TuttoQua?

L'umanita' sta regredendo

Habemus iPad!

Ebbene si, l’ho comprato questo benedetto iPad!

Vi chiederete perche’, e io vi rispondo perche’ non ho resistito alla tentazione, visto che sono un fricchettone fissato con la tecnologia, non potevo esimermi. E tra l’altro l’ho preso in Francia, dopo aver compiuto innumerevoli peripezie per trovarne uno. Alla fine il merito va a TuttoQua Girl, che a Cannes, mentre tornavamo mesti mesti verso l’auto senza averne trovato nemmeno uno (anche a Nizza!), ha individuato in una traversa di Rue d’Antibes un’insegna seminascosta di una mela…

“Ma non e’ un negozio Apple quello?”

“Quale, quello? Vediamo… vediamo… si, e’ un Power Reseller Apple!”.

Entriamo: “bongiur messie, che cazz che tu vuo?'”.

“Je vulesse n’iPad wifi (da pronunciare proprio con le i altrimenti non capiscono) e #@%^$# Gb memouar!“.

“Je teng un'”.

“Azz, che cul, je lu prend!”. E l’ho preso. WiFi senza 3G con 32 Giga di disco, 599 Euri.

Perche’ non ho preso la versione 3G pur lavorando per un’operatore di telecomunicazioni? Perche’ Apple si e’ inventata la cagata della microsim, cioe’ una sim piu’ piccola. Un paio di operatori la vendono, appositamente realizzata per l’iPad, con tanto di piani tariffari. Ma io ho le sim aziendali (normali!), vi pare che devo andarmi a pagare di tasca mia per la connessione 3G? Ma non sia mai detto! In realta’ avrei anche trovato sul Web le istruzioni per ritagliare correttamente una sim tradizionale in modo che la si possa ficcare nel diabolico aggeggio, ma poi cosa farei? Ritaglierei la mia sim aziendale senza poterla utilizzare altrove? Figuriamoci!

Cosa ne penso? E’ senz’altro un dispositivo molto accattivante. Si maneggia molto facilmente, e’ leggerissimo, la qualita’ del display e’ incredibile (ci vedo i film anche in HD), e la sensibilita’ dello schermo touch e’ disarmante.

Il tutto poi e’ talmente intuitivo che non servono istruzioni: la stessa Apple dentro la scatola ti mette una scheda con una pagina in cui c’e’ scritto di scaricare iTunes, attaccarlo al PC per attivarlo e via. Nient’altro, perche’ non serve nient’altro. Quando ce l’hai in mano ti sembra gia’ di saperlo usare da sempre. Se poi uno ha gia’ un iPhone, allora la sensazione di familiarita’ e’ completa.

Pur potendoci fare praticamente di tutto, e’ bene essere consapevoli che l’iPad non pretende di sostituirsi completamente a un buon laptop, ma solo di andare a colmare il vuoto esistente tra quest’ultimo e uno smartphone. Tanto per dirne una, non si puo’ fare multitasking, il che significa che non si puo’ navigare, leggere l’email con l’apposita applicazione e tenere aperto un documento tutto insieme. Fai una cosa, finisci, pigi sul tasto Home (l’unico tasto che c’e’ sulla cornice) e inizi a farne un’altra.

La quantita’ di applicazioni disponibili e scaricabili direttamente sull’iPad e’ sterminata. Una buona dose sono gratis, quelle veramente interessanti sono a pagamento, quasi sempre a prezzi risibili. Si va dai 79 centesimi di Euro (si, settantanove centesimi!), ai 2 Euro, fino a qualche caso in cui si possono spendere 8 Euro per applicazioni come Keynote (il PowerPoint del Mac che e’ fighissimo!) e perfino 10 Euro per qualche supergioco mozzafiato. Ma si tratta sempre e comunque di un impegno economico lontanissimo da quello richiesto per l’acquisto di software tradizionale.

