acquirenti la possibilita’ di finanziare fino al 90% del prezzo di acquisto (circa 1.700 Euro). Il che non e’ affatto male, se consideriamo che il target piu’ importante del prodotto doveva essere quel famoso ed immenso bacino di famiglie (numerose e povere) abituate a viaggiare a piedi, in bici oppure al massimo in motoretta, e il cui reddito mensile non supera cio’ che uno di noi spende mediamente per una pizza e una birra in una serata qualsiasi.
E fin qui…
Il problema nasce da un altro articolo, questa volta pubblicato il 5 dicembre da Autoblog.it, in cui si afferma esattamente il contrario: nell’intero mese di Novembre la TATA ha immatricolato solo 509 NANO, sul totale venduto finora di poco meno di 60.000 pezzi (Alla Guida parla di 71.000), registrando un calo su base annuale dell’85% (!). L’amministratore delegato di TATA Carl-Peter Foster punta il dito principalmente proprio contro le difficolta’ dei potenziali clienti a farsi erogare i suddetti finanziamenti (che, che abbiamo detto, secondo Alla Guida proverrebbero proprio da societa’ in partnership con TATA), perche’ si tratta di contadini e, piu’ in generale, di persone di bassa estrazione sociale senza un reddito garantito.
Ora, siccome i numeri citati da Autoblog.it mi tornano abbastanza, e siccome a prendersela con le difficolta’ a ottenere finanziamenti e’ proprio l’AD di TATA, sono portato a pensare che Autoblog.it dica il vero, e che Alla Guida abbia, come dire, un po’ esagerato.
A questo punto io dico? Ma se ne accorgono adesso che i prospect della NANO sono dei poveri disgraziati senza una lira in tasca, e senza uno straccio di garanzia di solvibilita’? E come pensavano di venderla questa macchina, facendosela pagare con cesti di patate e cavolfiori?
60.000 esemplari, rispetto alle ambizioni di TATA, che all’inizio parlava di mezzo milione di esemplari all’anno, mi sembrano pochini…
Ma non sara’ che, essendo indiani, abbiano sbagliato veramente tutto? I ricchi la NANO non la compreranno mai, perche’, parliamoci chiaro, non e’ affatto uno status symbol! E’ spartanissima: si tratta di un piccolo motore montato su quattro travi di metallo coperte da una carrozzeria in plastica. E’ lenta, ha un rapporto altezza/carreggiata sfavorevole e non diverte. Dentro e’ realizzata in plasticaccia e canapa (dico sul serio… il rivestimento del padiglione e’ di canapa). Il baule del portabagagli e’ fisso, cioe’ non si apre. Infatti, per mettere due borsette dietro (quelle ci vanno…) bisogna farle passare dall’abitacolo e abbattere la panchetta posteriore. Non ha dispositivi di sicurezza, anzi, tanto per dirne una la batteria e’ installata a vista sotto il sedile del guidatore, e non ha nemmeno lo specchietto retrovisore lato passeggero.
Certo, costa 1.700 Euro, ma per un ricco/benestante indiano, la cui unica ragione di vista e’ l’ostentazione del proprio benessere, la TATA non serve a un beneamato.
E i poveri? A parte il fatto che se uno vive con 30 Euro al mese (lui, la moglie e una carrettata di figli), pure 1.700 Euro sono un’enormita’… Supponendo anche di risparmiare 10 Euro al mese, dovrebbe risparmiare per 14 anni prima di disporre della somma necessaria, senza contare che dopo quasi 15 anni, quei 1.700 Euro messi sotto il mattone varrebbero meno della meta’. E poi i costi di gestione? Assicurazione, tasse, carburante…
Molto meglio una motoretta… Almeno io la vedrei cosi’ al posto loro… Ci carichi su 5 persone e ti costa molto meno (se ne trovano di nuove a 30.000 Rupie, cioe’ meno di 500 Euro al cambio odierno), fa 100 Km al litro e paga praticamente nulla per tutto il resto. Se poi a questi gli negano anche i finanziamenti, perche’ non possono garantire di poter pagare le rate, allora come fanno a comprarsela?
E pensare che qualcuno parla ancora di farne una versione per l’Europa. Dio ce ne scampi e liberi!