Pro

  • Bellissimo e Trendy
  • Facilissimo
  • Leggerissimo
  • Display fantascientifico
  • La sera sul divano e’ impagabile (vi risparmio commenti sarcastici 🙂 )
  • Almeno 8 ore di autonomia col WiFi acceso

Contro

  • Non ha porte USB, ma solo il connettore proprietario Apple 😦
  • Accessori molto costosi (solo Apple)
  • Caricare i film e’ macchinoso (devono essere in formato MP4 a monte, quindi vanno convertiti su PC)
  • Costicchia per essere un super-smartphone. La versione base, solo WiFi e 16 Gb costa 499, la versione all’estremo opposto, cioe’ WiFi + 3G e 64 Gb costa ben 799 Euro.

8 giugno 2010 Posted by | Cose da ricordare, Cose tecniche | , , , | 14 commenti

Beh… certo… ‘a perifrastica…

Ho sempre avuto un’opinione precisa nei riguardi dei “generalisti”: l’utente ci rimette sempre e comunque.

In questo caso voglio parlare delle grandi catene che distribuiscono elettronica di consumo, come MediaWorld, Trony, Expert, Unieuro e compagnia bella. Chi vi scrive e’ un consumatore piuttosto accanito di gadget, chi mi conosce da vicino puo’ confermarlo, ed e’ quindi un assiduo frequentatore di questi luoghi ameni, nonche’ cliente benemerito spesso e volentieri.

La grande distribuzione ha l’indubbio vantaggio di poter offrire vastissima scelta, il che rende l’accanimento ancora piu’ feroce, visto che, ogni volta che entro da qualche parte, mi brillano gli occhi e vorrei comprarmi tutto. Sui prezzi ci sarebbe da fare una polemica infinita, perche’ nonostante i volumi pazzeschi in gioco, sono gli stessi praticati dai pochi negozietti all’angolo che ancora si trovano. Ma cio’ che mi infastidisce in modo oltremodo sopportabile e’ la diffusa incompetenza del personale. Prendo ad esempio il MediaWorld, ma non perche’ ce l’abbia con loro in modo particolare (anzi, se andassero a vedere quanto ho speso da loro negli ultimi dieci anni dovrebbero darmi una targa d’oro!), ma perche’ ieri e’ successo un fatto rivelatore di cui vi parlero’ fra un attimo.

Gli omini, e le omine, in maglia rossa sono mediamente impreparati. Se gli fai una domanda che va al di la’ del prezzo gia’ esposto sul cartellino, cadono dal pero con una tranquillita’ disarmante. La prima loro reazione e’ quella di andare a cercare dentro il terminale, come se l’AS400 fosse un oracolo capace di dare tutte le risposte. Una volta constatato che il sistema oracolo non e’, o si arrendono subito, oppure con intraprendenza chiamano il collega piu’ vicino, come se questi fosse un Guru. Ma il Guru si rivela, alla prova dei fatti, altrettanto scarso se non peggio. Io, poi, amo pure metterli in difficolta’, quindi a volte mi documento e poi vado a metterli in imbarazzo. E’ successo di recente subito dopo l’uscita della Vodafone Station. Ho studiato la brochure e poi sono andato a interrogarli, solo per sentirmi sparare una serie incredibile di cazzate e per sentirmi consigliare di andare a chiedere in un negozio Vodafone (!).

In sostanza, dunque, ci si ritrova piuttosto abbandonati a se stessi, e chi non ci capisce granche’ (cosa peraltro legittima), e’ costretto a ripiegare, oppure a compiere una scelta che, a posteriori, per un motivo o per un altro, si rivela sbagliata. Passi quando vai a comprare 10 DVD vergini che poi scopri non essere del tipo compatibile col tuo masterizzatore, ma quando ti prendi un LCD 42 pollici a cui manca proprio quel connettore che cercavi tu, c’e’ da mangiarsi il fegato con un bel piatto di fave alla maniera di Hannibal! E vogliamo parlare della garanzia? Entro non so quando devi andare da loro, poi ti devi rivolgere direttamente alla casa. In entrambi i casi la procedura e’ una sofferenza.

I negozietti che c’erano una volta, invece, erano tutta un’altra storia. Andavi li’, c’era l’omino appassionato e onnisciente, quasi un Leonardo dell’elettronica, che conosceva ogni bit di ogni prodotto, ti dedicava il tempo che ti serviva e ti aiutava a scegliere con coscienza. Se qualcosa non fungeva, andavi da lui e amen: problema risolto, e soprattutto non da te ma da qualcun altro.

Ora, dovete sapere che TuttoQua Girl si e’ scoperta, da un paio d’anni a questa parte, una incontenibile divoratrice di alimentatori per laptop HP (originali!). Due anni fa cambio’ il laptop e, dopo qualche mese, il pirulino di metallo che collega l’alimentatore al computer era partito. Poco male, eravamo in India, dove ci sono punti vendita HP, andammo in uno di questi e ci dettero un cavetto nuovo di zecca. La stessa cosa si e’ verificata qui in Italia, dove i punti vendita HP non ci sono. Pero’ ci sono i generalisti, che di prodotti HP ne vendono a pacchi. Siamo andati al MediaWorld ieri sera, ci siamo approssimati a un omino in maglia rossa e gli abbiamo detto: “si e’ rotto… blah blah blah… si puo’ sostituire?”. Risposta: “Dipende”. Noi: “Bene… ehm… da che?”. Lui: “se chiedete ad HP un connettore nuovo, perche’ noi qui non li abbiamo”. Che tipo splendido splendente, talmente splendente da mandarlo affanculo per direttissima.

Ma, il realta’, il mio POST di oggi, se pur attivato da un incenerimento del pancreas causato dallo splendido, trova la sua ragione di essere in un fatto accaduto 30 secondi dopo. Passando davanti a uno dei PC esposti, mi scappa l’occhio su un particolare immensamente evidente: a tutto schermo appare il client Outlook aperto sulla casella di posta elettronica di uno degli omini in maglia rossa. Che, evidentemente, aveva letto la posta li’ nel negozio, e poi aveva lasciato i cazzi suoi in bella vista come se fosse la cosa piu’ normale del mondo ed era andato a fare altro. Non ho resistito, e ho letto i messaggi in catena che apparivano a video. Anzi, a dire la verita’, ho anche scattato una foto, ma non posso pubblicarla altrimenti violo la Legge sulla Privacy (anche se non ne sono sicuro, visto che la casella era aperta li’ in un luogo pubblico sotto gli occhi di tutti).

Lo scambio di email riguardava certi corsi di aggiornamento interni, con particolare riferimento ad alcuni prodotti nuovi, tra cui Microsoft Windows 7. Uno dei dipendenti si lamentava che l’istruttore non sapeva niente un tubo, e che il corso era prima saltato e poi era stato recuperato in extremis, pur servendo a poco e a nulla. E l’altro rispondeva con un “boh… andiamo a braccio”. Ma come? Io vengo da te per chiederti lumi su un nuovo sistema operativo che nessuno ha mai visto, e tu vai a braccio? Insomma, mi spari delle fesserie, tanto non sono in grado di confutarle?

Ecco, e’ esattamente quello che fanno li’, vanno a braccio, ma il bello e’ che ne sono consapevoli, ma invece di mangiarsi i maroni indorati e fritti dei loro capi, se ne escono con un boh! Voglia de lavora’ sartame addosso, proprio…

Viva la Grande Distribuzione Organizzata, orribile effetto collaterale del mercato del 21-esimo secolo, dove l’unica attenzione e’ al profitto, mentre la customer satisfaction e’ un concetto abbondantemente dimenticato. Viva la Grande Distribuzione Organizzata, perche’ l’unico vero obiettivo che doveva porsi, cioe’ quello di aiutare il contenimento dei prezzi, l’ha clamorosamente mancato, sviluppandosi in aziende gigantesche e pesanti con dei costi interni e di overhead insostenibili, che si ripercuotono pesantemente sul prezzo all’utente finale.

E viva anche noi, perche’, nonostante tutto, continuiamo a comprare li’, ma forse, ormai, ci siamo costretti.

17 ottobre 2009 Posted by | Aziende e dipendenti, Bestialita', Cose da ricordare, Pericoli vari e disservizi | , , , , , , , | 7 commenti

   

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